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Cronaca

Luca, bimbo conteso da due famiglie, è tornato a stare con chi lo ha cresciuto

Dopo undici giorni passati con la famiglia a cui potenzialmente potrebbe essere dato in adozione, il bambino di tre anni è tornato ad abbracciare la famiglia affidataria

Luca (nome di fantasia) è tornato a vivere con la famiglia a cui era stato dato in affidamento e che lo ha cresciuto da quando aveva 7 mesi. Il bimbo di tre anni dell'Est Veronese è finito al centro di una contesa tra la famiglia affidataria, che vorrebbe adottarlo, ed un'altra famiglia a cui potenzialmente potrebbe essere dato in adozione.
Per undici giorni, Luca è stato con la nuova famiglia, manifestando segni di disagio. Ma da ieri pomeriggio, 25 luglio, il piccolo ha potuto riabbracciare coloro che chiama papà e mamma. E l'avvocata Barbara Beozzo, che cura gli interessi della famiglia affidataria, ora spera che da questo ritorno possa esserci una nuova e corretta ripartenza della vicenda.

Per l'avvocata Beozzo, infatti, ci sono stati tanti problemi e tante anomalie attorno a questo caso. Un caso che non è ancora terminato, perché è stata fissata ad ottobre l'udienza che dovrebbe stabilire l'adottabilità di Luca da parte della famiglia affidataria. Ma la speranza è che le decisioni che verranno prese dalle autorità d'ora in avanti tengano primariamente in considerazione la continuità affettiva del bambino.

Ed è quello che si augura anche lo psichiatra Carlo Piazza, che per far tornare Luca nella famiglia affidataria era arrivato anche ad incatenarsi al cancello della sua abitazione ed aveva minacciato di incatenarsi anche davanti al tribunale dei minori, brandendo le firme raccolte a sostegno della sua petizione. Firme che ormai sono quasi 5mila.
Carlo Piazza, alla notizia del ritorno a casa di Luca, ha voluto esprimere due sentimenti attraverso due post su Facebook. Il primo sentimento è felicità per il bimbo e per la famiglia affidataria. «Luca è rimasto felice come prima, non hanno fatto in tempo a lavargli il cervello, è stato salvato dal rischio di una irreversibile frattura - ha scritto Piazza - Ora però vigiliamo». E sarà una vigilanza rabbiosa, perché rabbia è la seconda emozione manifestata dallo psichiatra. «Vogliamo il rispetto dei diritti umani ed in questo caso in primis della continuità affettiva - ha concluso il medico - Il mio cancello, insieme a tutte le piazze spontaneamente attivatesi, sarà sempre pronto a rappresentare l'altare della disobbedienza, ogni volta che la giustizia sociale e sanitaria non sarà sana e giusta».

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