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Venerdì, 26 Aprile 2024
Politica Università / Via San Francesco

La polemica attorno ai bagni gender-free comparsi all'università di Verona

L'azione politica del collettivo Eimì e la protesta dei Fedeli Cattolici Veronesi che chiedono l'intervento del Rettore Nocini

Ça fonctionne partout, che la politica si faccia non solo a letto ma anche nei cessi, e a maggior ragione in quelli di un'università, appare una scoperta datata oramai una cinquantina d'anni. Così a qualcuno potrà forse apparire insolita o persino sorprendente la recente polemica portata avanti dai non meglio palesati "Fedeli Cattolici Veronesi", i quali in una nota puntano il dito contro il collettivo queer "Eimì'', reo a detta dei primi di aver «tappezzato le insegne dei bagni dei maschi (e non) con degli adesivi con la scritta "gender-free"». Altri, invece, probabilmente non si stupiranno affatto e, ad esempio, qualora abbiano avuto la fortuna di frequentare i lindi e degnissimi bagni del Moderna Museet di Stoccolma o della ridente piazza del parco Spikersuppa di Oslo, si ricorderanno che affissi sulla medesima e stessa porta d'ingresso era possibile notare tanto il simbolino di una "donna" quanto quello di un "uomo". E così in molti altri luoghi pubblici del nord Europa. 

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Bagni pubblici gender-free di Oslo - Parco Spikersuppa

Sono i cosiddetti bagni "gender neutral" o "gender-free", diffusi anche in Germania e che in Italia sono stati recentemente adottati dal Comune di Reggio Emilia. Quale la ratio di codesta toilette arcobaleno? Per comprenderla è necessario uscire dal binarismo mentale che affligge la nostra tradizione culturale, o più banalmente bisognerebbe acquisire una sensibilità maggiore per le sfumature, ebbene sì anche quelle sessuali. Mettiamola giù in modo semplice: si dà il caso che dinanzi a due porte, una col simbolino "donna" e un'altra con il simbolino "uomo", oggi come ieri esistono delle persone, vi piaccia o non vi piaccia ma queste persone esistono, le quali pur nell'impellenza di un loro bisogno fisiologico imminente da espletare, ebbene, non sanno esattamente quale delle due porte aprire. «Non tutte le donne hanno il ciclo. Non tutte le persone con il ciclo sono donne», così recita uno dei volantini affissi nei bagni dell'università di Verona. Insomma, i "bagni gender neutral" vogliono essere un modo per accogliere, considerare e riconoscere dunque nella loro esistenza, anche quei corpi che sfuggono alla decisione tra i sessi, il maschio e la femmina. 

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Bagni gender-free università di Verona - 1 giugno 2022

Questa la rivendicazione social del gruppo Eimì che è stata affidata ad un post su Instagram: «Oggi abbiamo portato in tutte le sedi dell'Univr i bagni gender-free. Ci aspettiamo che questa iniziativa venga presa in considerazione e portata avanti soprattutto dai gruppi studenteschi che si occupano di rappresentanza. Ci auguriamo che abbiano il coraggio di portare avanti questa battaglia di civiltà e di non ricordarsi della nostra comunità solo quando si parla di pride. Questa, infatti, è la differenza tra l'essere alleat* e fare rainbow washing. I bagni misti sono una scelta rispettosa per tutta la comunità accademica, evitano situazioni che creano discriminazione e violenza sia per le persone trans* che non-binary».

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Eimìunivr post Instagram

Il gesto in questione, come detto, ha infastidito i Fedeli Cattolici Veronesi che in una nota affermano: «Hanno pubblicato il tutto sul loro profilo Instagram riprendendo anche il profilo dell'università, senza alcuna reazione. A prescindere dal contenuto, non è consentito dal regolamento apporre adesivi su indicazioni di luoghi di pubblica utilità, anche a scopo ideologico. Chiediamo al rettore Nocini di intervenire o quantomeno di fornire una spiegazione per questi abusi».

È di tutta evidenza che in realtà il contenuto qualcosa conti in questa polemica, tanto è vero che gli stessi Fedeli Cattolici Veronesi erano già in passato intervenuti contestando i contenuti di una mostra allestita il 13 maggio 2022 presso la Biblioteca Frinzi per celebrare i dieci anni del Centro Politesse. Quest'ultimo, infatti, aveva promosso una settimana di eventi, incontri, mostre e proiezioni in occasione della Giornata mondiale contro l’omo-lesbo-bi-trans-intersex-pan-fobia, che ricorreva il 17 maggio.

Che dire? Anche Verona, a suo modo, è entrata di diritto nel "Pride Month", poiché tale è appunto il mese di giugno. E poiché l'election day si avvicina ed il mese è caldo, caldissimo anche dal punto di vista politico, appare doveroso portare alla ribalta del dibattito cittadino la questione dei bagni gender-free: che ne pensano i candidati sindaco? Chi tra i principali sfidanti si sentirebbe di adottare, una volta eletto, all'interno del Comune di Verona i cosiddetti "bagni gender neutral" in segno di rispetto delle differenze ed accoglienza della diversità? A Federico Sboarina, Damiano Tommasi e Flavio Tosi l'invito di fornire la propria risposta.

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