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Smottamenti sul Garda, PD: «Siano sospesi i lavori per la ciclovia»

I democratici veronesi chiedono che il progetto sia sottoposto a «un approfondimento tecnico e finanziario, con un'attenta verifica sulla sicurezza e sulle alternative sostenibili ai tratti agganciati alle falesie o ai costoni rocciosi»

Sospendere i lavori alla ciclovia del Lago di Garda. Lo chiedono esponenti veronesi del Partito Democratico dalla sponda veneta del lago, auspicando negli appoggi dalla sponda bresciana e da quella trentina.

La richiesta è arrivata a circa un mese dall'ultimo smottamento avvenuto sul lago. A Tremosine, nel territorio bresciano vicino al confine trentino, una parte del costone ha ceduto danneggiando anche la condotta fognaria, che da allora continua ancora a sversare reflui nel lago, invece di indirizzarli verso il depuratore. «Siamo davanti al problema dell’estrema fragilità del sistema Lago di Garda che la crisi climatica in corso aggrava con pesanti ripercussioni su tutti i versanti», hanno commentato Franco Bonfante, segretario provinciale PD Verona, la consigliera regionale Anna Maria Bigon, il responsabile ambiente e territorio del PD di Verona Efrem Bigon, la consigliera comunale di Garda Lorenza Ragnolini e il segretario del circolo PD di Peschiera del Garda Marco Cofani, i quali sostengono che quest'ultima frana abbia «messo il dito nella piaga di due gravi questioni irrisolte: da una parte il sistema di collettamento e depurazione del Lago di Garda e dall’altra parte l’opportunità di proseguire i lavori della ciclovia, soprattutto sui tratti rocciosi più esposti, a picco sull’acqua, i cui costi sono peraltro diventati elevatissimi».

Lavori della ciclovia che sono stati contestati anche dalle associazioni ambientaliste, come Italia Nostra che ha ribadito i suoi dubbi sull'opera dopo lo smottamento di Tremosine. Ma la posizione del PD veronese non è ideologica. Bonfante e gli altri esponenti dem non chiedono lo stop definitivo ai lavori della nuova ciclovia. La sospensione da loro richiesta è temporanea e circoscritta «alle zone più a rischio di frane o smottamenti». E per il PD scaligero, l'opera potrà essere portata avanti ma solo dopo una «un approfondimento tecnico e finanziario sul progetto, che contenga una attenta verifica di sicurezza e delle alternative sostenibili ai tratti di ciclovia agganciati alle falesie o ai costoni rocciosi».

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