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Domenica, 28 Aprile 2024
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Superbonus, lo stop alle cessioni dei crediti deciso dal governo preoccupa Ance Verona: «Fulmine a ciel sereno per il comparto edile»

Il decreto-legge in vigore, già operativo il blocco di tutte le cessioni di crediti e il divieto di acquisto delle Pubbliche amministrazioni. Nodo crediti incagliati, Ance Verona presenta i numeri: «Sono 15 miliardi di euro già maturati che, se non pagati, mettono a rischio 90.000 cantieri, 25.000 imprese e 130.000 lavoratori»

«È stata, di fatto, disattivata la norma quadro che regola le cessioni dei crediti (articolo 121, decreto Rilancio) e attuato il divieto di acquisto dei crediti da parte di enti pubblici. Esclusi da questa novità solo gli interventi già avviati». Riassume così Ance Verona in una nota i principali elementi di novità legati al tema del superbonus dopo l'emanazione dell'ultimo decreto-legge, in vigore uufficialmente dal 17 febbraio, da parte del governo guidato da Giorgia Meloni. La nota di Ance Verona poi prosegue così: «La seconda linea del decreto-legge, portato in Consiglio dei ministri ieri pomeriggio (giovedì 16 febbraio, ndr) e approvato dopo sole poche ore, introduce un divieto secco per Comuni, Province e Regioni e tutti gli enti che rientrano nel cosiddetto “perimetro della Pa” di acquistare crediti fiscali legati a lavori di ristrutturazione. Queste operazioni di acquisto, infatti, potrebbero essere contabilizzate come indebitamento, possibile solo in forme limitatissime».

In queste ore è giunto anche il commento lapidario della presidente di Ance nazionale, Federica Brancaccio, che interpreta così la reazione delle imprese a fronte delle scelte di governo: «È già da mesi che lanciamo gridi d'allarme sul problema dei crediti incagliati che mettono a rischi fallimento imprese e crea molti problemi alle famiglie. Il decreto di ieri sera (giovedì 16 febbraio, ndr), il più veloce della storia, è l'ennesimo cambio in corsa di regole che blocca il futuro. Sapevamo che andavano riscritte le regole ma questa decisione impedisce alle Regioni a dare un aiuto alle imprese e alle famiglie che non riuscivano a monetizzare i crediti».

Le fa eco Carlo Trestini, vicepresidente nazionale Ance e presidente della sezione veronese: «È necessaria un’apertura di dialogo immediata altrimenti il rischio è che scoppi una bomba sociale ed economica. Serve, come invochiamo da tempo, una riforma strutturale e di lungo periodo del settore. L'emergenza è non far fallire le imprese, sono circa 20mila a rischio, un 7% circa in Veneto. Questo potrebbe significare disoccupazione e lavori lasciati a metà. Un boomerang sui privati, sui condomini, - conclude Carlo Trestini - ma fondamentalmente ad essere minata è la fiducia tra il cittadino e lo Stato».

Secondo quanto rivelato dall'Associazione nazionale costruttori edili, sarebbe già stato convocato per lunedì l’incontro tra il comitato di presidenza nazionale e il ministro dell’economia, Giancarlo Giorgetti, per interpretare in modo più consono le nuove direttive, risolvere il nodo dei crediti incagliati e portare il programma di un nuovo sistema di accompagnamento per rigenerare e ristrutturare il patrimonio. Sempre secondo Ance, sarebbe inoltre, necessaria «una misura tempestiva che consenta immediatamente alle banche di ampliare la propria capacità di acquisto utilizzando una parte dei debiti fiscali raccolti con gli F24, compensandoli con i crediti da bonus edilizi ceduti dalle imprese e acquisiti dalle banche».

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