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Cronaca Centro storico / Piazza Bra

Natale in giallo, ma il governo studia la stretta di Capodanno: ipotesi tamponi ai vaccinati e green pass ridotto

Giovedì la nuova Cabina di regia del governo sull'emergenza Covid: allo studio l'ipotesi di nuove restrizioni per accedere ai luoghi affollati, anche nei confronti dei vaccinati

Il Veneto entra ufficialmente in zona gialla da oggi, lunedì 20 dicembre, con le nuove disposizioni previste però dall'ordinanza regionale del governatore Luca Zaia che già risultano vigenti da sabato. Il Natale per i veneti non sarà dunque bianco bensì "giallo", ma allo studio questa volta dell'esecutivo nazionale vi sono altresì ulteriori norme restrittive che verranno discusse giovedì 23 dicembre, quando il premier Mario Draghi ha convocato una nuova Cabina di regia sull'emergenza Covid nel nostro Paese.

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A destare preoccupazione è la rapida diffusione della variante Omicron, nei confronti della quale è attesa in queste ore la nuova flash survey dell'Istituto Superiore di Sanità che dovrebbe definirne meglio i contorni in termini di contagi nel nostro Paese. Sulla base anche dei dati che emergeranno, il governo pare pronto a decretare l'ennesima "stretta" per fronteggiare la pandemia. Tutto lascia pensare che si tratterà però di un decreto-legge volto in questo caso ad inasprire le regole in vista dei festeggiamenti di Capodanno, dunque pranzi e cene di Natale dovrebbero essere salvi.

Le norme per il Natale in zona gialla. Omicron fa paura: Cabina di regia del governo e possibile stretta

Le ipotesi allo studio dell'esecutivo sarebbero essenzialmente orientate verso due nuovi orizzonti di restrizioni: il primo, dato quasi per certo, è un altro intervento volto a ridurre la durata della validità del certificato verde, in questo caso proprio quello da vaccinazione/guarigione. Poiché appare ormai scientificamente assodato che la protezione dei vaccini inizi a calare considerevolmente dopo i primi 5 o 6 mesi, la durata del green pass rafforzato dovrebbe essere ridotta dagli attuali 9 mesi appunto a 6 o addirittura a soli 5 mesi. Resta poi il tema, eventualmente, di vincolarne il rilascio all'effettiva somministrazione anche della cosiddetta "terza dose", oltre a quello di estendere l'obbligo vaccinale ad ulteriori categorie di persone oltre a quelle già previste dall'attuale normativa (personale sanitario, insegnanti, forze dell'ordine, etc.).

Il secondo campo d'intervento verso il quale pare si stia volgendo l'intenzione del governo riguarda gli eventi con presenza di pubblico, al pari delle feste. In sostanza, l'ipotesi sarebbe quella di introdurre l'obbligo di tampone negativo anche per i titolari di super green pass, cioè i vaccinati/guariti, nel caso in cui questi volessero accedere ad un evento con rischio assembramenti o, ad esempio, a una festa in discoteca (si pensi ovviamente ai festeggiamenti di fine anno in arrivo). Altra questione di cui si parla in queste ore è quella di imporre l'obbligo del tampone negativo anche ai vaccinati/guariti persino per accedere a cinema, teatri e sale concerto, il che sarebbe di fatto una mezza condanna a morte per il settore degli spettacoli, oltre che una presa in giro: inutile dire a una sala cinematografica che la capienza è al 100% se poi sul prezzo del biglietto di ciascun spettatore si va ad aggiungere il costo del tampone. Molti clienti a quel punto preferirebbero starsene a casa e la capienza al 100% non la sfrutterebbe più nessuna sala cinematografica, teatro o sala da concerto.

Il ministro della Salute Roberto Speranza, a tal proposito, ha ribadito che «in questo momento nessuna decisione è già stata assunta, solo giovedì faremo le nostre valutazioni». Lo stesso ministro Speranza ha quindi spiegato: «C’è un elemento di preoccupazione da parte del governo, ci stiamo confrontando numeri alla mano e valuteremo le soluzioni possibili. Ci riuniremo coi nostri scienziati e valuteremo se è utile e necessario fare altro. Nel frattempo, - ha concluso il ministro della Salute - massima precauzione, massima prudenza e durante queste vacanze evitare il più possibile gli assembramenti».

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