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Il rider dopo la consegna in bici per circa 50 chilometri: «Non mi sento sfruttato»

«Il problema era che non c'erano altri rider», ha spiegato Filippo Bazerla, il fattorino che ha consegnato all'ex assessore Bassi una cena. Bassi puntualizza: «Pieno rispetto per chi fa questo lavoro, ma il sistema ha grosse zone d'ombra»

Ha avuto molta eco (forse anche più di quella che ci si aspettava) l'episodio raccontato dall'ex consigliere regionale Andrea Bassi sul rider che giovedì scorso, 12 gennaio, gli ha consegnato la cena a domicilio dopo aver percorso circa 50 chilometri in bici e di notte. Un caso che ha fatto discutere sulle condizioni di lavoro dei fattorini che lavorano per le app di consegna a domicilio. Una discussione che si è allargata, allontanandosi però progressivamente da quanto realmente accaduto a Bassi e al rider. E in alcuni casi distorcendo i fatti avvenuti. Per questo, sia Bassi che il rider Filippo Bazerla hanno utilizzato Facebook per comunicare alcune precisazioni.

Bassi ha prima di tutto puntualizzato che il suo era stato un racconto personale e una riflessione fatta su quanto gli era accaduto. «Non ho intenzione di ricandidarmi a ruoli di un certo livello nel prossimo futuro, quindi non sono in cerca di visibilità», ha spiegato, aggiungendo che non si aspettava tanta risonanza per un suo post scritto su Facebook. Una risonanza che, secondo Bassi, dimostra «che qualche problema ci deve essere e mi auguro che questo polverone serva almeno a discuterne e a stimolare chi può agire affinché provi a migliorare le cose».
Bassi ha poi ribadito che giovedì scorso aveva usato per la prima volta un servizio di consegna a domicilio tramite app. Servizio che non conosceva. «Ma mai avrei immaginato che per portare degli hamburger da un fast-food alla mia residenza ad un rider potesse essere chiesto di attraversare una città come Verona da est a ovest, per andare a recuperare un ordine a Bussolengo ed effettuare poi la consegna».
Infine, l'ex consigliere e assessore ha specificato che il bersaglio della sua riflessione non erano i rider, anzi «ho pienissimo rispetto per chi fa questo duro lavoro e non era mia intenzione mettere in cattiva luce nessuno». Bassi, però, continuerà a non utilizzare più app per la consegna a domicilio perché lo ritiene «un sistema che allo stato attuale presenta delle grosse zone d'ombra».

Ma prima di Bassi era intervenuto, sempre su i social network, Filippo Bazerla, ovvero il fattorino che giovedì scorso gli ha consegnato la cena. Il ragazzo non ha negato gli scarsi guadagni per il lavoro che fa, ma ha voluto far comprendere di non sentirsi sfruttato. «Non conta la quantità di denaro nel mio modo di essere quanto piuttosto la qualità del tempo in cui vivo - ha scritto Bazerla - Andare in ufficio e stare in silenzio otto ore sono cose per me almeno tristi e le rifiuto. Se ho accettato quella consegna è perchè amo il mio lavoro, posso rifiutarle se voglio, e non vengo penalizzato rifiutando. Il problema era che non c'erano altri rider a parte me».

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