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Cantieri stradali filobus, è polemica: «Lavori in corso in molti quartieri e nessuna certezza sull’opera»

Dai consiglieri comunali del Pd a Michele Bertucco arrivano diverse critiche dopo l'annuncio, venerdì 14 maggio da parte del sindaco di Verona, della chiusura dei cantieri e della «fine dei disagi per i cittadini»

«Siamo d’accordo con il sindaco: non è un caso che venerdì il primo cittadino si trovasse a dichiarare chiusi i lavori stradali del filobus dal cantiere di via Fedeli a San Michele, dal momento che quello è uno dei pochi realmente conclusi mentre molti altri cantieri in tanti quartieri sono ancora in alto mare». La dichiarazione, non priva di ironia, arriva dal gruppo consigliare Pd a palazzo Barbieri, in particolare da Federico Benini, Elisa La Paglia e Stefano Vallani, i quali hanno polemizzato in una nota congiunta circa le recenti dichiarazioni del sindaco di Verona in merito ai cantieri per la realizzazione della filovia in città.

«Ai cittadini di Borgo Venezia e di Borgo Roma, - spiegano nella loro nota Benini, La Paglia e Vallani - basta infatti aprire le finestre per constatare che il cantiere di via Dalla Corte è fermo da settimane allo stesso punto, che in via Scuderlando si attende ancora la realizzazione della banchina, che tra via Tunisi e via Comacchio i lavori sono ancora molto lontani dal venire conclusi. Ci chiediamo allora se il Sindaco conosce il significato del termine "tassativo" con cui lo scorso febbraio in conferenza stampa, tutto imbronciato, aveva qualificato la data del 14 maggio come termine ultimo, "legalmente vincolante", per terminare i lavori e far cessare i disagi. È curioso, poi, che a febbraio la responsabilità dei cantieri eterni venisse imputata all’impresa mentre oggi il sindaco rivendica il merito di averne chiuso una parte, glissando appunto su quelli che restano ancora aperti».

Cantieri filovia - foto Pd Verona - 14 maggio 2021

I consiglieri comunali del Pd hanno anche allegato alla loro nota una serie di fotografie che spiegano essere state scattate proprio nella giornata del 14 maggio e che mostrano lo stato dei cantieri in via Comacchio, via Scuderlando e via Dalla Corte. Va detto che per quest'ultima già la precedente nota di palazzo Barbieri aveva precisato che i tempi si erano allungati per «cause di forza maggiore», ma che «i lavori sono già conclusi» e si tratterebbe solo di «completare la segnaletica orizzontale». I consiglieri dem, ad ogni modo, nella loro comunicazione elencano tutta una serie di interrogativi che costellano la realizzazione di un'opera di cui a Verona si parla ormai da moltissimi anni: «Se abbiamo capito bene il sindaco vorrebbe essere ringraziato per avere avviato dei semplici lavori di riasfaltatura, propedeutici al filobus, nella prima metà del 2019 e di averli solo parzialmente richiusi ben due anni dopo. E il mega cantiere di via Città di Nimes? E lo sdoppiamento del filobus tra via Pisano e viale Spolverini? E il passaggio in via San Paolo? A quando l’aggiornamento tecnologico del mezzo? -  chiedono polemicamente Federico Benini, Elisa La Paglia e Stefano Vallani - E l’interlocuzione con il Ministero? A quando la realizzazione dei parcheggi scambiatori? Nebbia fitta».

Sul tema non è mancato l'intervento anche di un altro consigliere comunale, vale a dire Michele Bertucco, esponente di Verona e Sinistra in Comune: «Dopo 30 anni che si parla di mezzo di trasporto rapido di massa per Verona siamo ancora alle opere stradali, che avrebbero dovuto chiudersi in questi giorni (ma in realtà sono ancora in parte aperte). Nebbia fitta invece sul promesso cambio del mezzo o sulla riduzione dei tratti serviti da impianto elettrico aereo. Siamo a metà maggio, - sottolinea Michele Bertucco - la data "perentoria" per la conclusione dei cantieri stradali, e ancora Amt e Comune non risultano aver avanzato alcuna idea su come intendono portare a compimento l’intervento. Siamo fermi al vecchio "progetto Tosi" del 2012. Manca uno studio del traffico, non sono state calcolate le risorse che il filobus drenerà dai bus tradizionali mandando in disequilibrio il sistema di trasporto pubblico locale e non è previsto alcun intervento di vera e propria riqualificazione urbana lungo tutto il tragitto del nuovo mezzo».

Michele Bertucco è intervenuto poi anche su alcuni nodi problematici che si legano a zone specifiche della città, già ricordate peraltro dagli stessi consiglieri dem: «Nonostante le dichiarazioni del sindaco e del nuovo presidente di Amt, la realtà è che siamo tornati al progetto del 2012. Continuano a mancare tutte le varianti urbanistiche, come la risoluzione del nodo di via San Paolo, lo sdoppiamento del percorso su via Pisano e viale Spolverini in Borgo Venezia e la variante all’ex Manifattura Tabacchi. Non è chiaro inoltre - conclude Bertucco - se l’amministrazione comunale e l’azienda abbiano cambiato idea rispetto all'intervento di riunificazione dei sottopassi in via Città di Nimes». In tutta questa lunga querelle un'unica cosa appare certa, casomai qualcuno avesse ancora dei dubbi, e cioè che per l'ennesima volta a Verona il filobus, o filovia che dir si voglia, sarà materia incandescente per la campagna elettorale che accompagnerà i cittadini veronesi verso le prossime elezioni amministrative 2022.

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