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Politica Borgo Roma / Piazzale Ludovico Antonio Scuro

Carenza di medici di base, Bigon: «Verona provincia più scoperta in regione»

Per la consigliera regionale il problema è nato dalle borse di formazione per medici di medicina generale istituite dal Veneto. E il problema si sente anche in città. Dalle Pezze: «Anziani telefonano preoccupati in seconda circoscrizione»

Prima Quinzano, poi Parona e Avesa. Il pensionamento dei medici di base e la loro mancata sostituzione rende più disagevole la vita nella seconda circoscrizione di Verona. Gli ultimi pensionamenti avevano riguardato i medici con ambulatorio a Quinzano e avevano costretto i cittadini a rivolgersi a medici di altri quartieri. A fine anno andrà in pensione la dottoressa di Parona e nei prossimi anni il problema si presenterà ad Avesa. «Molti anziani telefonano in circoscrizione manifestando grande preoccupazione, perché oltre alla perdita o la riduzione di un servizio, c’è anche il venir meno di importanti punti di riferimento di carattere sociale - ha commentato la presidente della seconda circoscrizione di Verona Elisa Dalle Pezze - I disagi per la popolazione, specie quella anziana, sono ben presenti anche in città. Non sono più problematiche confinate soltanto alle zone montane o decentrate».

Tabella PD sulle zone carenti di medici di medicina generale in Veneto

E il tema della carenza dei medici di medicina generale nel Veronese è stato affrontato dal Partito Democratico venerdì scorso, 2 dicembre, in un incontro pubblico tenuto nella sala civica San Giacomo di Piazzale Scuro a Borgo Roma.
La consigliera regionale Anna Maria Bigon ha illustrato i risultati della ricerca condotta dal gruppo consiliare regionale del PD. Risultati che danno a Verona la maglia nera del Veneto per zone scoperte da medico di base (142 su 586 pari al 24,2%). Bigon ha spiegato che moltissimi medici sono sulla soglia del pensionamento: circa il 17,4% (100 su 575) andrà in pensione entro il 2023; e più della metà (il 61,2%) entro il 2035.

Tabella PD sulle borse di formazione per medici di medicina generale

Per la consigliera regionale, la radice del problema risiede nel numero inadeguato di borse di formazione per medici di medicina generale, un ambito nel quale il Veneto è fanalino di coda in Italia (0,17 borse per 1.000 abitanti contro lo 0,25 per mille della Toscana e del Piemonte, lo 0,20 dell’Emilia Romagna e lo 0,30 dell’Umbria). «Basti pensare che con mezzo milione di abitanti in meno, tra il 2014 e il 2021. Piemonte ed Emilia Romagna hanno messo a bando rispettivamente 1.082 e 903 borse di formazione contro le 800 del Veneto», ha dichiarato Bigon.

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