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Martedì, 30 Aprile 2024
Politica

Case di riposo, PD: «La Regione le finanzi con 100 milioni di euro»

Contro il rischio di un nuovo aumento delle rette, Bigon chiede l'approvazione di una mozione che prevede un sostanzioso stanziamento

A partire dal prossimo mese di gennaio, le rette delle case di riposo veneto rischiano un nuovo aumento. E nel frattempo le liste d'attesa per le visite si allungano. Fanno ancora discutere gli interventi dell'ex direttore generale della sanità veneta Domenico Mantoan e l'allarme lanciato da Roberto Volpe, presidente di Uripa, l'associazione dei gestori delle case di riposo.

Mantoan, ora nel direttivo di Agenas, ha presentato un'indagine condotta insieme a Fondazione The Bridge dal titolo "Monitoraggio ex-ante dei tempi di attesa delle prestazioni ambulatoriali". Un'indagine a cui non tutte le regioni hanno partecipato e a cui il Veneto ha partecipato solo con tre Ulss. E i dati del monitoraggio mostrano che non sempre in regione le scadenze delle visite vengono rispettate. Mediamente le visite che hanno una priorità entro 10 giorni vengono rispettate in circa l'80% dei casi. E una percentuale simile si registra anche per le visita con priorità entro 30 giorni.
L'altro tasto dolente del servizio socio-sanitario regionale è quello delle case di riposo, dove con l'arrivo del nuovo anno le rette potrebbero essere ancora una volta ritoccate. In sostanza, per far quadrare i conti, verrebbe chiesto un ulteriore sacrificio alle famiglie degli ospiti degli istituti.

Su entrambi i temi è intervenuto il deputato veronese di Forza Italia Flavio Tosi, che ha chiesto soldi e risposte alla Regione Veneto. Soldi che anche il Partito Democratico chiede di mettere nel piatto con una mozione. Decine di migliaia di famiglie veronesi e venete con un parente ospite nei centri di servizio del territorio si attendono un atto di responsabilità da parte della Regione Veneto - hanno dichiarato la consigliera regionale Anna Maria Bigon ed il segretario provinciale del PD di Verona Franco Bonfante - Venga votata la mozione per destinare 100 milioni di euro a sostegno delle case di riposo veronesi e venete, scongiurando l’ennesimo aumento della componente alberghiera delle rette che sarebbe insostenibile per le famiglie. Dal picco del Covid ci sono stati almeno tre aumenti che hanno fatto schizzare in alto la quota di competenza delle famiglie di almeno 5 euro al giorno per almeno 1.825 euro all’anno. La Regione Veneto non è priva di responsabilità in tale contesto, perché i rincari sono sì, frutto della spirale inflativa che ha colpito alimenti e beni energetici, nonché del sacrosanto aumento del costo del lavoro derivante dall’adeguamento dei salari degli operatori, ma la mancanza delle necessarie riforme delle Ipab rende il sistema Veneto poco competitivo ed innovativo, zavorrato da costi che, con i giusti strumenti, potrebbero essere attenuati, anche a beneficio del benessere degli ospiti».

E per le liste d'attesa è preoccupata anche Barbara Guidolin, senatrice veneta del Movimento 5 Stelle: «Il crescente numero di cittadini che affrontano lunghe attese per ricevere cure e interventi medici è un problema urgente da affrontare con determinazione. È inaccettabile che i pazienti siano costretti a sopportare tempi di attesa eccessivi per accedere a servizi essenziali di salute, mettendo a rischio la salute stessa. Le istituzioni regionali devono adottare misure tempestive per ridurle».

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