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Sanità veneta e liste d'attesa. «Bene le risorse per smaltirle, ma arrivano tardi»

«Adesso servono certezze sulle tempistiche, perché il numero di prestazioni da recuperare è comunque enorme», ha detto la consigliera regionale del Partito Democratico e vicepresidente della commissione Sanità Anna Maria Bigon

«Lo stanziamento di nuove risorse per snellire le liste di attesa è un segnale positivo seppur tardivo. Adesso servono certezze sulle tempistiche, perché il numero di prestazioni da recuperare è comunque enorme». Così la consigliera regionale del Partito Democratico e vicepresidente della commissione Sanità Anna Maria Bigon commenta la delibera di Giunta che stanzia quasi 41 milioni per smaltire interventi arretrati.

«Nonostante la campagna vaccinale e una pressione ospedaliera senza dubbio inferiore, anche nella quarta ondata le risposte della Regione sono state le stesse: perché? Non si può sempre scaricare tutto sulla programmazione nazionale sbagliata, senza metterci niente di proprio. L’auspicio è che ora le Ulss rispettino i termini dei Piani operativi e che dopo tanto tempo, troppo, ci sia un cambio di passo. Ma se non si torna a investire seriamente sulla sanità pubblica, questi problemi sono destinati a ripetersi e aggravarsi, come ci ha drammaticamente ricordato il virus. Se non agiamo presto, ci troveremo a fare i conti un'altra pandemia, quella delle emergenze ‘non Covid’ lasciate a se stesse. In merito alle risorse - aggiunge in chiusura - sono comunque tanti i soldi destinati al privato convenzionato, dieci milioni, nonostante in questi due anni il peso sia stato quasi esclusivamente sulle spalle del pubblico».

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