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Moretti, Zaia, Tosi e Berti si affrontano da Vespa e per il Veneto spunta l'ottavo candidato

Per la prima volta si sono confrontati tutti e quattro insieme, affrontando argomenti delicati come il nodo sicurezza, le conseguenze dello scandalo Mose e il minirimpasto di governo avvenuto in questi giorni

Il primo vero confronto tra i quattro principali candidati per la presidenza del Veneto è andato in scena ieri sera nella trasmissione televisiva Porta a Porta. Luca Zaia (Lega Nord), Alessandra Moretti (PD), Flavio Tosi (Lista Tosi) e Jacopo Berti (M5S), si sono affrontati nello studio televisivo di Rai Uno, nel programma condotto da Bruno Vespa, su argomenti che andavano dal minirimpasto di governo di questi giorni, allo scandalo Mose e le sue conseguenze. Per il momento i primi sondaggi, mostrati proprio ieri da Vespa e proposti da Tecnè e Ipr marketing, danno il governatore uscente Luca Zaia tra il 38% e 39%, incalzato dalla Moretti che si ferma tra il 38% e il 37%. Più staccati Tosi e Berti, valutati intorno al 12%-10%. Da annotare le parole di Zaia che afferma: "Ho un mio sondaggio che dice che Moretti ha dieci punti meno di me". Situazione in ogni caso da verificare. Interessante anche un altro sondaggio proposto, specifico sulla Lega Nord, secondo il quale il 66% dei militanti sceglierà l'attuale amministratore veneto, mentre il 32% sostiene il primo cittadino Verona. 

Il dibattito di ieri sera, ha preso vita quando la candidata del Pd ha attaccato direttamente proprio Luca Zaia sullo scandalo Mose, partendo dalla recente 'visita' della Commissione Antimafia al comune di Verona: "La commissione fa bene a indagare, ma non dobbiamo strumentalizzare. Però sta alla politica evitare che si ripetano casi come quello di Galan". La risposta è arrivata da Tosi, in polemica in questi giorni con Rosy Bindi: "Lo stesso procuratore ha negato che vi siano evidenze di questo tipo nella nostra città, definendo l'iniziativa di Rosi Bindi riconducibile a 'beghe politiche tra favorevoli e contrari a Tosi'". Successivamente è stato l'esponente leghista a replicare su Galan e Mose: "Sono fatti contestati a 32 persone, ma è coinvolta un'amministrazione che non è la mia. Anzi, io ero il guastafeste. Invece il Pd c'era dentro". Moretti però non ci sta: "Tu eri vicepresidente di Galan, poi vi siete passati le poltrone quando lui è diventato ministro. Il Veneto è stato commissariato dalla Lombardia e da Salvini". Finora non citato, ecco inserirsi anche Jacopo Berti che si rivolge alla Moretti: "Tu hai fatto quattro legislature senza mai finirne una". Sembrano esserci segni d'intesa tra il grillino e Zaia, seduti dallo stesso lato, con Moretti e Tosi dall'altro. A scanso di equivoci però il sindaco di Verona ha precisato: "Ancora non è certa l'alleanza con Area Popolare, noi siamo ancorati alle liste civiche". 
Ma un tema scottante sul quale si attendeva lo scontro Tosi-Zaia, è quello della spaccatura nata in seno al Carroccio. A dare il via alle danze è proprio il sindaco 'ribelle': "Lo scontro è stato sulle alleanze e sulla composizione delle liste. Perché avevamo votato all'unanimità Zaia come candidato, anche come Liga Veneta, poi ci hanno commissariato". Zaia a spada tratta: "Non siamo stati commissariati dalla Lombardia. Ma con voi non avremmo potuto portare avanti le alleanze di questi giorni". Nella discussione si è intromesso il candidato del M5S, che ha reintrodotto l'argomento della richiesta dell'antimafia di accedere agli atti del Comune: "Non dimentichiamo che c'è un vicesindaco che si è dimesso ed è stato condannato". Lapidario il primo cittadino scaligero: "Era un fatto di corruzione personale. La mafia non c'entra".

Di maggiore interesse per i cittadini è stata certamente la discussione relativa la nodo sicurezza: "C'è un'invasione di immigrati clandestini. - afferma Tosi - In Libia c'è un casino: mandiamo le motovedette per impedire le partenze. Inoltre occorre inasprire le norme sui reati contro la persona e il patrimonio: oggi le pene non sono un deterrente significativo". D'accordo con lui l'ex compagno di partito, Zaia: "Il Parlamento deve inasprire le norme: in Italia per andare in galera bisogna mettersi d'impegno". Come rappresentante del gruppo politico attualmente al governo, Alessandra Moretti spiega che "si stanno già inasprendo le pene, mentre per arginare l'immigrazione dobbiamo costruire lì i campi profughi, per fermare le partenze". Berti infine pone la domanda: "Come possiamo parlare di sicurezza se continuiamo a mettere i ladri nelle istituzioni?". 

Sul minirimpasto politico che ha visto Graziano Delrio salire al Ministero delle Infrastrutture, i quattro contendenti sono molto meno d'accordo. Infatti se Moretti la giudica come "una scelta ottima, perché gli amministratori locali sanno misurarsi con i problemi reali", per Zaia "Renzi, con questa nomina, dà dimostrazione che è un asso pigliatutto", mentre Berti puntualizza sul fatto che la riforma di Delrio ha penalizzato Venezia. Secondo Tosi infine "ora nel riassetto Ncd sarà un po' sacrificato. Ma sarà la campagna elettorale a dirci quanto peseranno le varie forze".

L'ULTIMO CANDIDATO - Ma in queste ore è giunta la notizia di un nuovo "cavallo" pronto a correre verso la presidenza regionale. Si tratta del trevigiano Gianluca Busato, 46 anni, per Veneto Sì, collegato al movimento Plebiscito.eu per l'indipendenza del Veneto. Busato si accoda, oltre ai quattro già nominati, a Alessio Morosin per Indipendenza Veneta, Sebastiano Sartori, per Forza Nuova e Laura Di Lucia Coletti per l'Altro Veneto (Tsipras).

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