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Immigrazione, Tommasi lamenta poco dialogo con altri sindaci. Rossi: «È inerte»

Verona Domani punge il primo cittadino di Verona che sulla gestione diffusa dell'accoglienza non riesce a dialogare con i colleghi. «È inutile che si lamenti, lui deve essere il primo aggregatore per fare rete»

Un filo diretto che da Roma arrivi a tutti i Comuni, passando attraverso Regioni e Prefetture. Un coordinamento unico tra il livello nazionale e quelli regionali e locali, in modo da poter gestire il problema strutturalmente. Il sindaco di Verona Damiano Tommasi pensa che questo sia il modo migliore per gestire l'accoglienza dei migranti arrivati in Italia, il cui numero è in vertiginoso aumento quest'anno. Per Tommasi, un problema così grande si può risolvere solo se le amministrazioni di tutti i livelli dialogano e si coordinano tra di loro. Un dialogo che, però, il sindaco di Verona non vede neanche tra i suoi colleghi della provincia. Per il primo cittadino scaligero, infatti, il miglior modello di accoglienza dei migranti è quello diffuso. Un modello che però non si può adottare se i sindaci non dialogano tra di loro. Ed è proprio di questo che Tommasi si è lamentato: nessun dialogo con gli altri sindaci veronesi. Un problema che, secondo lui, si aggiunge a quello della strumentalizzazione politica del tema dell'immigrazione.

Una posizione, quella espressa dal sindaco di Verona, che è stata criticata dal consigliere comunale di Verona Domani Paolo Rossi. «Il sindaco dichiara di non avere un dialogo con i suoi colleghi veronesi ma non ci spiega il perché - ha dichiarato il consigliere di opposizione - Siamo tutti d'accordo che sia un'emergenza da gestire coralmente e con sapienza, ma deve essere lui il coordinatore e farsi portavoce dei 98 comuni. Si deve lavorare con un obiettivo comune tra amministrazioni e prefettura e per questo serve che lui faccia rete. In casi simili deve essere il sindaco del capoluogo a prendere in mano la regia ed abbattere qualsiasi barriera di dialogo, invece assistiamo a un primo cittadino inerte».

«Ma come si può pretendere che un sindaco che non riesce a gestire la sicurezza e la pulizia di una città possa coordinare una squadra di 98 comuni ed affrontare un problema immenso come quello dell'immigrazione incontrollata? - ha concluso Rossi - Da troppo tempo, Tommasi abusa di frasi come "fare rete" e "fare squadra" ma questo finora è stato solo uno slogan elettorale. È inutile che si lamenti dell'assenza di dialogo, lui deve essere il primo aggregatore per "fare rete" e, se serve, mettersi a disposizione dei suoi colleghi sindaci».

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