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Covid, Zaia: «I ricoveri diminuiscono, ma non sprechiamo gli sforzi fatti»

Il presidente della Regione ha aggiornato sull'emergenza coronavirus in Veneto. Ed il direttore generale della sanità Flor ha aggiunto: «Se continua così potremmo riattivare alcune attività sospese»

Il presidente della Regione Luca Zaia ha tenuto un nuovo aggiornamento della situazione relativa al Covid-19 in Veneto. Insieme a lui, l'assessore regionale alla sanità Manuela Lanzarin, la responsabile della prevenzione regionale Francesca Russo, il direttore della sanità veneto Luciano Flor ed il responsabile delle microbiologie venete Roberto Rigoli.

Questa mattina, 11 gennaio, Zaia ha letto il bollettino aggiornato alle 8, in cui sono contenuti dati incoraggianti. La quantità di pazienti Covid negli ospedali della regione diminuisce, ma non è ancora tempo di cantar vittoria. «Se abbassiamo la guardia adesso buttiamo via tutto il lavoro fatto - ha commentato il presidente del Veneto - E quindi evitiamo di andare nei luoghi di assembramento se non è strettamente necessario».
E sui dati dei ricoveri è intervenuto anche il dottor Flor: «Il picco massimo dei ricoveri lo abbiamo raggiunto il 31 dicembre e da allora il numero dei pazienti Covid nelle terapie intensiva è in costante calo. Questo significa avere più posti letto liberi. Posti che questa mattina erano 96, quindi non siamo messi male. E se in prospettiva questa tendenza alla diminuzione continuerà nei prossimi giorni, potremmo anche pensare di riattivare qualche attività che abbiamo sospeso per avere totale disponibilità sui malati Covid».

Luca Zaia ha poi riferito di aver partecipato ad una videoconferenza importante con il Governo sul tema delle classificazioni del rischio Covid delle Regioni. La posizione del presidente del Veneto e di altri governatori è che «ci deve essere una voce univoca, una base scientifica, perché non si possono decidere delle limitazioni in base al sentimento. E i dati devono essere uniformi».
La voce univoca deve essere quella dell'Istituto superiore per la sanità (Iss), il quale è l'organo che gestisce il maggior numero di informazioni sull'andamento della pandemia in Italia. Ma tra queste informazioni c'è anche il dato dell'incidenza del coronavirus sulla popolazione. «Un dato scientifico - ha sottolineato Zaia - ma si può paragonare l'incidenza di regioni diverse, solo se tutte eseguono lo stesso numero di tamponi. Quindi penso che ormai sia un dato superato».

Nel suo intervento, il dottor Rigoli ha approfondito l'ultima circolare del Ministero della salute sulla diagnostica legata al coronavirus. Un documento che conferma la linea intrapresa fin da subito dalla Regione Veneto, soprattutto sui tamponi rapidi. Sulla stessa circolare ha parlato anche la dottoressa Russo, la quale si è concentrata sulla novità più importante introdotta dal documento. Cambia, infatti, la definizione di caso positivo al coronavirus. D'ora in poi, si è positivi al virus se risulta positivo il tampone molecolare o se risulta positivo un tampone rapido di terza generazione. La circolare chiede inoltre di fare attenzione ai negativi e quindi chiede di svolgere un secondo tampone a distanza di qualche giorno nel caso in cui un cittadino fosse sintomatico o nel caso in cui avesse avuto un contatto diretto con un positivo.

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