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Cronaca Stadio / Via San Marco

Gli sms di Sganzerla alla fidanzata: "Non mi conosci, sarò il tuo peggior nemico"

Si aggrava la posizione del commercialista che il 12 aprile scorso ha tentato di uccidere Laura Roveri con un coltello da cucina mentre si trovava alla discoteca Victory

Si trova in carcere dal 12 aprile Enrico Sganzerla, il commercialista di 42 anni che tentò di assassinare la propria fidanzata, Laura Roveri di 26, a coltellate alla discoteca Victory nella notte tra il 12 e il 13 aprile. La posizione del 42enne inoltre si è aggravata negli ultimi giorni: contro di lui infatti è stato depositato un altro esposto per stalking, dopo che sono emersi i testi dei messaggi inviati dall'uomo alla 26enne. 

Enrico: "Fottiti, anzi scusa fatti fottere". Laura "Mi spiace di come mi stai parlando". Enrico: "Lascio le tue cose a casa tua. Le chiavi nel bidone. Non chiamare più. Tutto ok come da programma. Ognuno per la sua strada. Ciao. I tuoi cani sono morti. E stai attenta a metterti contro di me non mi conosci abbastanza. Tieni alla larga tuo padre. Altro che ...(il nome dell'ex di Laura)., sarò il tuo peggior nemico". 

La 26enne a questo, nel tentativo di tranquillizzarlo, gli dice che quelle affermazioni sono spaventose ma che spera che riesca a badare a se stesso, ma lui rincara: "Non rispondere, me la pagherai, non dico altro puttana di merda...Ti farò un grosso dispetto e lo posso scrivere, niente di illegale".

Lei cerca di calmare la situazione e gli dice che le sta facendo del male e che si sente spaventata, ma lui non demorde: "Tra sette giorni me la riderò, sei una brutta persona, e comunque la mia vendetta ci sarà. Stai attenta a lavorare in nero per le palestre. Ti rovino". A questo punto Laura invia la foto del tavolo del ristorante di Vicenza annesso alla discoteca. Sono le 22.31: "Stiamo per iniziare la cena, parliamo domani?". Ma lui: "Mi pare abbia già fatto le tue scelte". Sganzerla poi sale a bordo della propria auto in direzione della discoteca Victory. 

Ci ha messo quasi un'ora il commercialista per raggiungere quello che poi sarebbe diventato il luogo del crimine, un'ora durante la quale ha avuto tutto il tempo per pensare a quello che stava facendo, a quello che sarebbe potuto accadere, ma quando la giovane si è rifiutata di tornare indietro con lui ha iniziato ad accoltellarla. "Sentivo i tagli, sentivo la lama che si conficcava nel collo. Sentivo che respiravo dal foro, sentivo l'aria fredda entrarmi nel corpo e il sangue uscire", afferma la donna nell'esposto. "Ho avuto l'impressione che fosse arrivata la fine. Lo supplicavo di smettere, ho tentato di parare altri colpi e lui colpiva le mie braccia, la testa, una furia. Era deciso, sapeva quel che avrebbe fatto".

Laura Roveri venerdì sera era presente alla trasmissione di Rete 4 "Quarto Grado", per raccontare la propria esperienza e soprattutto per dare un consiglio a tutte le donne: "Ho paura che Enrico possa uscire. Ora sto meglio. In ospedale ho passato momenti molto difficili, perché ci sono state complicazioni serie. Sono qui per dire alle donne di non considerare amore, gesti che possono sembrare lusinghieri ma in realtà non lo sono. Preservate autonomia e indipendenza. Enrico mi faceva seguire da persone di fiducia e da agenzie investigative. Era una persona prevaricante, gelosa e ossessiva. Nemmeno i miei amici potevano avvicinarmi".

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