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Legge sul fine vita in Veneto: raccolte duemila firme a Verona, ma c'è chi si oppone. Il dibattito a Porta Palio

La proposta di legge popolare approderà in Consiglio regionale martedì 16 gennaio. La sera prima, alle ore 20.45 nella Sala civica Facincani, si terrà una serata di approfondimento

In data 16 gennaio 2024 il Consiglio regionale del Veneto voterà la proposta di legge di iniziativa popolare che regola la procedura e i tempi per l’assistenza sanitaria alla morte volontaria medicalmente assistita, il cosiddetto "suicidio medicalmente assistito", in attuazione della sentenza della Corte costituzionale n. 242 del 2019. Il giorno del voto, sarà presente in Consiglio anche il presidente Luca Zaia che, in più occasioni, si è espresso favorevolmente affinché si arrivi ad una legge sul fine vita. Italia Viva Verona, in considerazione anche della rilevanza del tema che tocca le coscienze di molti cittadini, ha ritenuto importante organizzare un dibattito di approfondimento sulla proposta di legge. Si tratta di un incontro nel corso del quale saranno esposte sia le posizioni a favore che quelle contrarie all’approvazione della legge, nel tentativo di fornire ai partecipanti un contributo critico sul quale basare una propria opinione informata. L’incontro si terrà lunedì 15 gennaio alle ore 20.45 nella Sala civica Facincani presso Porta Palio a Verona.

«L’accesso alla morte volontaria medicalizzata - ha spiegato la presidente provinciale di Italia Viva Valeria Pernice - è già riconosciuto come un diritto in Italia per le persone in possesso dei requisiti stabiliti dalla Consulta ossia per le persone affette da malattia irreversibile fonte di sofferenze intollerabili, fisiche o psicologiche, dipendenti da trattamenti di sostegno vitale ma in grado di prendere decisioni libere e consapevoli». Sempre da Italia Viva ricordano come nella nostra Regione ci siano già stati «i casi di Stefano Gheller nel bassanese e di "Gloria" nel trevigiano, per i quali le aziende sanitarie interessate, pur in assenza di una legge di dettaglio regionale, hanno dato attuazione alla sentenza della Corte costituzionale».

Da Italia Viva quindi precisano: «L’obiettivo della proposta di legge regionale è uniformare la procedura e dare tempi certi affinché chi, avendone i requisiti, intende porre fine alle proprie sofferenze, possa scegliere la modalità che ritiene più dignitosa per congedarsi dalla vita». Si tratta di un tema molto sentito dai cittadini, in particolare quelli della nostra Regione che, stando ai numeri forniti sempre da Italia Viva, in meno di cinque mesi hanno sottoscritto la proposta in 9.072 (il minimo richiesto dalla legge è 7.000), con oltre 2.000 firmatari nella sola Verona e provincia. La provincia di Verona è infatti seconda, dopo Vicenza, per il numero di firme raccolte in Veneto.

Italia Viva ricorda ancora che la proposta di legge è «trasversale e sottoscritta da elettori di destra, sinistra e di area cattolica». È stata presentata anche in altre Regioni, ma il Veneto è la prima in cui approda al vaglio del Consiglio: «L’esito del voto - evidenziano da Italia Viva - potrà influenzare l’iter legislativo delle altre Regioni». All’incontro di lunedì 15 gennaio, che sarà moderato dal giornalista Lillo Aldegheri, interverranno Valeria Pernice (presidente provinciale di Italia Viva), Laura Parotto (avvocato e componente del comitato promotore la proposta di legge regionale "Liberi Subito"), Mariafrancesca Salzani (consigliera comunale, responsabile delle politiche sociali di Italia Viva Verona), Maddalena Morgante (avvocato e deputato di Fratelli d’Italia, componente della XII Commissione Affari Sociali) e Alberto Bozza (avvocato e consigliere regionale di Forza Italia, componente della I, III e VI Commissione regionale).

Su posizioni molto critiche è apparso Massimiliano Zannini, coordinatore regionale del Popolo della Famiglia Veneto e consigliere municipale a Mestre, il quale ha rivolto nelle ultime ore un vero e proprio appello agli eletti in Regione in vista del voto del 16 gennaio in Consiglio regionale, parlando al riguardo di «progetto suicidiario» da fermare e cercando in tal senso tra i consiglieri degli «eroi a favore della vita e contro la cultura della morte». Sempre secondo Massimiliano Zannini, infatti, bisognerebbe ricordare che «la morte è un evento irreversibile e legiferare a favore di essa per qualsiasi ragione, rimane sempre e comunque un atto incostituzionale e di estrema arroganza verso il cittadino». Zanini ha infine aggiunto: «Come Popolo della Famiglia sollecitiamo tutti i consiglieri regionali in carica a votare contro questa legge pericolosa, operando piuttosto per una migliore sanità regionale che rimetta al centro la persona, consentendo al personale sanitario di lavorare in un clima più sereno ad ogni livello».

Sempre nelle ultime ore, sull'argomento è infine intervenuta direttamente l'associazione Luca Coscioni attraverso una nota di chiarimento: «Nel merito della proposta di legge sul fine vita in questi giorni se ne sono sentite e lette di tutti colori, dunque ci permettiamo di tornare sulla questione. A chi insiste con la tesi dell'incostituzionalità, ricordiamo che (come confermato dalla Commissione di garanzia del Veneto, del Piemonte e di altre Regioni come l’Emilia-Romagna, l’Abruzzo, la Toscana e il Friuli-Venezia Giulia) la nostra legge non introduce nuovi diritti, ma individua tempi e procedure per l’attuazione di diritti già esistenti, proprio muovendosi nello spazio riservato dalla Costituzione alle Regioni. Il testo presentato intende, infatti, dare attuazione in tempi certi al quadro normativo che a livello nazionale si è delineato con la sentenza della Corte costituzionale numero 242 del 2019 sull’aiuto alla morte volontaria».

Dall'associazione Luca Coscioni quindi rimarcano: «È bene dunque smetterla di nascondersi dietro a un dito, magari da parte di persone che poi fanno finta di battersi per l’autonomia regionale ma sono pronti a negarla se questo serve a impedire l’esercizio di diritti individuali. Ancora peggio è il comportamento di coloro che fanno circolare palesi falsità, raccontando pubblicamente che con la legge ogni persona con fragilità psichiatrica viene mandata a morire. La proposta - spiegano quindi dall'associazione Luca Coscioni - riguarda infatti solo le persone capaci di intendere e di volere, e in particolare definisce tempistiche certe per chi è in possesso di una serie di specifici requisiti e consapevolmente sceglie, dopo una meticolosa indagine ad opera di dottori con competenze multidisciplinari scelti dal Servizio Sanitario Nazionale, di accedere alla tecnica della morte volontaria assistita. Questa è la legge che si andrà a votare. Tutto il resto è propaganda, - concludono dall'associazione Luca Coscioni - realizzata nel maldestro tentativo di spaventare un’opinione pubblica ampiamente favorevole al diritto di scelta sul fine vita, come testimoniato da tutti i sondaggi in materia».

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