L’Arena della discordia. Tosi: “Aumento necessario per recuperare i soldi dei tagli dello Stato”
Calo di visite durante la prima domenica di febbraio, il primo cittadino dice che è ancora presto per avanzare supposizioni. "La politica del rincaro dei prezzi ci allinea ad altri monumenti italiani".
Il sindaco Tosi giustifica la scelta del rincaro del prezzo del biglietto per entrare all’Arena, passato da 6 a 10 euro, con la necessità di recuperare gli ulteriori tagli chiesti dallo Stato. Volendo evitare di infierire sui veronesi, il primo cittadino ha pensato invece di rifarsi sui turisti ma la politica di aumento del biglietto si è dimostrata inefficace. Domenica primo febbraio infatti si è registrato un clamoroso crollo di visitatori, 1065 persone rispetto alle 4237 dell’anno scorso.
Rispondendo all’ironia della segretaria del Pd sul biglietto non cumulativo, il primo cittadino sulle pagine de L'Arena ricorda che la prima domenica del mese l’ingresso a tutti i monumenti e musei costa un euro, per cui è difficile basare i propri calcoli su una giornata promozionale. Bisogna avere pazienza e valutare i dati sugli ingressi nel corso di più mesi, magari tre, per farsi un’idea chiara della situazione.
Facendo poi un confronto con altri monumenti, il sindaco non osserva anomalie, il prezzo del biglietto d’ingresso dell’Arena rientra nella norma. Se i visitatori spendono 12 euro per la Reggia di Caserta o 15 per la Torre di Pisa possono farlo anche per l’Arena, simbolo di Verona nel mondo. Tosi promette presto una risoluzione anche per il ticket del cortile della Casa di Giulietta, in cui sono coinvolti anche dei privati.
La segretaria cittadina del Pd Orietta Salemi ammonisce il primo cittadino. Se non c’è un aumento di qualità nell’offerta dell’Arena i turisti che non vogliono farsi spennare possono cominciare scegliere altre mete organizzate diversamente. Secondo la Salemi l’attuale amministrazione fa solo danni alla città, bisogna cambiare politica.
