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Caso Bigon chiuso senza sanzioni. PD: «Ma sul fine vita occasione persa»

La direzione del partito ribadisce la linea sul suicidio medicalmente assistito e chiede al Parlamento di normare la materia. E la consigliera regionale ha spiegato: «Il mio voto non ha negato nessun diritto civile»

Con 46 voti favorevoli 2 astenuti e 1 contrario la direzione provinciale del Partito Democratico di Verona ha approvato la mozione sul fine vita proposta dal segretario provinciale Franco Bonfante. Nel documento, il PD locale esprime «forte preoccupazione, smarrimento e rammarico» per la bocciatura «da parte della maggioranza di centrodestra del consiglio regionale veneto, purtroppo favorita anche dal voto di astensione della nostra rappresentante veronese, appellatasi alla libertà di coscienza, della proposta di legge di iniziativa popolare» per la regolamentazione della materia.

La rappresentante citata nel documento è la consigliera regionale Anna Maria Bigon, criticata da tutto il centrosinistra per il suo voto di astensione sulla proposta di regolamentazione del fine vita avanzata dall'associazione Luca Coscioni e sottoscritta da migliaia di veneti. Un voto, quello di Bigon, diverso da quello degli altri consiglieri regionali del PD, i quali hanno votato tutti a favore. Un voto che alla fine è risultato essere decisivo perché proprio un voto la proposta di legge non è passata.

Per questo, il segretario provinciale del PD Franco Bonfante ha tolto l'incarico di vicesegretaria provinciale ad Anna Maria Bigon ed ha riunito ieri sera, 5 febbraio, la direzione del partito al Magazzino delle Professioni di Via Santa Teresa 2 a Verona. Per chiarire la linea del PD sul fine vita, Bonfante ha presentato la mozione che poi è stata approvata. Per il PD veronese, il mancato via libera in consiglio provinciale è stato un'occasione persa per «stabilire i modi e i tempi delle risposte ai malati terminali, e le modalità di coinvolgimento delle aziende sanitarie locali». E a questo punto, il PD scaligero chiede che «il Parlamento torni ad occuparsi della questione in tempi rapidi» e che la Regione Veneto «realizzi sul proprio territorio una uniformità e una certezza dei tempi nell’attuazione della sentenza della Corte Costituzionale» sul fine vita.

«Questa direzione era necessaria per evitare che si pensasse che il PD veronese potesse essere ambiguo sulla materia», ha detto Bonfante nella sua relazione, smentendo poi ogni diceria in merito all'irrogazione di sanzioni e invitando anzi a ritrovare unità politica. «Con questa mozione si chiude, almeno per quanto mi riguarda, il confronto sul fine vita - ha aggiunto Bonfante - Da questa contrapposizione possiamo uscirne più uniti, ma dobbiamo essere tutti a volerlo».

Alla direzione del partito, Bigon ha potuto spiegare la sua posizione, ribadendo di voler rimanere all'interno PD. «Il voto in Regione non ha negato nessun diritto civile, perché la sentenza della Consulta sulla non punibilità del suicidio assistito non è stata cancellata - ha dichiarato la consigliera regionale veronese - E i tempi necessari non sono degli anni, ma circa tre mesi, certo sempre tanti se non si è presi in carico con le cure dovute. Quello che ho cercato di fare è stato riempire di contenuti una proposta di legge parziale che non prende in carico le persone ammalate. Legge per la quale non è stato possibile depositare emendamenti già predisposti e relativi a cure palliative, obiezione di coscienza del personale sanitario, composizione delle commissioni e maggiore età. Il testo della proposta è stato approfondito lungamente ed è emerso il problema delle cure palliative, che in Veneto sono solo parzialmente assicurate. Si tratta di un aspetto importante, che non posso mettere da parte. Di qui la mia richiesta alla Regione di stanziare 20 milioni per le cure palliative. Bocciata. La linea del partito non l’ho cambiata io e questa proposta di legge era altro, per me. E rivoterei allo stesso modo perché le persone ammalate, insieme alle loro famiglie, vanno prese in carico affinché la decisione, sul proprio fine vita sia veramente libera».

Quelli di Bonfante e di Bigon non sono stati gli unici interventi di una serata in cui hanno preso la parola anche la consigliera regionale Vanessa Camani, la segretaria del circolo PD del centro storico di Verona Alessandra Salardi, l'ex segretario provinciale Maurizio Facincani, il medico Vincenzo Tinelli, l'ex deputato Diego Zardini, la segretaria del PD della città di Verona Alessia Rotta, il presidente dell'assemblea provinciale del PD veronese Giacomo Tomezzoli, la componente della segreteria Efrem Bigon, l'ex consigliere comunale Eugenio Bertolotti, il segretario del PD di Bussolengo Leandro Donati e l'ex sindaco di San Martino Buon Albergo Mario Lonardi.

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