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Agec, su vendita delle farmacie il PD non arretra. E intanto chiede un "ostello sociale"

Il Partito Democratico di Verona vorrebbe che Agec si concentrasse di più sull'emergenza abitativa ed è pronto a discutere le proprie proposte con la coalizione che sostiene Tommasi

Nessuna marcia indietro del Partito Democratico sulla vendita di alcune attività gestite da Agec, tra cui anche le farmacie. Perché l'emergenza abitativa è diventata troppo grande ed Agec è lo strumento che il Comune può utilizzare per risolvere o almeno mitigare questo impellente problema sociale.

Non è passato neanche un mese dalla rassicurazione offerta dal sindaco di Verona Damiano Tommasi e dalla presidente di Agec Anita Viviani al sindacato Femca Cisl. «La vendita delle farmacie di Agec non è in discussione», avevano dichiarato Tommasi e Viviani. Ma quella vendita sarà presto in discussione, almeno all'interno della coalizione che sostiene il primo cittadino veronese. A proporla come argomento di discussione sarà il PD, all'interno di un confronto più ampio in merito alla questione abitativa. Questione che per il Partito Democratico «costituisce un tema politico prioritario a tutti i livelli».

Un tema su cui il PD locale ha dibattuto il 2 dicembre scorso in un convegno a cui hanno partecipato anche sindacati, ordini professionali e associazioni. Un evento in cui i rappresentati del partito hanno avazato idee e proposte per combattere il disagio abitativo in città. Proposte tra cui è compresa anche la vendita delle attività di Agec per ricavare risorse da concentrare sull'edilizia popolare. Un'idea giudicata sbagliata dal segretario di Femca Cisl Verona Massimo Meneghetti, il quale aveva chiesto chiarimenti al sindaco Tommasi e alla presidente di Agec Viviani. Chiarimenti che hanno escluso la vendita delle farmacie di Agec, almeno per il momento. Perché il PD è tornato sul tema dell'emergenza abitativa, chiedendo un confronto alla coalizione di centrosinistra attraverso il suo segretario provinciale Franco Bonfante, attraverso gli assessori Elisa La Paglia e Federico Benini e attraverso i suoi consiglieri comunali.

«Nel 2022 vi sono state nella nostra provincia 1.558 richieste di sfratti esecutivi - hanno fatto sapere gli esponenti del PD - Sei mesi fa, il numero di nuclei familiari veronesi in lista di attesa per una casa Ater ammontava a 2.068. E nel solo comune capoluogo all’incirca 200 persone senza dimora dormono all’addiaccio, 270 sono ospitate nei dormitori e un altro centinaio in alloggi di fortuna assolutamente inidonei sotto il profilo dell’igiene e della sicurezza. A fronte di tutto questo, 575 alloggi Agec e diverse centinaia di Ater sono sfitti perché mancano i fondi per il loro riatto o la loro ristrutturazione». Numeri già di per sé importanti, ma che rappresentano solo una parte del problema. Un problema che deve essere affrontato trasversalmente. E per questo la prima proposta del PD è quella di creare già dal prossimo mese di febbraio un tavolo di lavoro dedicato alla questione abitativa guidato direttamente dal sindaco e a cui invitare tutti i portatori di interesse disponibili.

«Nel frattempo è necessario reperire molti posti letto in strutture inutilizzate, per dare un tetto e una doccia alle tante persone che ancora dormono all'addiaccio - proseguono Bonfante e gli altri dem - Le strutture inutilizzate possono essere quelle già a disposizione degli enti locali, come pure del mondo della solidarietà. Molte associazioni di volontariato sono disponibili a predisporre gli spazi nel miglior modo possibile, pur se in una logica di emergenza, anche in collaborazione con la protezione civile che può utilizzare idonee strutture e mezzi».

Ma le proposte del PD non si fermano alla sola soluzione delle emergenze ed è nelle misure a breve e medio termine che i dem chiedono l'intervento di Agec. «Agec deve essere messa nelle condizioni di intensificare lo sforzo per concedere temporaneamente, in comodato d’uso, agli organismi disponibili del terzo settore, gli alloggi che è possibile riattare rapidamente e locare alle persone senza dimora che lavorano e alle famiglie in lista di attesa - hanno spiegato i dem veronesi - Questo sforzo è già stato avviato, ma su numeri insufficienti, mentre l’obiettivo entro quest’anno dovrebbe essere quello di assicurare un alloggio a centinaia di persone. Chiediamo, inoltre di avviare la creazione di un "ostello sociale" che possa ospitare persone singole che lavorano o studenti universitari, in modo anche da ridurre la pressione sui dormitori. A questo fine, per accelerare i tempi, si potrebbe cercare e reperire una struttura privata, di tipo alberghiero, già esistente e idonea. E una terza soluzione da studiare e mettere in campo in tempi brevi riguarda il sostegno pubblico a cooperative sociali o fondazioni che si pongano come intermediari e garanti tra i proprietari di case e le persone che ne hanno bisogno. Attivare per questo stesso fine le aziende che hanno necessità di manodopera, e che potrebbero farsi garanti nei confronti dei proprietari di case per gli obblighi dei loro dipendenti conseguenti ad un contratto di affitto. Mentre nel medio e lungo termine, occorre reperire una cifra consistente per investimenti pluriennali, che abbiamo indicato in 14 milioni di euro per il riatto e la ristrutturazione di tutti gli alloggi Agec tuttora inutilizzati. A questo fine rilanciamo la proposta di una "due diligence" da avviare prima possibile su alcune o anche tutte le attività gestite da Agec, per valutare se convenga concentrarsi maggiormente sulla "mission" principale: la casa. Proponiamo inoltre all'Agec di realizzare prima possibile la vendita di alcuni immobili, soprattutto non utilizzati e di facilitare l’acquisto degli appartamenti erp da parte delle famiglie assegnatarie che possano farlo, soprattutto in condomini misti, difficili da gestire».
Anche durante il convegno del dicembre scorso, i dem avevano usato l'espressione "due diligence", ovvero un'approfondita analisi con cui stimare il valore di mercato ed il rendimento di un'attività. E in questo caso l'analisi riguarderebbe tutte le attività di Agec al di fuori dell'edilizia popolare, comprese le farmacie.

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