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Politica Centro storico / Piazza Bra

Extra-lirica in Arena, la gestione torna al Comune. Per Verona Domani è una ripicca

La decisione della giunta è stata motivata da questioni tecniche, legate all'organizzazione degli eventi in armonia con i cantieri che interesseranno l'anfiteatro. Ma è anche una questione politica

Da come è stata descritta nella nota ufficiale del Comune di Verona, è sembrata più una scelta logistica che politica. La giunta comunale ha approvato il recesso del contratto che concedeva a Fondazione Arena l'organizzazione dei concerti non lirici nell'anfiteatro di Piazza Bra. La gestione torna dunque sotto il diretto controllo del Comune, che nei prossimi anni potrà incastrare gli eventi pop e le dirette tv nelle date che saranno lasciate libere dai cantieri.

Perché solo di cantieri ha parlato il Comune di Verona nella sua comunicazione ufficiale. I cantieri per meglio conservare e per valorizzare il monumento finanziati con i 2 milioni di euro dell'Art Bonus. E i cantieri con cui l'Arena sarà adeguata agli standard olimpici di Milano-Cortina, perché nel 2026 l'Arena ospiterà la cerimonia di chiusura delle Olimpiadi Invernali e la cerimonia di apertura delle Paralimpiadi.

Dunque una semplice questione organizzativa. Il Comune di Verona si è ripreso la gestione degli eventi di extra-lirica per evitare che siano inseriti in concomitanza con i complessi lavori che interesseranno l'Arena. Eppure, non è possibile valutare questa decisione senza tornare allo scontro non ancora superato tra i vertici di Fondazione Arena. Uno scontro nato dalla riconferma della sovrintendente Cecilia Gasdia non appoggiata dal presidente della fondazione e sindaco di Verona Damiano Tommasi. Uno scontro portato anche in tribunale da Tommasi e che si concentra proprio sull'extra-lirica. Tommasi, infatti, contesta la delibera con cui Gasdia ha nominato il consiglio di amministrazione della società Arena di Verona, la quale è controllata da Fondazione Arena e per conto dell'ente lirico gestisce l'organizzazione degli eventi non lirici.
Con la decisione della giunta di ieri, Tommasi ha giocato d'anticipo rispetto alla sentenza dei giudici sul provvedimento contestato. Il sindaco, infatti, ha direttamente tolto dalle mani di Fondazione Arena la gestione dell'extra-lirica, svuotando la società Arena di Verona dalle sue funzioni e ridando centralità al Comune.

Una mossa che le opposizioni hanno subito criticato, a partire da Verona Domani che con Tommasi aveva già il dente avvelenato per la sostituzione di Stefano Casali dalla presidenza di Agsm-Aim. «La verità è che Tommasi ha tolto la gestione ad Arena di Verona per puri motivi politici - è il commento di Verona Domani - Un gesto barbaro che, ancora una volta, si scaglia contro gli interessi della città e di migliaia di veronesi e non solo che ogni estate assistono ai concerti di extra-lirica. Arena di Verona è una macchina rodata che da anni gestiva in maniera impeccabile la stagione concertistica estiva in Arena. Ancora una volta assistiamo ad una mossa per forse accontentare una qualche promessa fatta in campagna elettorale e "piazzare" un amico. Il dialogo che hanno decantato in campagna elettorale, dovevano impiegarlo ora, con i vertici dell'azienda. Il consiglio che diamo all'amministrazione per il futuro, che vediamo buio e molto opaco, è di impiegare forze e ore di lavoro sulle cose che non funzionano in città, non di provare a fare esperimenti continui per modificare le buone iniziative della giunta precedente».

Le forze politiche di maggioranza, invece, hanno avallato la decisione di Tommasi e della sua giunta, aggiungendo anche considerazioni politiche alle semplici motivazioni logistiche descritte ieri dal Comune. «Più volte abbiamo interloquito con trasparenza e franchezza anche all’interno della maggioranza manifestando i dubbi sull’insostenibilità del dualismo che ha caratterizzato le ultime vicende di Fondazione Arena - hanno commentato gli esponenti del Partito Democratico Franco Bonfante, Alessia Rotta, Fabio Segattini, Alberto Falezza, Francesco Casella a Carla Agnoli - Crediamo non fosse più possibile proseguire nella gestione del monumento simbolo della città secondo logiche diverse, opposte, e talvolta confliggenti, come evidenziano i contenziosi tuttora aperti per le nomine in Arena di Verona. Auspichiamo che questo passaggio sia il preludio anche di una diversa filosofia di gestione dell’extra-lirica, un nuovo progetto culturale che sappia valorizzare il nostro anfiteatro per quello che realmente è: la meta più ambita di qualsiasi artista».
I consiglieri di Traguardi Beatrice Verzè, Giacomo Cona e Pietro Trincanato hanno aggiunto: «L’extra-lirica è un tassello importante della programmazione dell’offerta culturale e di intrattenimento, come pure dell’offerta turistica veronese. Per questo motivo siamo convinti che solo la gestione diretta di questo settore da parte del Comune potrà garantire nei prossimi anni un calendario di eventi importanti e di qualità. Sotto la regia diretta del Comune e attraverso la collaborazione fattiva con la Fondazione Arena, siamo certi che si potranno far conciliare il bene del monumento, quello della musica e della città intera».
Di un cambio di musica parla invece Sinistra Italiana: «Viene messo al riparo il nome della nostra città rispetto ad una gestione clientelare del settore, estranea ai suoi stessi interessi e a quelli delle categorie economiche - è il commento di Sinistra Italiana - Adesso si dovrà discutere in modo sereno e approfondito quali indirizzi gestionali il Comune di Verona intenderà perseguire per ridare slancio e dinamismo alle attività extra-liriche, sempre tenendo in considerazione che la priorità assoluta resta la stagione lirica. Una commissione qualificata di esperti, che certo non mancano nella nostra città, potrebbe vagliare tutte le numerose richieste di utilizzo dell'anfiteatro e decidere poi con criteri seri e ineccepibili, sapendo che queste attività potrebbero anche portare nelle casse del Comune fondi preziosi da destinare alla Fondazione e ai servizi per i nostri cittadini».
Ed anche +Europa ha condiviso la scelta della giunta. «Da anni il problema era sotto gli occhi dei cittadini veronesi - hanno commentato Lorenzo Dalai e Anna Lisa Nalin - L'Arena, monumento millenario, simbolo della città, declassata a palcoscenico di concerti di media, se non mediocre qualità. La giustificazione era insita nel numero dei biglietti venduti, ma questo ha portato solo un turismo "mordi e fuggi", che lascia uno strascico di problemi ed ha abbassato notevolmente la qualità di vita degli abitanti del centro storico. A tutto questo si è aggiunta una compressione dei tempi dedicati alla lirica, con riduzione degli spazi dedicati alle prove, con conseguente danno alla qualità delle rappresentazioni».

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