rotate-mobile
Cronaca Centro storico / Piazza Bra

Il limite delle 4 persone sedute al tavolo di un bar o ristorante vale anche in zona bianca? Gelmini vs Speranza

Si è detto che tale limite sarebbe decaduto sia in zona gialla che bianca, da ieri circola invece ovunque l'idea che sia confermata in entrambe le zone, ma si sa che come ci insegnano gli antichi spesso «la virtù sta nel mezzo»

Il mezzo è la cosa migliore, scriveva il prudente Aristotele. Chissà che non avesse ragione. Dopotutto è quanto abbiamo sostenuto sin dall'inizio, ovvero la "regola dei 4" scolpita nella normativa anti Covid vale tuttora per i locali della ristorazione in zona gialla, ma cessa di applicarsi nelle Regioni zona bianca. Riavvolgiamo il nastro e cerchiamo di capire a che punto siamo: fino a martedì mattina 1 giugno i giornali di tutta Italia hanno titolato più o meno univocamente "Cade il limite dei 4 commensali", sostenendo che tale regola non sarebbe più stata valida sia in zona bianca che in zona gialla. Nel pomeriggio di ieri è poi intervenuta una nota del ministero della Salute ribattuta dalle agenzie di stampa e i titoli sono radicalmente mutati, diventando più o meno unanimemente "Resta il limite dei 4 commensali in zona gialla e bianca". Prima niente, poi tutto. 

Ora, la notizia di oggi è che la ministra per gli Affari Regionali Mariastella Gelmini avrebbe smentito il collega ministro della Salute Roberto Speranza. L'Ansa, infatti, scrive: «Il ministro per gli Affari regionali Gelmini ha sentito il presidente della Conferenza delle Regioni, Massimiliano Fedriga, per risolvere positivamente e superare l'interpretazione sul limite massimo di 4 persone ai tavoli nei ristoranti. Il limite massimo di 4 persone - viene fatto notare -, salvo che si tratti di conviventi, si applica "solo in zona gialla" (Art. 27 Dpcm 2 marzo 2021). Per la zona bianca, questa l'interpretazione dell'ufficio legislativo del ministero per gli Affari regionali, questa restrizione dovrebbe intendersi superata». 

È mai possibile che su una cosa tanto semplice si sia venuta a creare una condizione di totale incertezza e confusione simile? Ma voi provate a pensare cosa sta passando nella testa di un ristoratore oggi, dopo un anno e mezzo di pandemia, il quale non sa, perché ha letto sui giornali tutto e il contrario di tutto nello spazio di sole 24 ore, quante persone può far sedere insieme nel proprio locale. Colpa dei giornalisti? Senza dubbio nessuno è perfetto, come ci insegna Billy Wilder, ma forse è il caso che due domande se le facciano anche le istituzioni. Ora, quel che qui ci si propone di fare è provare a spiegare perché è "corretto" sostenere che tale norma continui ad applicarsi in zona gialla, ma dovrebbe cessare di valere in zona bianca. Ovvero, cercheremo di mostrare quale sia la logica che dovrebbe strutturare la normativa anti Covid.

Dpcm 2 marzo 2021 e decreti-legge

I "famigerati" decreti del presidente del Consiglio che hanno reso celebre l'ex premier Giuseppe Conte non sono scomparsi con l'arrivo a palazzo Chigi di Mario Draghi, semplicemente si sono ridotti nel numero ad uno solo, quello del 2 marzo 2021, la cui validità è stata prorogata fino al 31 luglio 2021. È da qui che discende tutta la normativa anti Covid. I successivi decreti-legge approvati dal governo, cioè deliberati dal Consiglio dei ministri dovendo poi passare dal Parlamento per la conversione in legge entro 60 giorni (cosa che invece un Dpcm non deve fare), hanno inaugurato un meccanismo che può a prima vista apparire tortuoso, ma che alla fine è piuttosto semplice: se il governo decide che si possono allentare le regole perché la situazione pandemica migliora in Italia, per farlo emana un decreto-legge nel quale esplicitamente si richiama ad una norma contenuta nel Dpcm 2 marzo 2021 e la modifica.

