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Verona, il museo delle trincee è realtà: recuperati 430 metri a Malga Pidocchio

Sabato l'inaugurazione del sito nel comune di Erbezzo risalente alla Prima guerra mondiale. Per i lavori sono stati impegnati 183 volontari, tra alpini, soci Cai e cacciatori della zona

Nella Sala Rossa del Palazzo Scaligero, il vicepresidente nonché assessore alla Cultura e Beni Ambientali Marco Ambrosini ha presentato la conclusione dei lavori di recupero delle trincee della Prima Guerra Mondiale di Malga Pidocchio ad Erbezzo, in Lessinia.

Erano presenti: Lucio Campedelli, sindaco del Comune di Erbezzo; Guido Pigozzi, presidente

della Comunità Montana della Lessinia; Luciano Bertagnoli, presidente Associazione Nazionale Alpini - Sezione di Verona; Flavio Melotti, consigliere sezionale dell'Associazione Nazionale Alpini - Sezione di Verona, nonché direttore dei lavori.

Ha inoltre partecipato una rappresentante degli alpini in divisa storica.

Il progetto è stato promosso dalla Comunità Montana e Parco Naturale Regionale della Lessinia e realizzato dall'Associazione Nazionale Alpini – Sezione di Verona, grazie al lavoro di quasi duecento volontari e alla disponibilità dei proprietari, in primis Italo Pedrini, con il patrocinio e sostegno della Provincia di Verona e del BIMA (Bacino Imbrifero Montano dell'Adige) e il patrocinio del Comune di Erbezzo.

L'opera di recupero delle trincee di Malga Pidocchio ha coinvolto 183 volontari dell'ANA di Verona che hanno lavorato per 364 giornate, per un totale di 2284 ore lavorative. Il sito, un vero e proprio fortilizio caratterizzato da trincee in parte sormontate da lastre di pietra, in parte coperte con travature in legno, sorge sui Monti Lessini su una superficie complessiva di circa 4000 m2. Grazie all'intervento di recupero sono stati ripristinati circa 430 metri lineari di trincee.

La cerimonia di inaugurazione del sito è in programma sabato 30 agosto, con ritrovo a Malga Lessinia alle 9, seguito da una Santa Messa; alle 11.30 si svolgerà l'inaugurazione ufficiale del ridotto difensivo ripristinato, con il saluto delle autorità, gli interventi tecnici - dell'architetto Fiorenzo Meneghelli, progettista dell'opera di recupero e del geometra Flavio Melotti, direttore dei lavori - e la consegna degli attestati di riconoscimento ai numerosi volontari e collaboratori che hanno permesso il concretizzarsi dell'ambizioso progetto.

La prima postazione recuperata dalle “penne nere” nel corso della Prima Guerra Mondiale è la trincea di Malga Pidocchio. Si tratta di un vero e proprio fortilizio caratterizzato da trincee in parte sormontate da lastre di pietra e in parte predisposte con incisioni nelle pareti laterali per essere coperte con travature in legno e mimetizzate con ramaglie secche.

Per il collegamento tra Monte Castelberto e Malga Pidocchio e il paese di Erbezzo e quindi Bosco Chiesanuova (sede di caserme, panifici e strutture di servizio), venne realizzata una strada militare, costruita dalla 10^ Compagnia della Milizia territoriale del 3° Genio nell’arco di soli 45 giorni. Questa strada attraversa e divide il vasto sistema difensivo del Pidocchio: la sua parte sinistra è organizzata all’interno di un blocco roccioso emergente e isolato dal terreno circostante, l’altra, posta sulla destra, si estende su un ampio colle circondato da varie trincee. I due postamenti difensivi sono collegati tra loro da una galleria sotterranea. Nel blocco roccioso a sinistra, utilizzando, integrando, scavando le fessure naturali, è stato creato un reticolo di camminamenti, trincee, gallerie, postazioni in caverna.

L’artiglieria era costituita da 4 cannoni da 87 b (bronzo). La presenza di un rilevato numero di soldati dislocati tra l’opera difensiva di Malga Pidocchio e Campo Retratto creò la necessità di realizzare nell’area numerosi baraccamenti. Malga Lessinia, posta a breve distanza dal Pidocchio, era in origine una caserma italiana.

Marco Ambrosini (vicepresidente Provincia): “Il progetto di recupero del ridotto difensivo di Malga Pidocchio rappresenta un importante tassello nell'opera di valorizzazione del patrimonio fortificato della Lessinia. La Provincia di Verona da diversi anni promuove e sostiene iniziative volte a tutelare e valorizzare l'eredità storica composta dai sistemi fortificati presenti all'intero del nostro territorio. Risulta pertanto piena la nostra adesione a questo ambizioso progetto che ha visto il coinvolgimento di numerose realtà e istituzioni locali e, in particolare, di un numero davvero significativo di volontari dell'ANA di Verona ai quali va il più grande plauso e apprezzamento. L'eccellente lavoro svolto ha infatti restituito a tutti noi una delle perle del patrimonio storico-architettonico di natura militare presente sul nostro territorio. Si tratta di un'inestimabile ricchezza da custodire e tramandare alle future generazioni, a testimonianza della storia delle nostre terre e del passato dei nostri avi, che tuttora ci identifica e appartiene”.

Lucio Campedelli (sindaco di Erbezzo): “Durante il primo conflitto mondiale la Lessinia non conobbe direttamente la guerra, tuttavia il nostro territorio, in quanto linea di confine con l'Impero Austroungarico, fu interessato da un'operazione militare a fini difensivi che prevedeva la realizzazione di linee fortificate. Il recupero delle trincee di Malga Pidocchio nasce dalla consapevolezza che questi 'musei all'aria aperta' rappresentano un vero e proprio patrimonio storico-culturale che merita attenzione e non va dimenticato. Approfondire lo studio di questo ambito è fondamentale per salvaguardare parte della nostra storia e della nostra identità. Ci ritroviamo a distanza di cent'anni dalla Grande Guerra a rivivere questi luoghi nel segno della pace e della fratellanza: ciò che un tempo era un'area di confine e di scontro, si riscopre oggi come un punto d'incontro per riflettere su ciò che è accaduto. Le generazioni che non hanno conosciuto la guerra, vivendo in un'Europa via via unitasi nella pace e nella democrazia, hanno bisogno di luoghi come questo per poter capire al meglio il nostro passato”.

Guido Pigozzi (presidente della Comunità Montana): “Voglio sottolineare che in questa opera di recupero – inquadrata in un più ampio progetto di valorizzazione del sito – è stato anche utilizzato un drone che ha permesso il rilievo aereo consentendo di fotografare la conformazione del territorio. E' stato così possibile rispettare appieno l'impianto originale della struttura e l'ambiente circostante”.

Luciano Bertagnoli (presidente ANA): “Il restauro delle trincee di Malga Pidocchio è solo la prima tappa di un cammino finalizzato a restaurare e valorizzare i luoghi che, in Lessinia, hanno risentito dell'avvento della guerra. Abbiamo, infatti, intenzione di creare un percorso storico-didattico mirato alla creazione di una memoria collettiva sulle vicende che hanno profondamente segnato la nostra storia e la nostra identità. L'amore per la montagna e per la storia che accomuna noi alpini ha reso possibile questo risultato. Un plauso va a tutti i volontari che, numerosi, si sono resi disponibile ad aiutare e a far sì che questo recupero si realizzasse”.

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