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Scontri Hellas-Napoli e regolamenti di conti interni: pioggia di Daspo e denunce dalla questura

Concluse le indagini, sono stati emessi 97 Divieti di accedere alle manifestazioni sportive nei confronti di altrettanti ultras e 83 denunce. Il questore Massucci ha sottolineato come la maggioranza degli individui coinvolti abbia più di 30 anni

Era la fine del mese di agosto quando è deflagrato il caso dell'operazione "Bentegodi", relativa allo spaccio e al consumo di cocaina nei bagni dello stadio e in un bar situato nelle sue immediate vicinanze. Un'indagine condotta con rigore dalla questura scaligera, che ha portato a 2 arresti in flagranza e all’esecuzione di 15 misure cautelari (in relazione alle quali 7 dei responsabili hanno già richiesto il patteggiamento, 4 la messa alla prova e 1 è stato rinviato a giudizio), oltre alla sanzione per violazione del regolamento d’uso dell’impianto di 204 tifosi e alle 119 per assunzione di droga. 
Attività svolta con rigore dal personale della Digos, così come quelle che ne sono seguite. Altri 69 tifosi (46 napoletani e 23 scaligeri) sono stati infatti denunciati in quanto ritenuti responsabili dei gravi disordini avvenuti in occasione del match Hellas Verona - Napoli, che ha avuto luogo il 21 ottobre 2023: uno di questi è minorenne, mentre la forbice di età va dai 15 ai 66 anni
Sono stati inoltre segnalati all'autorità giudiziaria 14 ultras veronesi per la violenta rissa avvenuta in via Generale Chinotto, il 5 novembre 2023, nel post partita di Hellas Verona - Monza, che, secondo le ricostruzioni, sarebbe stata l'atto finale di un regolamento di conti conseguente all'operazione "Bentegodi". 

I risultati delle indagini sono stati presentati dal questore di Verona Roberto Massucci, nel corso di una conferenza stampa alla quale hanno partecipato Tea Mercoli, vertice della Digos recentemente promossa Primo Dirigente della Polizia di Stato, e Giuseppe Annicchiarico, dirigente della Divisione Anticrimine. 

Da sinistra: Tea Mercoli, Roberto Massucci e Giuseppe Annicchiarico-2

Hellas Verona - Napoli

Una partita, quella tra Verona e Napoli, che inevitabilmente finisce sempre sotto la lente d'ingradimento della Digos, proprio per la grande rivalità tra le due fazioni. Ed anche il 5 novembre le forze dell'ordine sono state chiamate infatti a svolgere gli straordinari, per evitare il più possibile che le tifoserie venissero a contatto e garantire la sicurezza.

Già negli anni precedenti il personale della questura aveva registrato movimenti di ultras a partire dal mattino e anche quella domenica alle 8.30, ore prima del fischio d'inizio, sono stati registrati i primi disordini in città. Con auto e minivan, circa 370 tifosi avevano infatti deciso di arrivare a Verona Sud e di dirgersi verso il centro cittadino: intercettati in precedenza in un'area di servizio in autostrada, sono stati fermati ed identificati all'altezza di corso Porta Nuova, dopo che uno di questi mezzi aveva ignorato l'alt intimato da un agente in viale Piave, rischiando anche di investirlo. Dopo alcuni episodi di resistenza a pubblico ufficiale, sono stati identificati in 371, permettendo così successivamente alla Digos di risalire agli autori di alcuni disordini che si verificheranno in seguito. 

La stragrande maggioranza dei supporters campani infatti era stata bloccata e messa in sicurezza grazie al lavoro di un ingente numero di uomini delle forze di polizia, attivo già dalle prime luci dell'alba. Una trentina di ultras azzurri però, a bordo di 7 vetture, era riuscita ad eludere i controlli e a portarsi a ridosso del parcheggio ospiti del Bentegodi. 
Parcheggiate le auto, il manipolo di tifosi napoletani si sarebbe compattato per poi incamminarsi verso la tribuna ovest, verosimilmente per cercare lo scontro con una quarantina di sostenitori scaligeri che presidiavano la zona. Ne è nata una violenta rissa nella quale sono stati usati o lanciati oggetti contundenti come bottiglie, transenne, aste e torce illuminanti, tra l'altro a ridosso dei banchetti del mercato posizionati sotto la curva Nord, mettendo dunque a rischio anche l'incolumità degli esercenti e dei loro clienti, che si sono defilati impauriti. 
Intervenute nell'immediato, le forze di polizia sono riuscite alla fine ad isolare i tifosi azzurri all’interno del parcheggio ospiti e ad evitare coneseguenze ben peggiori per l'ordine e la sicurezza pubblica, dal momento che il fitto lancio di torce rischiava di interessare anche i teloni di copertura di alcune bancarelle, creando un concreto pericolo di incendio. 
I 32 ultras campani che hanno partecipato agli scontri sono stati allontanati dal capoluogo scaligero prima ancora dell'inizio della gara e denuciati per rissa aggravata, travisamento, possesso e utilizzo di oggetti contundenti nel corso di manifestazioni sportive. Tra questi, inoltre, è stato riconosciuto uno degli individui protagonisti nel 2017 dell'aggressione all’ex bar "Oro Bianco" di corso Cavour.
Gli sviluppi delle indagini, svolti anche attraverso la visione delle immagini di videosorveglianza del Bentegodi, hanno permesso poi alla Digosi di denunciare per lo stesso episodio (e anche per i medesimi reati), 11 ultras scaligeri, 4 dei quali di nazionalità serba. L'ipotesi sulla presenza di quest'ultimi, è che si tratti di sostenitori del Partizan Belgrado, avversario della Stella Rossa con cui è gemellata la tifoseria partenopea. 

