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Inquinamento da Pfas, M5S su Miteni: "Porte aperte ma risposte evasive"

I pentastellati commentano le frasi rilasciate dall'ad Antonio Nardone nella giornata di domenica: "O sono i responsabili dell’inquinamento oppure non dovrebbero aver problemi a rispettare i nuovi limiti"

Dopo le dichiarazioni pubblicate domenica dell'amministratore delegato della Miteni di Trissino, Antonio Nardone, arriva la pronta replica degli esponenti del Movimento 5 Stelle. L'azienda vicentina è al centro delle polemiche per il caso di inquinamento da Pfas e il suo AD ha espresso la propria opinione sui provvedimenti presi negli ultimi giorni dal Ministero dell'Ambiente. Frasi che non sono sfuggite al consigliere regionale Manuel Brusco e ai gruppi M5S di Sarego e Montecchio Maggiore. 

Rispondiamo a quanto dichiarato dall’amministratore delegato della Miteni spa di Trissino Antonio Nardone sui giornali che se invece di aspettare dei limiti dal Governo centrale avessero fin dal 2013 messo in campo delle forti azioni a tutela della salute e per diminuire la concentrazione di PFAS nelle acque sicuramente oggi non minaccerebbe la chiusura dello stabilimento.

Poi si contraddice quando dice che la Miteni non è responsabile dell’inquinamento ma che è impossibile adeguarsi ai nuovi limiti in così breve tempo. Delle due l’una: o sono i responsabili dell’inquinamento oppure non dovrebbero aver problemi a rispettare i nuovi limiti.

Ha aperto le porte della Miteni ai cittadini per allontanare i sospetti, ma nella visita guidata molte nostre domande hanno avuto risposte evasive.

Dichiara che a rischio sono tutte le aziende che utilizzano i PFAS, ma omette di dire che queste aziende contribuiscono all’inquinamento Pfas per meno del 10%. Dice che non si spiega come mai al Veneto siano stati imposti limiti più restrittivi: è semplicemente perché il Veneto è la regione italiana e forse anche europea col più vasto e pesante inquinamento da PFAS.

Per quanto riguarda lo studio sul registro tumori ricordiamo che ci sono molte malattie che non sfociano in tumori come per esempio le malattie alla tiroide, l’ipercolesterolemia e che con la prevenzione per alcuni tipi di tumori i decessi sono diminuiti, ma non per questo possiamo considerare i PFAS integratori alimentari!

Ci inorgoglisce inoltre l’articolo del 24 luglio sul Giornale di Vicenza a firma del direttore Ario Gervasutti che attacca nemmeno tanto velatamente le azioni del M5S in riferimento ai PFAS: secondo la sua autorevole opinione i Pfas non fanno poi così male alla salute perché c’è solo un po’ di colesterolo in eccesso, ma ammette che sarebbe meglio se non ci fossero.

Poi attacca il ministero che (finalmente diciamo noi) ha messo dei limiti restrittivi e si chiede su quali basi scientifiche. Gli consigliamo di leggersi attentamente tutte le audizioni della commissione parlamentare sul ciclo illecito dei rifiuti, magari potrebbe cambiare opinione. Poi ci accusa di essere dei matti, di dover ragionare su dati di fatto e non su opinioni.

Bene.. gli consigliamo di fare la stessa cosa, di iniziare a studiare tutti i casi di inquinamento da PFAS nel mondo, di studiarsi cosa hanno fatto gli altri stati, di leggere lo studio spagnolo sulla pericolosità dei Pfas a catena corta, di pagare qualche consulente tecnico e medico per fare un serio approfondimento del problema e magari di non ospitare la pubblicità della MITENI SPA su mezze paginate sul suo giornale, altrimenti i malpensanti potrebbero pensare che con questo articolo ha semplicemente restituito un favore.

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