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Nuovo impianto a Ca' del Bue, PD chiede valutazione di impatto sanitario

Agsm-Aim vuole attivare una nuova struttura per l'essiccamento e smaltimento dei fanghi di depurazione ed il presidente Testa apre ad una valutazione sull'impatto che potrebbe esserci sui territori circostanti

Il presidente di Agsm-Aim Federico Testa apre alla possibilità di verificare l'impatto sull'ambiente del nuovo impianto di essiccamento e smaltimento dei fanghi di depurazione che l'azienda vorrebbe attivare a Ca' del Bue. E il Partito Democratico veronese chiede di cogliere la palla al balzo per rispondere alle preoccupazioni dei territori vicini all'impianto, in particolare quelli di San Giovanni Lupatoto.

Nell'ottobre scorso, Agsm-Aim ha inviato alla Regione Veneto la richiesta di autorizzazione di un progetto per il trattamento dei fanghi di depurazione. Progetto che l'azienda controllata dal Comune di Verona e dal Comune di Vicenza vuole attivare nell'impianto di Ca' del Bue e che ha messo in allarme chi teme che il nuovo impianto possa diventare un'altra fonte di inquinamento.

I timori più forti sono stati espressi dal Comune di San Giovanni Lupatoto, il quale si è attivato per bloccare il progetto in Regione. I Comuni di San Martino Buon Albergo e Zevio per il momento hanno posizioni più sfumate, mentre a Verona si è fatta sentire Sinistra Italiana sempre su posizione contrarie al nuovo impianto.

E di fronte a questa levata di scudi, Federico Testa si è dichiarato aperto ad una scrupolosa valutazione dell'impatto ambientale che il nuovo impianto potrebbe avere sui territori circostanti. Una scelta che anche il PD locale vorrebbe che venisse percorsa. Su Ca' del Bue, il PD ha creato un gruppo di lavoro ed il prossimo 20 febbraio si riunirà la direzione provinciale del partito per delineare la posizione ufficiale dei dem. «Nel frattempo, chiediamo ad Agsm-Aim di prevedere una Vis, valutazione di impatto sanitario, da affidare ad una società altamente qualificata, ad integrazione della validazione del progetto da parte dell’Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia. In questo modo si metterebbe al centro il vero nodo che preoccupa associazioni, amministratori e comitati: l’impatto sulla salute dei cittadini dei processi industriali che verrebbero attivati dall’intervento di revamping», hanno dichiarato il segretario provinciale Franco Bonfante ed i segretari dei circoli di San Giovanni Lupatoto e Zevio, di San Martino Buon Albergo e di Verona Enrico Righetto, Diego Briani ed Alessia Rotta.

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