Brutti episodi sono stati registrati anche nel corso della partita, quando alcuni tifosi veronesi presenti in Tribuna Ovest (secondo la questura esterni al mondo ultras), avrebbero costretto un sostenitore avversario presente nello stesso settore ad abbandonare lo stadio. Identificati, anche per questi individui è scattato il Daspo, così come per l'uomo che ha lanciato un bicchiere all'indirizzo di un giornalista in tribuna stampa, danneggiando anche un portatile. 

Nuove violenze sono state poi registrate dopo il triplice fischio dell'arbitro che ha sancito la fine della partita. Durante la fase di uscita degli spettatori dallo stadio, a ridosso della Tribuna Est, un sostenitore della formazione ospite è stato accerchiato e picchiato 9 supporter del Verona, costringendo le forze di polizia ad intervenire per sottrarlo ai suoi aggressori: i responsabili sono stati poi denunciati, a vario titolo per violenza privata, lesioni e violenza e resistenza a pubblico ufficiale.
Dalla questura poi aggiungono che, nel medesimo contesto altri 10 ultras scaligeri, pur non avendo tenuto direttamente condotte penalmente rilevanti, avrebbero avuto «comportamenti tali da determinare l’insorgenza di condizioni di concreto pericolo per la tenuta dell’ordine e della sicurezza pubblica» e nei loro confronti è stato dunque disposto il Daspo. 

Infine, gli ultimi tafferugli post partita sono stati scatenati da alcuni ultras napoletani che dal proprio settore si sono diretti al parcheggio ospiti, da dove hanno acceso e lanciato fumogeni e altri oggetti, a ridosso del palazzetto dello sport e della pizzeria Grotta Azzurra, in direzione di un gruppo di supporters gialloblu che stazionavano nel parcheggio C. Con l'intenzione di raggiungere i rivali, gli ultras campani hanno divelto una parte della recinzione del Pala Agsm Aim e successivamente si sono scontrati con i reparti di polizia in assetto antisommossa, che nel frattempo si erano precipitati sul posto.  
Respinti i facinorosi, il personale della questura si è recato in sopralluogo nel parcheggio, dove era stata vergata la scritta "Veniamo come vogliamo, Curva A". L'attività investigativa su questa fase degli scontri, è stata sviluppata anche questa volta grazie ad un'accurato esame delle immagini delle telecamere, che ha consentito alla Digoso di individuare altri 14 ultras partenopei, che sono stati denunciati per i reati di resistenza e violenza a pubblico ufficiale, travisamento, danneggiamento, possesso e utilizzo di oggetti contundenti nel corso di manifestazioni sportive.

Hellas Verona - Monza

Alla serie di persone denunciate per la sfida del 21 ottobre, bisogna poi aggiungere gli altri 14 ultras veronesi segnalati all'autorità giudiziaria per la rissa scoppiata il 5 novembre in via Generale Chinotto, nel post gara di Hellas Verona - Monza. 
Come già accennato, secondo la questura si sarebbe tratto di un regolamento di conti tra due gruppi del tifo scaligero, "Curva Sud" e "Inferno", successivo all'operazione "Bentegodi" che ha portato alla luce il giro di droga allo stadio. Operazione che avrebbe aperto uno scontro all'interno del tifo veronese, tra chi voleva escludere dai settori più caldi dello stadio coloro che erano coinvolti nello spaccio e nel consumo di cocaina e chi no: questione che in precedenza avrebbe portato ad alcuni regolamenti di conti anche in trasferta, secondo le forze dell'ordine. 
Nel pomeriggio del 5 novembre erano stati i cittadini ad avvisare le forze dell'ordine che due gruppi vestiti di nero si picchiavano con aste e bastoni: tre feriti con la testa insanguinata vennero poi individuati in un parcheggio di un vicino supermercato, mentre l'auto di una persona ricondotta al gruppo "Inferno" sarebbe stata pesantemente danneggiata. 
Importanti per le indagini i filmati fatti da alcuni cittadini: alla fine sono stati denuciati 14 ultras per rissa aggravata, possesso e utilizzo di oggetti contundenti nel corso di manifestazioni sportive. 12 di questi erano già noti alle forze dell'ordine per precedenti reati commessi in ambito sportivo e 6 erano già sottoposti a Daspo. 

Il bilancio

Al termine delle indagini, il bilancio è quindi di 97 Daspo emessi nei confronti di altrettanti tifosi, di cui 53 napoletani e 44 veronesi, e di 83 denunciati, a vario titolo, in relazione alle partite Hellas-Napoli (56 supporter azzurri e 23 gialloblu) e Hellas-Monza (14 veronesi). Dall’inizio del campionato, inoltre, sono 11 i denunciati (tra sostenitori dell’Ascoli, della Roma e dell’Hellas) per violenza e resistenza a pubblico ufficiale e per porto e lancio di oggetti atti ad offendere e di artifizi pirotecnici.
La durata dei Daspo varia da 1 a 5 anni, alcuni dei quali con obbligo di presentazione alla polizia in occasione delle partite: le misure variano da una persona all'altra grazie ai filmati, hanno spiegato nel corso della conferenza stampa, che avrebbero permesso di attribuire ad ognuno le proprie responsabilità. 
Il querstore Massucci ha voluto enfatizzare il fatto che molti dei soggetti responsabili di questi comportamenti siano ultratrentenni, che inevitabilmente forniscono un cattivo esempio ai più giovani.  

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