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«Nulla è cambiato sulla Verona-Rovigo», la linea ferroviaria è tra le peggiori d'Italia

«Un altro anno è passato senza alcun miglioramento per i pendolari, scrive Legambiente nel suo rapporto Pendolaria

Niente di nuovo sulla Verona-Rovigo. La tratta ferroviaria era tra le peggiori d'Italia e rimane anche quest'anno tra le peggiori d'Italia, in base al rapporto Pendolaria presentato oggi, 14 febbraio, da Legambiente.

«Nulla è cambiato sulla Verona-Rovigo. Un altro anno è passato senza alcun miglioramento per i pendolari della linea». È quanto scrive l'associazione ambientalista nel report che fotografa la situazione del trasporto ferroviario in Italia. «La tratta ferroviaria continua a creare notevoli disagi in particolare per la lentezza dei treni, il sovraffollamento e per i necessari lavori di ammodernamento della linea - è la denuncia di Legambiente - I pochi vagoni a disposizione si riempiono in pochissimo tempo, con l'impossibilità da parte del capotreno di far salire tutti i pendolari. A questo si aggiunge la lentezza del servizio, con convogli che impiegano, da orario, oltre un'ora e 40 minuti. Il servizio vede il passaggio di 13 coppie di treni al giorno ma la linea continua ad essere a binario unico se non per due piccoli tratti, per un totale di 15 chilometri. E i tanto attesi 2 nuovi treni ibridi, dovevano iniziare il servizio a fine 2023, sostituendo i convogli più vetusti, ma ancora a inizio 2024 non sono in circolazione». Infine, nel rapporto viene ricordato lo stallo in corso da circa un anno per l'affidamento della tratta a Trenitalia. «E non è un problema di poco conto se si pensa che l’assegnazione del servizio a Trenitalia fino alla fine del 2032 prevede migliorie al servizio, investimenti su carrozze e locomotori, un cambio nel sistema di vendita dei biglietti e azioni integrative volte a scoraggiare il fenomeno dei viaggiatori che salgono a bordo senza aver acquistato il tagliando per la corsa». Potenziamenti che potrebbero far uscire la Verona-Rovigo dalla lista delle peggiori tratte ferroviarie d'Italia, ma che ancora non possono partire a causa della sospensione decisa dal Tar.

E come per la Verona-Rovigo, anche nel resto del Paese i miglioramenti sono pochi. «In Italia i servizi ferroviari regionali e il trasporto pubblico sono un tema del tutto secondario», lamenta Legambiente, che con il suo presidente nazionale Stefano Ciofani ha aggiunto: «Bisogna invertire la rotta e puntare su importanti investimenti per il no­stro Paese, finanziando le prioritarie infrastrutture: ossia nuove linee ferroviarie a doppio binario ed elettrificate, treni moderni, veloci, interconnessioni tra i vari mezzi di trasporto e con la mobilità dolce, garantendo accessibilità e uno spostamento dignitoso e civile. Il Governo Meloni non rincorra inutili opere come il Ponte sullo Stretto di Messina, ma pensi ai reali problemi di mobilità dell’intero Paese. Oggi la vera sfida da realizzare al 2030 è quella di un cambia­mento profondo della mobilità nella direzio­ne della decarbonizzazione e del recupero di ritardi e disuguaglianze territoriali».

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