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Venerdì, 26 Aprile 2024
Cronaca Garda / Piazzale Roma

Verona, trangugia due flaconi di metadone in un sorso e muore: lo spacciatore finisce condannato

La dose massiccia è risultata letale per il 27enne Alessio Miele di Garda che aveva contattato il pusher di 36 anni per acquistare la droga. Quest'ultimo è stato giudicato colpevole a 3 anni di reclusione

Alcol e metadone. Un mix pericoloso. Ad essere letale però è stata la dose massiccia di droga per Alessio Miele, 27 anni di Garda, trovato morto in casa di un amico il 16 gennaio 2013. A trovarlo, nel corso della notte, era stato proprio l’altro ragazzo con il quale aveva passato una serata all’insegna del divertimento. Era scattato l’allarme quando era ormai troppo tardi. Cominciarono le indagini e nove mesi dopo i carabinieri ottennero l’identità di chi la droga gliel’aveva procurata. Secondo i riscontri investigativi fu Mirko Pietropoli, tossicodipendente di 36 anni, a vendere i flaconi di metadone che il giovane “cliente” aveva poi trangugiato in un solo sorso. La perizia ha stabilito che la dose di metadone assunta sarebbe bastata anche da sola (senza alcol, dunque) a provocarne la morte. Il 30 settembre scorso lo spacciatore venne arrestato per omicidio colposo e martedì è comparso davanti al giudice per l’udienza preliminare. Pietropoli è stato condannato a 3 anni di reclusione e 3mila euro di multa. Gli investigatori sono arrivati a lui approfondendo le relazioni tra spacciatori e clienti della zona.

Qualcuno aveva indirizzato le indagini su quel ragazzo che da un po’ di tempo non si faceva più vedere in giro, forse per calmare le acque. A settembre sono così scattate le manette. I carabinieri hanno inoltre accertato che il 36enne pretendeva e otteneva dai tossicodipendenti, come forma di pagamento per la droga, le loro carte d'identità valide per l'espatrio. Documenti che avrebbe poi venduto ad immigrati che cambiavano solo la foto di riconoscimento, mettendone una propria, che poi usavano per muoversi nei paesi europei e in quelli con cui avevano un accordo con l'Italia. Ma anche per compiere reati per i quali venivano accusati gli ignari veri intestatari delle carte d'identità. Per questo, oltre all’omicidio colposo, era stato accusato di falsificazione di documenti d’identità. nelle scorse ore è arrivata la condanna per la morte di Alessio Miele. Il padre della vittima, come spiegano i quotidiani locali, si è costituito parte civile e il giudice, rinviando la decisione al Tribunale civile, ha disposto un risarcimento provvisionale di 30mila euro.

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