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Rotta: «Modello Veneto ha fallito. Zaia scarica su altri sue responsabilità»

La deputata veronese del Partito Democratico: «Nella seconda fase del contagio, il presidente del Veneto non ha preso nessuna decisione davvero utile e efficace per il contenimento dell'epidemia»

«Curva impazzita per la variante inglese, ma restiamo un modello», questo il titolo dato dal quotidiano Repubblica ad un'intervista di Fabio Tonacci al presidente presidente della Regione Veneto Luca Zaia. Un titolo che suona come una forzatura di un concetto che lo stesso Zaia ha potuto articolare meglio nel punto stampa sull'emergenza coronavirus di oggi, 11 gennaio. Un concetto che non trova d'accordo la deputata veronese del Partito Democratico Alessia Rotta. Per la parlamentare dem, infatti, Zaia starebbe usando la variante inglese come paravento per nascondere «il fallimento del modello Veneto e la drammatica crisi sanitaria in corso».

«Il Veneto ha mille ricoverati Covid in più rispetto alla prima fase - ha spiegato Rotta - Ma nessuno sa se questi malati hanno contratto la variante inglese perché, molto semplicemente, nessuno l'ha sequenziata nei pazienti. E i tanto acclamati test antigenici rapidi di prima e seconda generazione, scelti dal Veneto al posto dei test molecolari, secondo il Ministero della salute e l'Iss non vanno usati in contesti dove è necessaria la massima certezza di diagnosi, perché mostrano percentuali di falsi negativi fino al 30% circa e una sensibilità molto inferiore ai molecolari. Zaia, nonostante queste indicazioni molto chiare e in una situazione di massima emergenza, continua a testare il personale sanitario, socio-sanitario e gli ospiti delle Rsa con questi test scarsamente affidabili».

Per il presidente del Veneto, la situazione della pandemia è difficile ma è sotto controllo. «Ma allora perché i sindacati dei medici hanno inviato un esposto in procura, contestando al presidente di non aver preso misure più restrittive, autodichiarando il Veneto in zona arancione? - ha concluso Rotta - Zaia, nella seconda fase del contagio, non ha preso nessuna decisione davvero utile e efficace per il contenimento dell'epidemia. Ha costantemente scaricato le responsabilità sul Governo perché le scelte impopolari metterebbero in discussione il suo consenso. Ed è riuscito anche a dare le colpe ai cittadini: dagli operatori delle Rsa alle persone che vanno nei centri commerciali, omettendo di dire che chi li ha voluti tenere aperti è proprio lui. E, dunque, ha deciso consapevolmente di non assumersi nessuna responsabilità politica. Di tutte queste cose dovrà rispondere di fronte all’opinione pubblica».

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