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Quarella si dimette e getta le colpe della crisi sul leghista Pedrotti

Il sindaco di Pescantina lascia il suo incarico e fino alle prossime elezioni il Comune sarà affidato ad un commissario. «Il vicesindaco ha fatto cadere la maggioranza». Ma la Lega replica: «Quarella è vittima di sé stesso»

Davide Quarella si è dimesso da sindaco di Pescantina. Il Comune sarà ora affidato ad un commissario nominato dal prefetto Demetrio Martino fino alle prossime elezioni amministrative, in programma a metà 2024. Il commissariamento di Pescantina durerà dunque circa sette mesi. E probabilmente durerà poco meno la campagna elettorale, anche se già con questa crisi, Quarella ha cominciato a smarcarsi, scaricando le colpe del fallimento sul vicesindaco, il leghista Davide Pedrotti.

Ieri, 20 novembre, l'ormai ex sindaco di Pescantina ha infatti scritto due lettere in cui è possibile leggere tra le righe la cronistoria di questa crisi amministrativa. La prima lettera è quella formale; quella che Quarella ha scritto alla segretaria del Comune di Verona Carmela Vitetta per ufficializzare le sue dimissioni. In questo messaggio, Quarella accenna al consiglio comunale del 28 settembre scorso, quello in cui la maggioranza non approvò nessuno dei punti all'ordine del giorno. La crisi era già in atto, ma da quel consiglio comunale nessuno ha più potuto nasconderla. La risposta di Quarella è arrivata dopo circa un mese con l'azzeramento della giunta e con tre settimane di colloqui all'interno delle forze di centrodestra. Colloqui che dovevano portare ad una nuova maggioranza e che invece si sono conclusi con le dimissioni del primo cittadino.

È però nella seconda lettera, quella indirizzata ai cittadini di Pescantina, che Quarella spiega le ragioni della crisi. Ragioni che il sindaco dimissionario sintetizza con queste espressioni: «litigi interni» ed «egoismi personali». Litigi ed egoismi che avrebbero frammentato la maggioranza e che non avrebbero più consentito a Quarella «di guardare con lucidità al bene della città». E per questo il sindaco si è dimesso.

Ma nel dimettersi, Quarella ha gettato la croce sul leghista Pedrotti. «La crisi va cercata unicamente nella figura del vicesindaco che mal si adatta ad un ruolo secondario - si legge nel messaggio ai cittadini di Quarella - Dopo aver perso per strada uomini e donne della sua coalizione ed aver provocato una crisi nel centrodestra, si ritiene ora vittima della stessa politica che lui ha creato. Nella mia maggioranza ha sempre esercitato un ruolo importante tanto da accreditarsi un 70% delle deleghe, sempre sottoponendo tale richiesta ad un ricatto politico. L’uscita dalla maggioranza di Fratelli d’Italia è stata una conseguenza della sua poca lucidità politica. Già nella formazione delle liste chiedeva il non inserimento di Forza Italia. Per poi farmi mettere alla porta collaboratori della lista Idea per Pescantina a lui poco graditi. Oggi, per un'analisi politica del tutto priva di significato, si è assunto l'onore di far cadere con i suoi voti la maggioranza. La fa cadere sull'utilizzo dell'avanzo di bilancio che prevedeva l'estinzione anticipata di mutui per circa 1,3 milioni di euro, sul bilancio consolidato che di fatto ha bloccato l'assunzione di personale già colloquiato, sulla variazione di bilancio che cofinanziava al 50% progetti di videosorveglianza per i quali avevamo ottenuto finanziamenti a fondo perduto, che andranno persi».

Ma il segretario provinciale della Lega di Verona Paolo Borchia difende Pedrotti e definisce Quarella «vittima di sé stesso in cerca colpevoli». Borchia ha ringraziato gli esponenti della Lega che hanno svolto il loro lavoro nell'amministrazione di Pescantina. «Troppo spesso chi lavora nell’interesse dei cittadini si rivela scomodo e quindi viene attaccato - ha commentato Borchia - Le accuse rivolte al vicesindaco Pedrotti che, insieme agli assessori Menon e Sorio, ha sempre lavorato con impegno e serietà, sopperendo a tante carenze, ci fanno capire quanto preoccupasse la visibilità del lavoro della Lega. Finché noi pensavamo a Pescantina, altri pensavano alle elezioni».

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