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Cronaca

Bimbo di tre anni conteso da due famiglie. Psichiatra s'incatena contro l'adozione

Luca (nome di fantasia) a sette mesi è stato affidato alla famiglia che lo ha cresciuto e che vorrebbe adottarlo, ma nel frattempo il piccolo è stato dato in adozione ad altri genitori. Il dottor Carlo Piazza: «Fermate tutto»

Un bambino di tre anni conteso da due famiglie: da una parte i genitori a cui era stato dato in affidamento e dall'altro i genitori che lo vorrebbero adottare. Una contesa giudiziaria, che però rischia di traumatizzare il piccolo. E una vicenda umana, che ha anche scatenato la protesta civile dello psichiatra veronese Carlo Piazza, incatenatosi al cancello della sua abitazione per bloccare l'adozione.

In provincia di Verona, c'è un bambino desiderato da due nuclei famigliari. E in questa disputa, lui sembra essere quello che ci sta rimettendo di più. Una disputa cominciata qualche mesetto fa e che rischia di protrarsi a lungo, aumentato così l'esposizione a rischi potenziali.
Luca (nome di fantasia dato al bimbo per tutelarne l'identità) è nato tre anni fa e quando aveva circa sette mesi è stato dato in affidamento ad una famiglia. All'epoca, alla famiglia affidataria è stato anche chiesto se avesse voluto adottare il piccolo quando sarebbe stato possibile. E la risposta del papà e della mamma affidatari fu affermativa. Un convincimento che negli anni non è cambiato. Luca, infatti, è cresciuto nella famiglia affidataria pensando che quella fosse la sua famiglia, con un padre, una madre ed anche un fratello, figlio biologico della coppia. E in questi anni, i genitori biologici di Luca non si sono fatti vivi e da parte loro non ci sono state interferenze.

La vita di Luca procede dunque bene finché, qualche mese fa, non si comincia a parlare di adozione. Alla famiglia affidataria, infatti, il Tribunale di Minori chiede se intende adottare il bambino. E la risposta rimane affermativa. Ma la relativa vicinanza geografica tra la famiglia biologica e la famiglia affidataria viene vista come un problema dal Tribunale, che individua una nuova famiglia adottiva.
Attraverso la loro legale, l'avvocata Barbara Beozzo, la famiglia affidataria presenta un ricorso. Spesso, infatti, gli affidi prolungati terminano con un'adozione e questo perché il bambino crea nel tempo dei legami affettivi solidi con la famiglia affidataria. Rapporti che, secondo quanto riferito da Barbara Beozzo, anche Luca ha creato con la famiglia che lo ha accolto quando aveva sette mesi.
L'udienza per discutere il ricorso viene fissata per il 2 ottobre prossimo. Nel frattempo però, il Tribunale non ha applicato un'auspicabile gradualità nel passaggio dalla famiglia affidataria alla nuova famiglia adottiva. È stato infatti deciso che Luca debba passare cinque giorni a settimana con la coppia che vorrebbe adottarlo. «Il bambino ha manifestato del disagio - ha spiegato l'avvocata Beozzo - Le maestre dell'asilo dicono che è diventato più aggressivo e ha mostrato anche segni di regressione». Sembra però che le indicazioni delle maestre, del pediatra e dei genitori affidatari cadano nel vuoto. Ma le reazioni del bambino non si possono ignorare e per questo la legale ha chiesto di anticipare l'udienza del ricorso o di sospendere gli incontri con la famiglia adottiva. Luca, infatti, rischia di vivere un trauma perché potrebbe non capire i motivi che lo tengono distante dalla famiglia che finora lo ha cresciuto. E soprattutto rischia di rimanere in una situazione di incertezza tra due famiglie per un tempo indefinito e scandito solo dalle udiente decise dal Tribunale.

Una storia complicata, quella di Luca, ma che ha toccato il cuore dello psichiatra Carlo Piazza, il quale si è incatenato al cancello di casa sua, in Via XX Settembre a San Martino Buon Albergo, per chiedere lo stop all'adozione. E la sua protesta ha attirato l'attenzione di un centinaio di persone che hanno mostrato solidarietà al dottor Piazza e al piccolo Luca. «Tra le iniziative per proseguire la protesta civile al fine di fermare l’adozione, aspettando la sentenza fissata per ottobre, lanceremo una raccolta di firme ed una petizione pubblica», ha annunciato Carlo Piazza.

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