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Quattromila profughi in arrivo in Veneto? Pronto il protocollo per un'accoglienza diffusa

L'annuncio è arrivato dal presidente della Regione, Luca Zaia, su di un accordo condiviso con Anci e prefetture «perché bisogna dare una dignitosa ospitalità e al tempo stesso evitare insediamenti massicci»

È stato annunciato a Venezia un protocollo condiviso tra Regione Veneto, Anci e prefetture per sperimentare un'accoglienza diffusa dei migranti. A darne notizia è stato il presidente regionale Luca Zaia, dopo l'approvazione arrivata con una delibera di giunta, cui seguirà la firma prevista per i prossimi giorni a Ca' Corner.

«Ogni giorno arrivano da Lampedusa tra i 150 e i 200 migranti - ha precisato il presidente veneto -. La situazione ci preoccupa, perché bisogna dare una dignitosa ospitalità e al tempo stesso evitare insediamenti massicci, dove ci siano importanti popolazioni di migranti». Le proiezioni a livello nazionale «sono inquietanti», aggiunge Zaia, perché se l'anno scorso sono arrivati via mare 90 mila migranti, quest'anno potrebbero raddoppiare. Nelle scorse ore il Corriere del Veneto aveva anticipato che la disponibilità richiesta alle sette prefetture venete sarebbe di quattromila posti per altrettanti profughi, che andrebbero ad aggiungersi ai 7445 già presenti sul suolo regionale. 
«Quest'accordo che firmeremo va nell'ottica di dare ospitalità diffusa nel territorio a chi scappa dalla morte e dalla fame, anche coinvolgendo Caritas e parrocchie». L'obiettivo è evitare quanto successo in passato, «come ad esempio a Cona». Il governatore non ha risparmiato poi una stoccata all'Europa: «È scandalosa perché latitante, e considera Lampedusa come confine d'Italia e non d'Europa».

L'hub di Cona, chiuso definitivamente a dicembre 2018, era stato il centro di accoglienza straordinaria più grande del Veneto. Per tre anni e mezzo i richiedenti asilo, perlopiù provenienti dall'Africa sub-sahariana, erano continuamente confluiti nella ex base militare. Nel momento culmine, il centro era arrivato ad ospitare oltre 1500 persone. Nel tempo era salito ripetutamente agli onori delle cronache per le condizioni di vita degli ospiti, ritenute inadeguate, e per il sovraffollamento. L'episodio più tragico fu la la morte della giovane ivoriana Sandrine Bakayoko, di 25 anni, a gennaio 2017, alla quale seguirono forti proteste.

Sul tema è intervenuto anche il vice segretario nazionale di Forza Nuova, Luca Castellini, il quale, collegandosi al tema della sicurezza nel capoluogo scaligero, mette nel mirino delle sue critiche il Governo, la Regione e l'Amministrazione comunale di Verona: «Si fa tanto parlare di un problema sicurezza che Verona sta recentemente soffrendo viste le continue cronache che riportano furti, aggressioni, rivolte congiunte anti arresto, tutte “stranamente” addebitabili ad individui di origine straniera spesso presenti clandestinamente sul nostro territorio.
Ovvio che questa gente è arrivata in Italia e a Verona tramite qualche carretta del mare, per poi essere ospitata in qualche struttura di stato o abusivamente in qualche appartamento amico nella nostra città, per poi dileguarsi ed entrare nelle file della criminalità.
Visto che il Governo Meloni insieme al Governatore Zaia hanno recentemente annunciato l’arrivo di altri 4.000 rifugiati in Veneto (e chissà quanti a Verona), a causa dei continui ed indisturbati sbarchi sulle nostre coste, non è forse auspicabile sia da parte del nuovo Questore Massucci che dell’imbarazzante assessora Zivelonghi opporsi all’arrivo forzato di questi presunti profughi, tra i quali probabili presunti criminali, nelle strade di Verona?»

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