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Anche il Movimento Nonviolento di Verona parteciperà alla giornata di preghiera, digiuno e penitenza per la pace indetta dal Papa  

L'appuntamento è previsto venerdì sera 27 ottobre presso il Duomo: «Uniti per la pace nel mondo»

Anche il Movimento Nonviolento di Verona ha fatto sapere che aderirà alla giornata di preghiera, digiuno e penitenza per la pace, indetta da Papa Francesco per venerdì 27 ottobre, e che nella nostra città vedrà riunita la comunità veronese di «tutti coloro che hanno a cuore la causa della pace». L'appuntamento è alle ore 20.45 presso la cattedrale.

Per il Movimento Nonviolento a parlare è stato direttamente Mao Valpiana: «Dopo la manifestazione che si è svolta in piazza Bra "Fermiamo la violenza. Riprendiamo per mano la pace", - ha evidenziato Valpiana - si moltiplicano le iniziative locali che chiedono di fermare gli interventi militari e l'invio di armi, azioni umanitarie e di protezione dei civili e di garantire il rispetto dei diritti umani come primo passo per un percorso di pacificazione. Questa crisi non è scoppiata all’improvviso. - ha aggiunto Mao Valpiana - Israele ha una lunga storia di crimini di guerra e crimini contro l’umanità, tra cui l’imposizione impune per decenni di un sistema di oppressione e discriminazione. Anche le numerose violazioni e crimini di guerra commessi dai gruppi armati e dalle forze di sicurezza palestinesi sono rimasti impuniti».

Lo stesso Mao Valpiana ha quindi evidenziato: «Il pervasivo clima di impunità ha minato la fiducia nelle regole e nei principi del diritto internazionale, in primo luogo nell’umanità, come dimostrato dalla violenza senza precedenti contro i civili in Israele e dagli attacchi implacabili che hanno annientato intere famiglie a Gaza. Per tali motivi - ha rimarcato ancora Mao Valpiana - la società civile ha il dovere di rimettere al centro della discussione l’importanza del diritto internazionale e la necessità di alzare la voce per difendere la dignità ed i diritti umani di tutte le persone coinvolte nel conflitto».

A fronte di tali considerazioni, Mao Valpiana si rivolge direttamente al governo italiano, chiedendo di «esercitare pressioni sullo Stato d’Israele affinché ponga fine all’assedio totale della Striscia di Gaza, assicurando l’accesso a cibo, acqua, carburante, forniture mediche, elettricità e aiuti umanitari per tutta la popolazione». Inoltre, l'esecutivo dovrebbe «invitare tutte le parti a rispettare il diritto internazionale umanitario in ottemperanza delle Convenzioni di Ginevra e, in particolare, i divieti di attacchi contro civili ed obiettivi civili, di attacchi indiscriminati e sproporzionati, di punizioni collettive, di presa di ostaggi e di rapimento di civili, che possono costituire crimini internazionali», nonché «chiedere con forza a tutte le parti in conflitto di astenersi dal condurre operazioni militari che possano pregiudicare l’accesso sicuro ad assistenza umanitaria e cure mediche da parte dei civili».

Ancora, Mao Valpiana rimarca che il governo italiano dovrebbe «sostenere inequivocabilmente e incondizionatamente il lavoro della Corte Penale Internazionale, di cui l’Italia è parte, che nel 2021 ha aperto un’indagine formale sulla situazione nello Stato di Palestina, riguardante i crimini di competenza della Corte, commessi a partire dal giugno 2014», nonché infine «astenersi dal fornire armi a tutti gli attori del conflitto e chiedere agli altri Stati di fare altrettanto».

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