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Ca' del Bue preoccupa anche Coldiretti: «Può danneggiare salute e prodotti»

L'organizzazione di categoria chiede maggiori verifiche sul progetto dell'impianto di essiccazione e smaltimento dei fanghi di depurazione. «Siano prese in considerazione soluzioni alternative all'incenerimento»

Anche Coldiretti Verona chiede maggiori accertamenti sul nuovo impianto di essiccazione e smaltimento dei fanghi di depurazione progettato per Ca' del Bue. L'organizzazione di categoria non è attenta solo alla salvaguardia dei terreni agricoli ma anche alla salute di tutta la cittadinanza e nei giorni scorsi ha inviato alla Regione Veneto alcune osservazioni manifestando la propria preoccupazione. «Manca chiarezza nelle valutazioni ambientali e nella documentazione sull'impatto sanitario - ha dichiarato Franca Castellani, membro della giunta di Coldiretti Verona e conduttrice di un'azienda vicina a Ca' del Bue - Non ci risulta, tra l’altro, che siano state prese in considerazione soluzioni alternative allo smaltimento per incenerimento dei fanghi di depurazione».

L'associazione degli agricoltori si è rivolta alla Regione, come hanno fatto il Comune di Verona ed altri Comuni vicini perché è a Venezia che si decide se autorizzare il nuovo impianto voluto da Agsm-Aim. Un impianto che l'azienda vuole attivare per evitare che i fanghi di depurazione vengano sparsi sul terreno. Una motivazione condivisa anche da Coldiretti, che però vorrebbe trovare una soluzione diversa. Una soluzione che non comporti sacrifici ambientali irreversibili. «La salvaguardia del suolo e della sua qualità - ha spiegato Castellani - la tutela dell’ambiente e del paesaggio, la protezione della biodiversità, la sicurezza idrogeologica e la promozione dell’agricoltura sono valori per la nostra associazione assolutamente imprescindibili».

Inoltre, Verona è tra i capoluoghi agricoli più estesi d’Italia e il territorio che circonda l’impianto di Ca’ del Bue si distingue per le sue produzioni di pregio come le mele, le fragole, gli asparagi, ma anche le aziende zootecniche che qui sono particolarmente numerose. «Chiediamo - ha concluso Castellani - che vengano fatte verifiche più approfondite per scongiurare con la più assoluta certezza rischi di tipo ambientale e sanitario. Temiamo infatti che le emissioni dell’inceneritore possano compromettere il valore dei nostri prodotti, a danno non solo degli agricoltori ma di tutta la popolazione».

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