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Cronaca

Scuole senza soldi, lallarme dei presidi

Contro i tagli: "Ci costringono a chiedere aiuto alle famiglie"

Maffei, Messedaglia e Ferraris lanciano l’allarme. “Questo è un attentato alla scuola pubblica”, ha tuonato Francesco Butturini, preside del liceo Maffei. Dichiarazione condivisa anche dagli altri due dirigenti scolastici, alla vigilia della manifestazione studentesca prevista per domani e in concomitanza con Job&Orienta.

Ha continuato Butturini: “Quest’anno il taglio è stato intorno al 30-40% rispetto all’anno scorso. Siamo costretti a chiedere contributi alle famiglie, così non si può andare avanti. Ma i veri tagli sono quelli alle cattedre e alla didattica, troppo numerosi. Praticamente non abbiamo più autonomia”.

“Ormai siamo al collo dell’imbuto”, fanno sapere dal Fracastoro. “La scuola non è una priorità del governo, si è capito - ha detto il preside Luciano Carazzolo -. Anche quest’anno ce la siamo cavata senza chiedere ulteriore finanziamento alle famiglie, ma non si può continuare così. Ogni anno registriamo un taglio del 20% rispetto all’anno precedente. Le attività obbligatorie per ora sono coperte, ma le nostre risorse si sono esaurite. Per le attività extracurricolari di recupero siamo costretti a chiedere aiuto alle famiglie”.

Almeno il Maffei qualche soldo l’ha ottenuto. Noi siamo proprio ‘sensa schei’ - ha commentato Dino Poli, preside del Ferraris -. Niente finanziamenti ordinari per noi quest’anno. Faremo richiesta di finanziamenti speciali. Far comprare i computer ai genitori è sbagliato, ci penseremo due volte prima di chiedere loro i soldi, non ci piace fare l’elemosina. E’ assurdo: gli Stati Uniti vogliono adottare il nostro sistema scolastico, mentre noi stiamo cercando di assomigliare a loro. Bisogna tinvestire sulla scuola pubblica”.

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