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Fine vita, Ostanel spera nella giunta regionale ma c'è l'ostacolo Donazzan

Le opposizioni vorrebbero far deliberare alla giunta Zaia i contenuti della proposta di legge stoppata dal consiglio regionale. L'assessora di Fratelli d'Italia è però categorica: «Meglio potenziare le cure palliative»

Ci sono vincitori e vinti dopo il voto di martedì scorso, 16 gennaio, del consiglio regionale del Veneto sul fine vita. I vincitori sperano che la partita sia finita mentre i vinti provano a giocarla ancora, magari su un campo diverso. E così Fratelli d'Italia ha organizzato ieri il "The Care Day", un evento sulle cure palliative in cui è stata ribadita la contrarietà al suicidio medicalmente assistito. Mentre le opposizioni sperano di far entrare regole e tempi sul fine vita dalla finestra della giunta regionale, non essendo riuscite a farli entrare dalla porta del consiglio regionale.

Elena Ostanel, consigliera regionale de Il Veneto che Vogliamo ha fatto sua la richiesta del comitato che ha promosso la proposta di legge di iniziativa popolare poi bocciata dal consiglio regionale. «Se il consiglio non ha voluto legiferare per dare regole certe e chiare, almeno sia la giunta a deliberare», è l'indicazione degli attivisti che hanno raccolto più di 9mila firme a sostegno del progetto di legge. Un invito che la consigliera Ostanel ha trasformato in un'interrogazione urgente «per chiedere ufficialmente alla giunta quali azioni intende mettere in atto per garantire il diritto al suicidio medicalmente assistito e per equiparare procedure e tempistiche di accesso a questo diritto tra le diverse Ulss del Veneto».

Un percorso che il presidente della Regione Luca Zaia non ha escluso ma che potrebbe essere anche più accidentato rispetto a quello attraversato in consiglio regionale. Perché in giunta siede anche l'assessora Elena Donazzan, presente ieri a Palazzo Ferro Fini insieme al gruppo consigliare di Fratelli d'Italia al convegno per promuovere un confronto sulle cure palliative.
Attraverso questo evento, intitolato "The Care Day", sono state chieste alla Regione Veneto politiche sociali e sanitarie che consentano a tutti il diritto di non soffrire, attraverso il potenziamento delle cure palliative. «Lo ribadisco - ha dichiarato durante il convegno il cicepresidente del consiglio regionale, Nicola Finco - Per noi, la vita è sacra e va tutelata, dall'inizio alla fine. A maggior ragione, in una regione come il Veneto da sempre vocata all’assistenza delle persone malate e alla solidarietà, con un elevato numero di volontari, modello assoluto per scuole paritarie e case di riposo. Le cure palliative possono rappresentare una valida alternativa al suicidio medicalmente assistito perché, non solo funzionano, ma anche, in alcuni casi, possono migliorare la qualità di vita delle persone. Su questo fronte, la Regione deve impegnarsi al massimo».
Diversi sono stati gli interventi che ieri hanno offerto spunti alla riflessione sull'utilità delle cure palliative. In particolare, Maria Pia Garavaglia, già ministra della salute, ha evidenziato che «i politici hanno una enorme responsabilità: riaffermare il principio che le cure palliative sono cure, non conducono alla morte, rientrano quindi nel diritto alla salute costituzionalmente garantito a tutti i cittadini. Purtroppo, a tutt’oggi, esse non sono esigibili in tutta Italia. Dobbiamo quindi fare pressione sul legislatore affinché venga reso effettivo a tutti il diritto alle cure».
«È nostro dovere fare tutto il possibile per accompagnare in modo sereno e dignitoso il fine vita naturale, combattere la paura della solitudine, dell’abbandono e della pericolosa percezione di essere un peso per la comunità», hanno concluso l'assessora Donazzan, insieme ai consiglieri regionali di Fratelli d'Italia. E la deputata meloniana Maddalena Morgante ha aggiunto: «La vita è sacra, è un bene inviolabile, va difesa sempre in tutte le sue fasi e in ogni condizione. E continueremo a lavorare per eliminare la sofferenza ma non il sofferente».

La posizione netta che Fratelli d'Italia ha dimostrato in consiglio regionale sarà dunque portata anche in giunta, anche se il potenziamento delle cure palliative non esclude a priori una regolamentazione del suicidio medicalmente assistito, pratica autorizzata da una sentenza della Corte Costituzionale.

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