rotate-mobile
Politica

Fine vita, martedì il voto. Zaia sarà in aula ma potrebbe non bastare

Il consiglio regionale si deve pronunciare sulla proposta che stabilisce tempi certi per la pratica del suicidio medicalmente assistito. Il presidente è a favore, ma la Lega è divisa ed è compatto il no di Fratelli d'Italia

Il peso politico di Luca Zaia potrebbe non bastare martedì prossimo, 16 gennaio, per far passare in consiglio regionale la proposta di legge popolare sul fine vita. È noto che il presidente della Regione Veneto è a favore del provvedimento con cui sarebbero stabiliti tempi certi per la pratica del suicidio medicalmente assistito. E Zaia ha confermato che martedì prossimo sarà in aula per un voto da lui ritenuto «non politico».

Ma anche se Zaia non lo ritiene un pronunciamento politico, per molti consiglieri il voto di martedì sarà politico. Così politico da andare anche oltre le alleanze fra i partiti e l'unità dei partiti stretti. All'interno della Lega, ad esempio, ci sarà libertà di coscienza e questo significherà che non ci sarà un voto compatto dei consiglieri leghisti, né a favore né contro la proposta di legge sottoscritta da più di 9mila cittadini e presentata dall'associazione Luca Coscioni.
Ed anche se tutti i consiglieri leghisti votassero a favore, come probabilmente farà il presidente Zaia, la maggioranza non sarà comunque compatta perché sicuramente mancheranno i voti dei consiglieri di Fratelli d'Italia. I meloniani, infatti, hanno manifestato la loro contrarietà all'approdo in aula di una legge giudicata un «manifesto politico sul fine vita». I consiglieri di Fratelli d'Italia voteranno dunque contro e intendono «coinvolgere in modo trasversale e non partitico quanti credono sia doveroso avere la massima cautela, pudore e rispetto della dignità della vita dell’uomo nell’affrontare un tema così delicato». Con l'obiettivo di «rappresentare la voce di richiesta di maggiori cure, di migliore tutela per le persone rese fragili dalla malattia e la voce delle famiglie che vivono il dolore in grande e dignitoso silenzio, spesso nella solitudine nella cura quotidiana del proprio ammalato».
E su questo Fratelli d'Italia ha l'appoggio dell'associazione Pro Vita & Famiglia, che attraverso il suo portavoce Jacopo Coghe ha chiesto a tutto il Consiglio Regionale del Veneto «di respingere la proposta di legge sul suicidio assistito in quanto manifestamente incostituzionale, segnalando in particolare alla maggioranza di centrodestra non solo la totale estraneità dell’iniziativa dal programma politico presentato ai cittadini veneti alle ultime elezioni amministrative, ma la sua diretta contrapposizione col panorama valoriale della stessa maggioranza a livello nazionale».

Serviranno dunque i voti compatti dei consiglieri di opposizione per far passare la proposta. E proprio dall'opposizione è arrivato un appello al voto favorevole da parte della consigliera del Veneto Che Vogliamo Elena Ostanel. Anche lei ritiene che si tratti di un voto politico, contrariamente a quanto crede Zaia. Ma per Ostanel, quello di martedì è anche un appuntamento con la storia: «Abbiamo l'opportunità di segnare un passo - ha detto la consigliera - L'opportunità di essere la prima Regione ad approvare una proposta di legge che dà regole e tempi certi per poter scegliere liberamente sul proprio fine vita».

In Evidenza

Potrebbe interessarti

Fine vita, martedì il voto. Zaia sarà in aula ma potrebbe non bastare

VeronaSera è in caricamento