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Venerdì, 26 Aprile 2024
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Consiglio comunale di Verona, Maschio firma le dimissioni da presidente

Continuerà a svolgere il suo mandato da consigliere del gruppo di Fratelli d'Italia. «Lascio la carica per far fronte ai crescenti impegni politici che mi vedono in prima linea a livello nazionale e territoriale»

Quello di ieri, 3 giugno, è stato l'ultimo consiglio comunale da presidente per Ciro Maschio. Questa mattina, Maschio ha firmato le dimissioni da presidente del consiglio comunale, ruolo ricoperto dal 2017.
Ora sarà il vicepresidente vicario Paolo Rossi a subentrare per tutti gli adempimenti, che porteranno entro 30 giorni a nuove elezioni. Per arrivare al voto, infatti, dovrà essere attivata la procedura e presentata all’aula la relativa proposta di delibera. Il nuovo presidente, per essere eletto al primo turno, dovrà ottenere due terzi dei voti, ossia 25 preferenze, espresse con scrutinio segreto.

Ciro Maschio continuerà a svolgere il suo mandato da consigliere del gruppo di Fratelli d'Italia. «Dopo quasi quattro anni alla presidenza di questa importante aula consiliare - ha commentato - lascio la carica per far fronte ai crescenti impegni politici che mi vedono in prima linea a livello nazionale e territoriale. Fratelli d'Italia è cresciuto, per questo intendo dedicarmi con ancor più forza ai prossimi importanti traguardi, sia amministrativi che provinciali e nazionali. Un cambiamento, quindi, che ha alla base una crescita politica. L’esperienza alla presidenza del consiglio comunale di Verona è stata straordinaria, ho dedicato questi anni a rispettare l’impegno preso con gli elettori e il ruolo affidatomi dall’aula. Sia a Verona che in Parlamento continuerò a fare del mio meglio per la città, oltre che per il partito in qualità di coordinatore provinciale».

Sarcastico il commento del consigliere di minoranza Michele Bertucco, che non crede alle motivazioni espresse da Maschio per spiegare le sue dimissioni da presidente del consiglio comunale ma non da consigliere. «Maschio resta aggrappato al ruolo di consigliere - ha sostenuto Bertucco - perché se si dimettesse anche da quello entrerebbe in consiglio comunale Mimma Perbellini, che come altri usò Fratelli d'Italia come salvagente per cercare di riciclarsi nella politica cittadina dopo l'affondamento della corazzata tosiana. E senza riuscirci. Ragion per cui Mimma è tornata prontamente ad essere tosiana e ora è avversaria politica di Maschio. Sarebbe ora di finirla con questa storia dei tripli e quadrupli incarichi: Ciro Maschio è segretario politico a Verona, commissario politico a Padova, parlamentare, componente della Commissione parlamentare giustizia, membro e segretario della Giunta per le autorizzazioni. Come può svolgere con diligenza anche l’incarico di consigliere comunale? Serve una legge per obbligare a seguire il buon senso? I superman non esistono e Maschio è molto lontano dall’esserlo. Un’altra ragione della scelta è che, ad un anno dalle elezioni comunali, le geometrie variabili del centrodestra cominciano a muoversi».
«Quanti incarichi deve avere ancora Ciro Maschio per ritenersi soddisfatto?», si è chiesto il consigliere comunale del Partito Democratico Federico Benini. Anche lui, come Bertucco, ha criticato l'ex presidente del consiglio comunale per la sua decisione di rimanere consigliere. Una decisione, secondo Benini, dettata dalla «necessità di tenersi le mani libere in vista delle elezioni comunali del 2022, quando il centrodestra dovrà arrivare a scegliere un candidato sindaco, che potrebbe non essere Sboarina, visti i rapporti tutt'altro che buoni dell'attuale primo cittadino con ampi settori della maggioranza di centrodestra».

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