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Martedì, 30 Aprile 2024
Politica

Sì del Senato all'autonomia, Lega in festa e alleati soddisfatti

Sono soprattutto i leghisti veneti ad esultare per il risultato raggiunto. Fratelli d'Italia e Forza Italia rivendicano i rispettivi ruoli. Mentre il M5S esprime preoccupazioni per una riforma «che aumenta le disuguaglianze»

Sono soprattutto il Veneto e la Lega ad entusiasmarsi per il voto di ieri, 23 gennaio, con cui il Senato ha dato il via libera al disegno di legge sull'autonomia differenziata. Nessun trionfalismo invece tra gli alleati del Carroccio, che comunque rivendicano un altro impegno mantenuto dal Governo di Giorgia Meloni. Mentre dalle opposizioni si alzano critiche sul provvedimento.

Il primo che ha gioito dopo l'approvazione della maggioranza dei senatori di ieri è stato Luca Zaia, presidente di un Veneto in cui si è tenuto anche un referendum per chiedere l'autonomia differenziata delle Regioni. «Il Veneto è stata l’apripista di un percorso che, una volta portato termine, sarà occasione di progresso e giovamento per tutte le realtà territoriali», ha commentato Zaia, consapevole comunque che la strada da percorrere è ancora lunga, come ribadito anche dal presidente del consiglio regionale Roberto Ciambetti: «Quando si vuole dar vita e costruire qualcosa di veramente importante, occorrono molto tempo e anche molta pazienza. E la nostra pazienza e la volontà sono molto forti. Noi non molliamo».

Non è ancora completa, ma è comunque ben instradata la riforma sull'autonomia differenziata. Una riforma targata Lega, partito che ieri ha festeggiato per il passo avanti fatto. «La Lega continuerà a combattere contro i pregiudizi ideologici di chi sostiene una concezione centralista dello Stato solo perché ha paura della sfida all’efficienza che il regionalismo differenziato impone», ha dichiarato la senatrice Erika Stefani. «L'autonomia è il coronamento di un sogno e di 40 anni di battaglie politiche della Lega - ha aggiunto la senatrice Mara Bizzotto - Sarà una grande rivoluzione democratica che cambierà il nostro Paese e che porterà enormi benefici a tutta l’Italia, che uscirà finalmente dalla sabbie mobili del centralismo romano. E ora si va avanti spediti e compatti per arrivare il prima possibile all’approvazione definitiva dell’autonomia da parte della Camera». Ed il segretario provinciale della Lega di Verona Paolo Borchia ha commentato: «Sono emozionato e fiero del mio partito. Un'opportunità storica e unica per tutto il Paese. Una riforma epocale».

Toni più composti tra gli alleati di governo. Marina Marchetto Aliprandi di Fratelli d'Italia sposta l'attenzione sulla premier Meloni che «ancora una volta mantiene gli impegni presi con i cittadini e con solerzia, capacità ed estrema serietà dà ulteriore dimostrazione di una leadership forte». In più la deputata nega che nel suo partito ci sia ostilità nei confronti di una riforma di «ottimizzazione economica delle Regioni che migliora i servizi resi al cittadino».
E di una vittoria anche di Forza Italia parlano i consiglieri regionali Elisa Venturini, Alberto Bozza e Fabrizio Boron. «L'autonomia è al primo punto del programma di Forza Italia in Veneto, il nostro partito è da sempre liberale e anti-statalista, quindi naturalmente autonomista - hanno dichiarato - Non è un caso che sia stato il centrodestra a compiere oggi in Senato questo passo importantissimo, con Forza Italia che si è fatto garante dell’equilibrio dell’alleanza per consentire la concretizzazione di questo passaggio storico».

«Preoccupazioni per l'equità e l'unità nazionale in Italia», sono state invece espresse dalle senatrice del Movimento 5 Stelle Barbara Guidolin del M5S, che ha commentato: «Non siamo contrari al principio di autonomia, presente anche nella nostra Costituzione, ma siamo contrari a questa autonomia che aumenta le disuguaglianze e ciò potrebbe tradursi in cure accessibili solo a chi può permettersele, mettendo a rischio la salute delle persone con redditi più bassi».

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