È quanto è avvenuto, ad esempio, per la norma del coprifuoco che risale all'Art. 9 comma 1 del Dpcm 2 marzo 2021, ma è stata poi modificata attraverso i successivi decreti-legge, in particolare quello del 18 maggio dove vengono fissate le prossime tappe: in zona gialla dal 7 giugno inizierà alle ore 24, mentre dal 21 giugno sarà abolito. Se però nei decreti-legge deliberati dal Consiglio dei ministri non viene affrontato in modo esplicito un tema di cui si era invece interessato il Dpcm del 2 marzo 2021, allora le norme che continuano a valere sono quelle contenute nel decreto del presidente del Consiglio dei ministri, cioè appunto il "famigerato" Dpcm. È quanto sta avvenendo per la "regola dei 4 commensali" al ristorante o al bar.

Perché il limite dei 4 vale in zona gialla, ma non in quella bianca

Per comprendere il punto di vista della ministra Mariastella Gelmini, di contro all'affermazione che la regola dei 4 commensali al massimo seduti insieme allo stesso tavolo (salvo che siano tutti conviventi) varrebbe sia per la zona gialla che per quella bianca, bisogna a nostro avviso andarsi dunque a prendere il Dpcm 2 marzo 2021 e analizzarne la struttura. Come viene definita la zona bianca? Nel seguente modo: all'Art. 7 comma 1 del Dpcm che reca tra parentesi "Zona bianca" si legge che per le Regioni individuate in tale area «cessano di applicarsi le misure di cui al Capo III relative alla sospensione o al divieto di esercizio delle attività ivi disciplinate». Cosa diavolo è il "Capo III"? Nessuna paura, è una cosa semplice: il Dpcm 2 marzo 2021 è strutturato in modo tale da essere diviso in "articoli", ma anche in "Capi", ovvero esiste la seguente organizzazione:

  • Capo I che raccoglie gli articoli dal numero 1 al 6 i quali definiscono le «Misure di contenimento del contagio sull’intero territorio nazionale»
  • Capo II che comprende il solo articolo numero 7 il quale definisce le «Misure di contenimento del contagio che si applicano in Zona bianca».
  • Capo III che raccoglie gli articoli dal numero 8 al 32 i quali definiscono le «Misure di contenimento del contagio che si applicano in Zona gialla».
  • Capo IV che raccoglie gli articoli dal numero 33 al 37 i quali definiscono le «Misure di contenimento del contagio che si applicano in Zona arancione».
  • Capo V che raccoglie gli articoli dal numero 38 al 48 i quali definiscono le «Misure di contenimento del contagio che si applicano in Zona rossa».

Ora, per essere sintetici ed arrivare al punto che ci interessa potremmo dire che le misure di contenimento del contagio che si applicano alla zona bianca equivalgono alla cessazione delle norme valide in zona gialla (restano solo quelle del Capo I di carattere generale, mascherine e distanziamento). Il Dpcm 2 marzo 2021 descrive la normativa della zona bianca dicendoci una cosa molto semplice, e cioè che smettono di trovare applicazione le misure del "Capo III", quindi quelle che vanno dall'articolo numero 8 al 32 e che definiscono il regime della zona gialla. È per questo motivo che, ad esempio, in zona bianca non è valida la misura del coprifuoco, essendo quest'ultima introdotta dal Dpcm 2 marzo 2021 soltanto all'articolo numero 9, cioè dopo l'inizio del "Capo III" del Dpcm, il che significa che il coprifuoco è una regola della zona gialla e di quelle a più alto rischio (progressivamente la zona arancione e quella rossa), ma cessa di applicarsi in zona bianca insieme a tutte le altre norme del "Capo III".

