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Covid, Zaia annuncia l'ordinanza: «Chiusi i confini comunali dalle 14»

Nuovo aggiornamento del presidente del Veneto che domani dovrebbe firmare il documento che entrerebbe in vigore da sabato 19 dicembre fino al 6 gennaio

La Regione Veneto passa da zona gialla plus a zona arancione light. E non perché lo hanno deciso da Roma, ma perché lo ha deciso il presidente regionale Luca Zaia, il quale oggi, 17 dicembre, ha annunciato un'ordinanza che probabilmente sarà firmata domani e che sarà in vigore da sabato 19 dicembre a mercoledì 6 gennaio.

Al consueto aggiornamento sull'emergenza coronavirus, Zaia è stato affiancato dall'assessore alla sanità Manuela Lanzarin, dalla responsabile della prevenzione sanitaria del Veneto Francesca Russo e dall'ingegner Paolo Fattori, il quale ha approfondito i dati sulla pressione ospedaliera gravata dalla costante presenza di pazienti Covid. Dati che in parte sono stati riferiti dal presidente Zaia durante la lettura del bollettino delle 8 di questa mattina.

La principale limitazione che sarà introdotto dall'ordinanza di domani è la chiusura dei confini di tutti i comuni del Veneto dalle 14. Un provvedimento preso perché i numeri che la Regione trasmetterà all'Istituto Superiore della Sanità (Iss) dovrebbero garantire anche per la prossima settimana la permanenza del Veneto nell'area gialla, ovvero l'area con il minor numero di restrizioni decise dall'ultimo dpcm. Un'area gialla plus, come l'ha sempre definita Luca Zaia, perché alle restrizioni del dpcm si aggiungono quelle dell'ordinanza regionale. E da sabato si aggiungerà la semi-chiusura dei confini comunali. Quindi non una chiusura totale, come avviene nelle regioni in area arancione, ma una chiusura che scatterà dalle 14. «È una soluzione equilibrata e che prevede ovviamente delle deroghe, le quali sono più o meno quelle già in vigore nelle regioni arancioni - ha dichiarato il presidente regionale - Ma resteranno aperte tutte le attività produttive e non cambia nulla neanche per le attività commerciali. Quindi evitiamo restrizioni ancor più dolorose e con un po' di buon senso si potrebbero anche gestire meglio i flussi, concentrando gli spostamenti fuori comune al mattino e quelli all'interno del proprio comune al pomeriggio». E la dottoressa Russo ha poi aggiunto: «È un'ordinanza che mira a ridurre l'indice di affollamento delle città perché più gente è presente nello stesso momento e nello stesso luogo maggiore è la possibilità di diffusione dell'infezione».

Nella parte finale dell'incontro, l'ingegner Fattori ha descritto la situazione delle aree non critiche degli ospedali veneti, ovvero tutti quei reparti che non sono terapia intensiva. «Il 68% dei ricoveri in area non critica riguarda pazienti sintomatici - ha spiegato Fattori - Per quanto riguarda le fasce di età, quella più presente (tra il 60 e il 70%), è quella degli over 70. Mentre è molto piccola la percentuale degli under 50. La situazione attuale è stabile, ovvero i nuovi ingressi in ospedali vengono quasi del tutto compensati dalle uscite. Il ricovero medio in area non critica, senza passare per la terapia intensiva, è di circa 15 giorni. Infine, le strutture che hanno un maggior numero di ricoveri in area non critica sono gli ospedali Covid». E tra le Ulss che hanno un carico maggiore c'è l'Ulss 9 Scaligera.

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