Coronavirus, Zaia: «Verona è tiratissima per i ricoveri in ospedale»
«Posti letto ce ne sono ancora, ma ci dobbiamo impegnare nel rispetto delle regole e del distanziamento sociale», ha aggiunto il presidente regionale
Ieri, 17 dicembre, l'ha annunciata e poi in serata l'ha firmata. Ma è stata al centro anche dell'aggiornamento di oggi, l'ordinanza con cui il presidente regionale Luca Zaia limiterà gli spostamenti in Veneto fino al giorno dell'Epifania. Insieme a Zaia, era presente anche il capo dell'avvocatura regionale Franco Botteon per dissipare i dubbi sull'ordinanza. Ma è stata invitata anche il tecnico della Regione Patrizia Simionato, la quale si è occupata della ricerca del personale per le Ulss del Veneto. «Mi inquieta sapere che alcuni cittadini possano pensare che siamo a corto di personale sanitario per colpa di qualcuno che ha dormito», ha dichiarato Zaia.
L'ordinanza entrerà in vigore da domani, ma oggi Luca Zaia e gli altri presidenti di Regione avranno un confronto con il Governo sulle restrizioni che potrebbero essere introdotte a livello nazionale e quindi anche in Veneto. C'è dunque la possibilità che l'ordinanza regionale possa di fatto decadere subito se in contrasto con il provvedimento statale. «Ancora non è dato sapere se hanno deciso qualcosa a riguardo - è stato il commento di Zaia - E poi oggi discuteremo anche del piano vaccinale perché tra nove giorni potremmo ricevere le prime dosi del vaccino anti-Covid, mentre le prime somministrazioni dovrebbero essere eseguite nei primi giorni di gennaio».
Ma il presidente del Veneto ha letto anche il bollettino sull'emergenza Covid aggiornato alle 8 di questa mattina, commentandolo così: «Sui ricoveri c'è un timido segnale positivo a livello regionale, ma ci sono territori in difficoltà. Ad esempio, Verona è tiratissima per i ricoveri in area non critica e nelle terapie intensive. Posti letto ce ne sono ancora, ma ci dobbiamo impegnare nel rispetto delle regole e del distanziamento sociale. Non possiamo resistere a questa pressione ospedaliera, ma questo significa dilatare in modo pauroso nel tempo le cure a pazienti non Covid. E non possiamo abbassare la guardia adesso».