La domanda a questo punto decisiva è la seguente: dove compare la misura del limite massimo di 4 commensali seduti insieme allo stesso tavolo in un locale della ristorazione? La risposta è...nel Dpcm 2 marzo 2021 al "Capo III", articolo 27 comma 1, motivo per cui è illogico sostenere che questa norma si applichi alla zona bianca, essendo che quest'ultima si definisce esattamente attraverso la formula «cessano di applicarsi le misure di cui al Capo III relative alla sospensione o al divieto di esercizio delle attività ivi disciplinate». L'Art. 27 del Dpcm 2 marzo 2021 ci dice che «il consumo al tavolo è consentito per un massimo di quattro persone per tavolo, salvo che siano tutti conviventi», ma questa norma essendo inserita nell'insieme di articoli raccolti dal "Capo III", che vanno appunto dal numero 8 al 32, trova applicazione solo a partire dalla zona gialla e cessa di valere per la zona bianca. I successivi decreti-legge del 22 aprile e del 18 maggio hanno fatto una cosa molto semplice nei confronti di questa misura, vale a dire se ne sono completamente disinteressati, cioè non l'hanno mai modificata esplicitamente ed è per questo che implicitamente continua a valere, ma appunto resta a tutt'oggi valida secondo quanto disposto dal Dpcm 2 marzo 2021 che l'aveva introdotta, quindi per la zona gialla e non anche per la zona bianca dove invece cessa di trovare applicazione. 

Le linee guida

Nel documento che è stato approvato dal Cts, integrato in un'ordinanza del ministro della Salute Roberto Speranza e pubblicato dalla Conferenza delle Regioni, non troverete da nessuna parte una limitazione che riguardi il numero di persone sedute allo stesso tavolo. Nel protocollo per il settore della ristorazione si parla semplicemente di distanziamento tra i tavoli, oppure tra clienti quando consumano al bancone, oltre che delle procedure di igienizzazione e dell'obbligo di indossare le mascherine quando si è in piedi.

Nella "premessa" delle Linee Guida al punto 1, come noi stessi avevamo fatto notare, si fa rinvio ai decreti-legge del 22 aprile e del 18 maggio, spiegando che «le presenti "Linee Guida per la ripresa delle attività economiche e sociali” tengono conto delle disposizioni del decreto-legge n. 52 del 22 aprile 2021, del decreto-legge n. 65 del 18 maggio 2021», ma questo è ben lungi dal significare che le disposizioni previste per la zona gialla si applichino d'improvviso alla zona bianca. In quest'ultima, quel che è previsto per la ripresa di tutte le attività economiche, ivi comprese quelle legate al settore della ristorazione, è semplicemente il rispetto delle disposizioni fissate dalle Linee Guida stesse, dove lo ribadiamo non è mai stata inserita alcuna limitazione circa il numero massimo di persone che si possano sedere insieme allo stesso tavolo.

Nel documento delle Linee Guida si afferma che dentro i locali della ristorazione bisogna «definire il numero massimo di presenze contemporanee in relazione ai volumi di spazio e ai ricambi d’aria», ma non si interviene mai imponendo una limitazione al numero dei commensali seduti insieme allo stesso tavolo. La regola dei "4 commensali al massimo" origina dal Dpcm 2 marzo 2021 e non dalle Linee Guida, riguarda la zona gialla e cessa quindi di applicarsi in zona bianca perché in quest'ultima ciascuna attività economica e sociale è legittimata a ripartire semplicemente rispettando i protocolli definiti dalle Linee Guida.

Scarica le Linee Guida ripresa attività economiche - 29 maggio 2021

In Evidenza

Potrebbe interessarti

Il limite delle 4 persone sedute al tavolo di un bar o ristorante vale anche in zona bianca? Gelmini vs Speranza

VeronaSera è in caricamento