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Sicurezza e Baby gang a Verona, opposizioni all'attacco. Zivelonghi: «Repressione attiva, è la prevenzione che manca»

L'assessora ha risposto alle critiche arrivate da quotidiani e social, accusando la minoranza di fingere di «ignorare» gli interventi compiuti, ribadendo di essere al lavoro per aumentare le risorse della polizia locale e ricordando ai suoi predecessori di non aver affrontato il problema nella sua interezza

Prima un post pubblicato sui social dell'ex consigliere della Lega Vito Comencini, poi le considerazioni di chi è attualmente all'opposizione. Il tema della sicurezza continua ad alimentare il dibattito politico a Verona, dai social network ai quotidiani, con ex consiglieri e consiglieri di minoranza che attaccano l'Amministrazione Tommasi, da poco più di 100 giorni alla guida del capoluogo scaligero. 

«Riguardo alla grave problematica delle così dette "baby gang", che a Verona risalta sempre di più come emergenza sicurezza quotidiana, sollevano molti interrogativi le dichiarazioni dell’assessore Zivelonghi. Innanzitutto mi domando se si sia resa effettivamente conto di essere l’assessore alla sicurezza e di tutto ciò che questa delega dovrebbe comportare, come risposte concrete da dare ai cittadini», ha scritto Comencini, componente del Carroccio, sulla sua pagina Facebook, puntando il dito contro l'assessora alla Sicurezza, Legalità e Trasparenza, dopo gli episodi registrati in città nei giorni scorsi.  
«La delega al sociale infatti mi risulta in carico ad un altro assessore - ironizza il politico leghista. Forse il sindaco Tommasi inizialmente le aveva spiegato che semplicemente per garantire la sicurezza e l’ordine pubblico è necessario fare “rete”, come nel calcio, ma evidentemente non è così e ci vogliono risposte reali ed efficaci».
Prosegue poi Comencini: «Concretezza che non traspare minimamente dalle parole dell’assessore Zivelonghi, che invece si barcamena nel vuoto con risposte alquanto fumose. Ritengo che sia grave cercare di scaricare le responsabilità e la soluzione sui genitori ed in particolar modo su quelli dei ragazzi vittime di questi reati. Chi commette questi illeciti molto gravi sono innanzitutto dei delinquenti che vanno perseguiti senza se e senza ma. A maggior ragione se sono stranieri che dovrebbero dimostrare rispetto per chi li ospita. Se non gli vanno bene le nostre leggi possono tornarsene a casa loro.
Questi gravi fatti di cronaca dimostrano sempre di più che è necessario abbassare l’età punibile, come proposto dalla Lega già nella precedente legislatura. Proposta di legge che sono orgoglioso di aver sottoscritto e che sono certo i colleghi ripresenteranno anche i questa legislatura. Il buonismo non porta da nessuna parte, servono sanzioni severe e tolleranza zero, rivedendo anche il codice penale», ha concluso.

Sulle colonne de L'Arena invece, in risposta all'intervista del primo cittadino Tommasi sui primi tre mesi abbonandanti di amministrazione cittadina, sono arrivate le critiche di Padovani («Sulle baby gang credo che il problema non si risolva con le riunioni, la fotografia della situazione è già stata fatta, ora bisogna agire»), di Zavarise («Sulle baby gang credo che il problema non si risolva con le riunioni, la fotografia della situazione è già stata fatta, ora bisogna agire») e di Rossi («Le problematiche si aggravano e non ci viene spiegato come si intende affrontarle, soprattutto in tema di ordine e sicurezza»). 

La replica

Sicurezza dunque utilizzata per criticare le prime settimane di lavoro della maggioranza, da dove arriva però una piccata replica. 
«Rispondo puntualmente alle dichiarazioni del coordinatore cittadino della Lega, Vito Comencini, comparse sui giornali in tema di cosiddette ”baby gang” a cui hanno fatto eco dichiarazioni dei Consiglieri Rossi, Padovani e Zavarise: li rassicuro che la repressione degli atti criminali sul territorio è attiva, come attestato da una serie di fatti che gli esponenti della minoranza curiosamente fingono di ignorare, quali l’elevato numero di interventi della polizia locale e delle forze dell’ordine, gli arresti tempestivi, le identificazioni, le indagini della Procura e le parole stesse del Prefetto (per dettagli vedasi gli articoli dei giorni scorsi)». È la stessa assessora Zivelonghi, chiamata in causa dallo stesso Comencini, a ricordare la serie di interventi registrati a Verona a tutela dei cittadini e di contrasto al fenomeno della delinquenza e criminalità. 
Zivelonghi non solo rivendica i programmi del Comune in merito alla repressione di tali reati, ma ricorda ai suoi predecessori l'assenza di una politica preventiva nelle passate amministrazioni, soprattutto per quanto riguarda i minori autori di crimini: «Il presidio è migliorabile? Certo, tutto è migliorabile, e infatti stiamo operando per potenziare le risorse della polizia locale. Quello che invece gli stessi esponenti di minoranza non considerano, e non hanno mai considerato quando toccava a loro governare la città - tant’è che oggi ne paghiamo lo scotto - è proprio il lavoro di prevenzione: non c’è sicurezza duratura senza un’attività di prevenzione capillare sul territorio che tenga lontani altri giovani dal fenomeno, senza strumenti di sostegno alle famiglie, senza spazi aggregativi adeguati.
Su questo fronte l’impegno dell’amministrazione è significativo, in collaborazione tra più assessorati, tra cui uno, del tutto nuovo e specificamente dedicato alle politiche giovanili, in coordinamento con le agenzie educative, le scuole, e la Camera Penale minorile. Ma stiamo lavorando anche su molti altri fronti, incluso quello del mantenimento dell’illuminazione urbana pur in un percorso di contenimento di consumi e spesa energetica.
Ricordo inoltre a Vito Comencini che nelle “baby gang” non ci sono solo figli di immigrati - ha concluso l'assessore -. Lo invito pertanto, nel merito, ad ascoltare e a parlare più spesso con esponenti della scuola, psicologi, psicoterapeuti e con le stesse forze di polizia a cui va un grande ringraziamento per quanto stanno facendo».

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