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Venerdì, 26 Aprile 2024
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Tosi: «Estate Teatrale Veronese sottotono». Briani: «Inutile comparare con dati pre-Covid»

L'ex sindaco ha attaccato ancora le scelte di politica culturale fatte dall'amministrazione Sboarina. L'assessore alla cultura replica: «Estate Teatrale 2021 riconosciuta come un "unicum" per continuità di programma e per diversificazione di proposte»

«Verona da più di quattro anni è ferma al palo sul piano culturale». Flavio Tosi ha attaccato ancora il sindaco di Verona Federico Sboarina e la sua amministrazione. E ancora una volta la critica politica ha come tema la gestione delle attività culturali in città. L'anno scorso, Tosi era stato anche più duro, definendo Verona «culturalmente morta» da quando non è più lui il primo cittadino. Ma le argomentazioni utilizzate sono più o meno le stesse. «Sboarina non è riuscito né a dare un indirizzo alla città né a coinvolgere imprese e privati nelle iniziative - ha detto l'ex sindaco - Abbiamo Palazzo Forti chiuso, la Gran Guardia che non ha più ospitato nessuna grande mostra internazionale. Sulla Casa di Giulietta non è stato approvato nessun progetto di riqualificazione. La candidatura di Verona a Capitale italiana della cultura è stata un fallimento. Infine, ecco l'ultima edizione dell'Estate Teatrale Veronese decisamente sottotono».

Sull'Estate Teatrale Veronese, diretta artisticamente da Carlo Mangolini, è entrata più nel merito la consigliera tosiana Daniela Drudi, incolpando Sboarina di aver «di fatto appaltato il teatro veronese al Teatro Stabile del Veneto», ricordando che Mangolini è un dipendente proprio dello Stabile. «Verona ha perso la sua autonomia decisionale, diventando di fatto appendice di un'altra realtà teatrale - ha dichiarato Drudi - Per chi ama di amore profondo la nostra città e la sua cultura, questa è una ferita alla storia, al tessuto produttivo, alla nostra eccellenza nel campo dello spettacolo».
Drudi ha inoltre citato i numeri dell'ultima Estate Teatrale Veronese con «4 serate sold-out su 14 per la prosa, 4 serate sold-out su 8 per la musica, una serata sold-out su 6 per la danza».

A Tosi è stata di nuovo costretta a replicare l'assessore alla cultura Francesca Briani, partendo dai numeri: «È inutile comparare i 540 posti del 2021 con i 1.700 pre-Covid - ha detto l'assessore - Ricordo solo che il nostro tasso di riempimento tra il 70 e l'80% è fatto di spettatori veri e non certo con le infinite gratuità che erano in voga prima. L'Estate Teatrale 2021 è stata riconosciuta da tutti come un "unicum" nel paese per continuità di programma con tre mesi di titoli e per diversificazione di proposte. Non abbiamo mai lasciato sole le compagnie amatoriali e non è mai scomparso il Premio Simoni, che piuttosto aveva bisogno di una revisione per svecchiarlo e metterlo in dialogo con questi tempi».
E sulla gestione, Briani ha aggiunto: «Le produzioni del Teatro Stabile del Veneto sono da anni presenti nei cartelloni dell'Estate Teatrale, anche negli anni dell'ex sindaco Tosi. Non è una novità portata da me e tantomeno dal nuovo direttore artistico Carlo Mangolini, che ha con lo Stabile solo un ruolo riferito alla formazione e che non crea alcuna incompatibilità. È normale che il principale produttore veneto di spettacoli e la principale rassegna estiva di prosa si parlino e ci sia collaborazione. Come mai non si è mai parlato di perdita di "autonomia gestionale" di Verona negli prima del 2017, quando addirittura la stagione invernale al Nuovo veniva organizzata dalla Fondazione Atlantide, che era direttamente socia dello Stabile?».

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