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Coronavirus, Zaia: «Crescono i ricoveri ma nelle aree non critiche»

Il presidente ha ricordato le cinque soglie di allerta, segnalando che Belluno e Treviso sono entrate nella terza fascia, mentre le altre sono ancora in seconda

Una lettura veloce del bollettino di questa mattina, 27 ottobre, e poi una panoramica complessiva sull'andamento dell'emergenza coronavirus in Veneto. È ciò che ha fornito oggi il presidente regionale Luca Zaia, ribadendo anche la sua posizione già espressa ieri sull'ultimo dpcm del premier Giuseppe Conte e ricordando che da domani entrerà in vigore l'ordinanza che impone la didattica a distanza a rotazione per il 75% degli studenti delle scuole superiori.

Proprio analizzando i dati del bollettino, Zaia si è soffermato sull'aumento dei ricoverati a causa del virus. E la maggior parte di questi ricoverati non è in terapia intensiva. «Ormai il rapporto è di 1 a 9 - ha spiegato il presidente del Veneto - Quindi per ogni paziente Covid in terapia intensiva, ce ne sono nove nelle aree non critiche. Un rapporto più basso rispetto all'ondata epidemica della primavera scorsa, quando invece abbiamo avuto circa un ricoverato su tre era in terapia intensiva. Quindi adesso è predominante il ricovero dei malati positivi al virus in raparti come le pneumologie, le malattie infettive o le sub-intensive».

Ed i dati del bollettino servono ogni giorno per individuare le azioni da intraprendere, seguendo il piano che la Regione si è data. Un piano suddiviso in cinque fasi e basato sulla presenza dei malati Covid negli ospedali. Quando era stato presentato il piano, le province venete si trovavano nella seconda fascia di rischio, l'allerta azzurra. Ma la situazione è peggiorata e quindi la provincia di Belluno, ha dichiarato Zaia, è ormai salito al terzo grado di allerta, quello giallo. E probabilmente sarà subito seguita dalla provincia di Treviso. Mentre per le altre province, l'allerta gialla potrebbe scattare tra qualche giorno se la tendenza sarà confermata. «Quindi abbiamo avvisato i direttori generali delle varie Ulss di prepararsi perché gradualmente andremo a riattivare gli ospedali-Covid, perché noi non vogliamo mai scendere sotto i 200 posti letto di terapia intensiva per pazienti non-Covid», ha detto il presidente regionale.

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