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Fondazione Arena tra speranze e polemiche, Gasdia: «Lavoriamo per salvare il festival»

«Riteniamo che verso la fine di aprile potremo avere un quadro della situazione più chiaro per il pubblico, gli artisti e i nostri lavoratori», ha detto la sovrintendente Cecilia Gasdia

«Fondazione Arena di Verona sta seguendo con la massima attenzione l’emergenza sanitaria in corso ed i suoi possibili riflessi sul prossimo festival estivo, nella piena consapevolezza dei propri doveri artistici, etici, sociali ed economici nei confronti del proprio pubblico degli artisti, dei lavoratori e di tutto il territorio», è quanto si legge in una nota dell'ente che, in una situazione molto complicata per chiunque, prova comunque ad infondere un po' di speranza verso il futuro.

«Alla luce dell’attuale calendario, - si legge sempre nella nota stampa - l’Arena di Verona dovrebbe essere la prima grande realtà internazionale a riportare l’opera e in generale la musica, fuori dal mondo virtuale per ricollocarla nel suo spazio naturale: il palcoscenico». D’altro canto, Fondazione Arena fa sapere di «condividere questo generale clima di incertezza con tutto il settore culturale e non solo, e ci spiace che questo si rifletta anche sul nostro pubblico, ma riteniamo che alla fine di aprile il quadro sanitario ed operativo ci consentirà di dare delle comunicazioni concrete».

La sovrintendente di Fondazione Area Cecilia Gasdia ha quindi spiegato: «Voglio testimoniarvi il quotidiano ed incessante lavoro che stiamo compiendo al fine di salvaguardare il prossimo festival, quest’anno più che mai vera gemma di eccellenza. Ma questo traguardo non può prescindere dai temi centrali di tutela della salute e dal rispetto delle normative governative, - ha quindi aggiunto Cecilia Gasdia - per cui procediamo con passi oculati in piena armonia con le indicazioni che ci giungono da tutte le autorità competenti. Riteniamo dunque che verso la fine di aprile potremo avere un quadro della situazione più chiaro per il pubblico, per gli artisti, per i nostri lavoratori e per il territorio veronese che sogna la rinascita».

Federico Benini (Pd): «Inevase tutte le richieste sindacali»

In queste ore non mancano comunque le polemiche, sollevate da un lato da esponenti locali del Partito democratico e, dall'altro, anche dai consiglieri comunali di minoranza Marta Vanzetto e Alessandro Gennari del Movimento 5 Stelle. Sul fronte dem a chiedere chiarimenti è stato in particolare il capogruppo Pd in Consiglio comunale Federico Benini: «In data 11 marzo - ricostruisce il consigliere Pd Benini - malgrado avesse già annullato le attività del Filarmonico, la dirigenza di Fondazione Arena risulta aver dato ampie rassicurazioni ai dipendenti circa la disponibilità dei fondi necessari al pagamento integrale degli stipendi. Senonché, soltanto 20 giorni dopo, precisamente il 31 marzo, la Fondazione ha ufficializzato il ricorso alla cassa integrazione a zero ore e in modalità retroattiva, dal 24 marzo al 13 aprile. Risultano essere rimaste inevase tutte le richieste sindacali (agli atti abbiamo quella formalizzata dalla Fials) - prosegue il consigliere Benini - che chiedevano una precisa rendicontazione sul presunto stato di emergenza economica, dichiarato forse troppo frettolosamente. I sindacati chiedevano inoltre che, prima di tagliare gli stipendi, fossero esperite tutte le vie alternative a tutela del salario dei lavoratori (consumo delle ferie, lavoro agile ecc.)».

«Le Fondazioni lirico sinfoniche non rientrano tra gli enti pubblici per i quali è stato disposto il lavoro agile, - ha poi precisato il capogruppo Pd Federico Benini - ma nulla vietava di ricorrere a questo strumento come del resto hanno fatto altri teatri quali quelli di Cagliari, Genova, Firenze, Trieste, Bologna e Bari». Lo stesso consigliere Benini ha poi fatto sapere di aver inoltrato al presidente del Consiglio comunale di Verona Ciro Maschio un'interrogazione a risposta scritta nella quale viene chiesto «al sindaco, quale presidente di Fondazione Arena, come intende fronteggiare l’emergenza per i dipendenti della Fondazione Arena per quanto riguarda occupazione e salari e se intende sostenere con i soldi del Comune di Verona il costo complessivo per l’approntamento dell’anfiteatro». 

Vanzetto e Gennari (M5S): «Anche i vertici di Fondazione Arena si riducano gli stipendi»

Anche la consigliera comunale pentastellata Marta Vanzetto ha quindi sollevato alcune questioni relativamente agli stipendi dei lavoratori di Fondazione Arena, chiedendo che a tagliarsi i salari siano anche i dirigenti: «I lavoratori di Verona Fiera e Fondazione Arena, come tantissimi altri, stanno pagando un prezzo altissimo a causa di questa emergenza, e i dirigenti? - chiede la consigliera comunale M5S Marta Vanzetto - I dirigenti di Fondazione Arena e Verona fiera  devono dimezzarsi lo stipendio. I dipendenti di FAV sono stati i primi tra le fondazioni lirico sinfoniche ad entrare in cassa integrazione per volontà dei vertici, nessun confronto con i lavoratori e decisione unilaterale del sindaco e della sovrintendente». Alessandro Gennari, anch'egli consigliere comunale del Movimento 5 Stelle ha quindi concluso: «In questo momento storico i sacrifici devono farli tutti, compresi i vertici di Fondazione Arena e Verona Fiera». 

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