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Voto incerto in consiglio regionale per la proposta di legge sul fine vita

Domani comincia il dibattito sull'iniziativa dell'associazione Luca Coscioni sostenuta con oltre 9mila firme. Zaia è per il sì, ma svuota il voto da contenuti politici. E se la Lega sarà determinante per il passaggio, i Pro Vita annunciano «travaso di voti dal Carroccio a Fratelli d'Italia»

Domani mattina, 16 gennaio, a partire dalle 10.30 il consiglio regionale del Veneto comincerà a discutere la proposta di legge di iniziativa popolare dal titolo "Procedure e tempi per l'assistenza sanitaria regionale al suicidio medicalmente assistito ai sensi e per effetto della sentenza 242 del 2019 della Corte Costituzionale". È il progetto di legge presentato dall'associazione Luca Coscioni con oltre 9mila firme che tratta della regolamentazione sulle procedure di fine vita.

Su questo tema, oggi alle 20.45, si terrà un incontro-dibattito in Porta Palio organizzato da Italia Viva Verona. Un appuntamento in cui saranno approfondite le argomentazioni di chi è a favore e di chi è contro una pratica che divide l'opinione pubblica e spacca anche il consiglio e la giunta regionale.
L'esito del voto di domani è tutt'altro che scontato, nonostante il pieno appoggio del presidente della Regione Luca Zaia. «In un paese civile si deve adottare una legge - ha dichiarato Zaia all'Agenzia Dire - Non possiamo gestire queste situazioni semplicemente considerando i cittadini sofferenti che si appellano a una sentenza della Corte Costituzionale. Non strizzo l'occhio a sinistra, i temi etici devono essere separati dal pensiero politico. Bisogna mettere in ordine i ragionamenti e le informazioni e questo tema non è oggetto di battaglia politica, ognuno vota quello che vuole. Andrò in consiglio regionale a parlare, a portare questo ragionamento e non per promuovere ma per una ragione di civiltà e con massimo rispetto per chi non la pensa così. Poi, sarà quello che sarà, ma io invito a non dare contenuti politici a questo voto perché per noi non ne ha».

Ma se Zaia è a favore, all'interno della sua giunta c'è chi è schierato per il voto contrario. «Il Veneto rischia di essere la prima regione ad affrontare il tema del fine vita in un modo profondamente sbagliato. Il suicidio medicalmente assistito è un’aberrazione giuridica, etica, morale e sociale - ha dichiarato l'assessora Elena Donazzan - Credo che la mia Regione debba aiutare la vita, sostenere la speranza ed essere di conforto alle persone disperate e alle loro famiglie. Quello che dobbiamo chiederci è: abbiamo fatto tutto quello che c’è da fare sulle cure palliative? Abbiamo delle strutture adeguate ad alleviare la sofferenza delle persone con difficoltà? Trovo sconvolgente pensare che la soluzione sia l’eliminazione».

E la divisione tra Zaia e Donazzan è emblematica della divisione che ci sarà in consiglio regionale tra consiglieri leghisti e consiglieri di Fratelli d'Italia. I meloniani sono compatti nel votare contro la proposta di legge, mentre nel gruppo del Carroccio ci sarà libertà di scelta ed è difficile calcolare quanti saranno i consiglieri allineati con Zaia e quanti invece voteranno come i colleghi di Fratelli d'Italia. Anche perché il rischio è che si concretizzi quanto preannunciato da Jacopo Coghe, portavoce di Pro Vita. «Se la Lega o il gruppo di Zaia saranno decisivi per l'approvazione della proposta di legge sul suicidio assistito in Veneto, dalle imminenti elezioni Europee a quelle amministrative lavoreremo sui territori per un imponente travaso di voti dal Carroccio a Fratelli d'Italia, rimasta coerentemente contraria. Non si tratta di una minaccia, ma sarebbe la diretta conseguenza di un tradimento politico e valoriale».

Pro Vita che hanno propri diretti rappresentanti nel consiglio regionale, anche se si è formato un gruppo di consiglieri allineati con le posizioni della onlus di Coghe. Gruppo capitanato dal consigliere veronese Stefano Valdegamberi, il quale aveva presentato un progetto di legge alternativo sulle cure palliative, le terapie antidolore e i caregiver, nella speranza di discutere insieme i due provvedimenti. Ma domani si discuterà solamente la proposta dell'associazione Coscioni. «Questo dimostra come la cultura della morte prevalga sulla cultura della vita. Questo mi rattrista molto: mentre per la legge pro-morte si sono sollevati in molti con grande risonanza mediatica, per la legge pro-vita nessuno si è interessato: nessuno ha voluto capire la ratio ma soltanto creare polemiche mediatiche per farla affossare sul nascere».

Mentre anche a livello nazionale, le fazioni politiche favorevoli alla proposta in discussione domani guardano al Veneto come ad un esempio. «È una scelta coraggiosa che va incontro alle nuove sensibilità in tema di fine vita - ha dichiarato la deputata di Alleanza Verdi e Sinistra Luana Zanella - La maggioranza di destra in Parlamento ostacola la discussione di una legge, noi abbiamo presentato una nostra proposta ma temiamo che non si arriverà a discuterla per via del muro oscurantista dominante. Questo rende la discussione che domani inizia nel consiglio regionale del Veneto uno stimolo per altri territori».

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