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Venerdì, 26 Aprile 2024
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Venturi non ci sta e parte al contrattacco: "È una sentenza politica. Io non mi dimetto"

"Sono sempre stato sobrio nelle mie dichiarazioni, ma una sentenza come questa a otto giorni dalle elezioni europee in cui si candida il sindaco Tosi, e si sa qual è il mio ruolo politico accanto a lui, è tutto tranne che giusta"

"Sono sempre stato sobrio nelle mie dichiarazioni, ma una sentenza come questa a otto giorni dalle elezioni europee in cui si candida il sindaco Tosi, e si sa qual è il mio ruolo politico accanto a lui, è tutto tranne che giusta. A pensar male mi viene da dire che c'è un disegno politico: doveva essere condannato qualcuno vicino a Tosi e lo si è fatto".

Non ci sta Fabio Venturi, vicepresidente della provincia, condannato venerdì a 15 mesi per rivelazione di segreti d'ufficio. L'esponente del Carroccio prova a lanciarsi al contrattacco, provando ad aprire un caso politico-giudiziario. Con lui sono stati condannati a tre anni Eliano Pasini, 58 anni, l'ex vicecomandante vicario della polizia municipale, e Stefano Nicotra, titolare di un'agenzia di pratiche amministrative. Venturi è al secondo mandato come presidente della Quinta circoscrizione e, dopo essere stato tra gli esponenti di spicco della Lista Tosi, ora si trova in prima linea nella Fondazione Ricostruiamo il Paese, guidata sempre dal primo cittadino scaligero. 

"Ho preso 15 mesi per aver ricevuto una telefonata da Pasini, pur avendo dimostrato in ogni modo che non aveva rivelato alcunché. In teoria in quella conversazione del 17 giugno 2008 lui mi avrebbe detto che il giorno 19 ci sarebbero stati controlli in un bar. Ma come gli stessi titolari hanno poi dichiarato, quel 19 giugno quell'esercizio prese una multa, invece, che costò loro la riduzione dell'orario di apertura". Il presidente della Quinta prosegue poi nella sua versione alla stampa locale affermando che "se davvero quei titolari fossero stati avvisati in anticipo, non sarebbero stati colti in fallo. Fra l'altro, come hanno testimoniato, non solo io non avvisavo dei controlli, ma erano loro a essere d'accordo sulla necessità di ispezioni più frequenti". 

Questa è solo l'ultima delle bufere che negli ultimi mesi si sono abbattute su palazzo Barbieri, dopo il rinvio a giudizio di dieci amministratori di aziende sul caso Parentopoli, l'arresto per concussione e corruzione del vice sindaco Vito Giacino e lo scandalo che ha travolto Agec. "Io continuo ad avere fiducia nella giustizia - afferma Venturi alla stampa scaligera - ma è chiaro che per colpire Tosi, evidentemente ritenuto scomodo, si continua a fare terra bruciata vicino a lui. Ma sono convinto che le elezioni si vincono o si perdono alle urne. Quanto a me, mi considero innocente e l'ho provato, anche se non è servito. Comunque ricorrerò in appello e spero si proceda in tempi brevi, visto che ci sono voluti sei anni per arrivare alla sentenza di venerdì. E ricordo che all'inizio 2016 il reato andrebbe in prescrizione".

Il panorama politico-amministrativo rischia ora di spaccarsi ulteriormente in seguito al caso Parentopoli, che ha coinvolto anche il presidente della settima circoscrizione Riccardo Delfanti del Pd, dimissionario proprio pochi giorni fa. E Venturi che farà? "Ho già detto a Tosi che, se serve, io politicamente faccio un passo indietro e lui mi ha detto di no. E altrettanto ha fatto il presidente della Provincia Miozzi. I miei in circoscrizione mi hanno detto di andare avanti. Nel 2012, ricandidandomi, avevo detto a tutti che ero rinviato a giudizio: ho preso 1.200 preferenze, più altre 200 annullate perché mi avevano indicato come Lista Tosi invece che Lega. Comunque non mi dimetto. Che lo facciano altri avvoltoi, incapaci di vincere da soli le elezioni. Quindi continuo a seguire il progetto politico di Tosi. È giusto che i cittadini capiscano in quale clima ci muoviamo. Sperò reagiscono ancora di più, come me, per dare una mano al sindaco".

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