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Fontana dopo il golpe: "L’Unione europea chiuda i ‘rubinetti’ a Erdogan"

L'eurodeputato veronese della Lega Nord interviene dopo il colpo di stato avvenuto nello stato turco nei giorni scorsi, sottolineando che "Erdogan non è democratico e dunque la Turchia non è un Paese democratico"

Accogliamo positivamente e senza pregiudizi il diktat verbale del portavoce della cancelliera tedesca Merkel, Steffen Seibert, a Recep Tayyip Erdogan, che segna per la prima volta un ‘gelo’ nei rapporti tra l’Ue e la Turchia. Come è noto, la Lega è da sempre contraria all’ingresso della Turchia nell’Unione europea, una battaglia che da anni combattiamo spesso soli, dunque siamo ben lieti se finalmente anche chi detiene il potere nelle stanze dell’Ue comincia a mettere le distanze da Erdogan e da uno Stato che di europeo e di democratico non ha nulla.

Così l'eurodeputato veronese, e Vicesegretario della Lega Nord, Lorenzo Fontana, dopo il tentati golpe avvenuto in Turchia nei giorni scorsi. 

Tuttavia le parole non ci bastano, l’Unione europea deve chiudere i ‘rubinetti’ alla Turchia, cioè i finanziamenti miliardari dei fondi pre-adesione e dell’accordo sull’immigrazione, è questo il primo segno tangibile e concreto da dare per segnare una vera distanza da Ankara.

Sulla Turchia in Europa, o anche come possibile partner fidato su Isis, terrorismo e anche gestione dei flussi migratori, infatti, credo non ci debbano essere più dubbi: Erdogan non è democratico e dunque la Turchia non è un Paese democratico, oltre a non essere culturalmente europeo. Erdogan è ambiguo nei rapporti con l’Islam politico, non democratico all’interno del suo stesso Paese con la minoranza curda e non propriamente liberale in termini di diritti civili.

Ora, dopo il “golpe” – o “minigolpe” per dirla con l’autorevole firma del Corriere della Sera Antonio Ferrari, che ne messo in dubbio la veridicità –  temo che tutti questi aspetti si ingrandiranno. Per questo è necessario interrompere qualsiasi intesa con la Turchia.

L'esponente del Carroccio quindi teme risovolti che potrebbero affossare ulteriormente i caratteri democratici del paese turco e chiede all'Europa di intervenire in tal senso. 
Anche il consigliere regionale tosiano Stefano Casali è su posizioni simili a quelle di Fontana. 

La Turchia non deve entrare in Europa semplicemente perché non ne fa parte - ha detto Casali -. Pare incredibile ma più di qualche politico che non conosce la geografia, la storia e la cultura del bacino del mediterraneo sostiene da anni che la Turchia dovrebbe far parte dell`Europa. Non conosce la geografia in quanto solo il 3 per cento del territorio turco incide in Europa mentre il restante 97 % in Asia. Già ai tempi dell`impero romano la provincia dell`Asia corrispondeva a buona parte dell`attuale Turchia; non conosce la storia, in quanto la cultura turca non corrisponde alla cultura europea. Essa ha una matrice ottomana e non certo occidentale europea: ricordiamo a buona memoria le gesta del grande Veneto Marco d`Aviano.

Questi bizzarri politici non conoscono, infine, la storia del bacino del mediterraneo dove è ben chiaro in quali luoghi la meravigliosa cultura occidentale si è sviluppata: sulle fondamenta della cultura romana alla quale il cristianesimo ha dato una morale. Ciò non vuol dire che la Turchia non possa essere un alleato dell`Europa così come altri Stati, ma nulla di più. Se si ragionasse come i sopradetti bizzarri politici, nulla vieterebbe di fare entrare in Europa anche il Pakistan!

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