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Cronaca Veronetta / Via Cantarane

A Verona gli studenti organizzano una raccolta di beni per rifugiati e persone senza dimora 

La raccolta si terrà in cinque diversi quartieri della città a partire da lunedì 30 gennaio fino a sabato 4 febbraio

Per il quinto anno di seguito la Rete degli Studenti Medi di Verona, l’Unione degli Universitari Verona, Yanez e SPI-Cgil in collaborazione con Anpi, One Bridge to Idomeni, la Ronda della Carità e Spazio ABC, si sono adoperate per l'organizzazione della raccolta di beni per persone senza dimora e rifugiate, per portare loro un aiuto concreto nei prossimi mesi dell’anno. Grazie all’unione di tutte queste realtà, si potrà donare da lunedì 30 gennaio a sabato 4 febbraio, dalle 15 alle 19 in cinque quartieri diversi della città.

Da lunedì a venerdì sarà possibile contribuire in Veronetta nella sede dell’Anpi (via Cantarane, 26), nelle sedi dello SPI-Sindacato Pensionati Italiani di Borgo Roma (via Centro, 112) e di Borgo Venezia (via Betteloni, 54) e, infine, nello spazio ABC di Golosine (piazza Brodolino). Sabato 4 febbraio, invece, la raccolta sarà aperta negli stessi orari (ore 15 - 19) presso il rifugio 2 Porto San Pancrazio (in via Campo Marzo, 32). Le associazioni studentesche fanno sapere che raccoglieranno beni di prima necessità come coperte di lana, vestiti prevalentemente maschili, biancheria intima pulita, cibo secco e in scatola, spaghetti, olio, zucchero, farina, prodotti di igiene personale e altri materiali che possano essere utili.

Raccolta beni 2023

«Come giovani, - dichiara Laura Bergamin, coordinatrice dell’Unione degli Universitari di Verona - riteniamo necessario continuare a mobilitarci in tal senso, in una prospettiva di aiuti condivisi e di lavoro di mutualismo. Abbiamo visto che l’impegno costante negli anni è stata vincente: ha portato infatti una grande adesione nelle scorse raccolte, da quella dei beni a quella della scorsa primavera dei farmaci per la popolazione ucraina».

Enrico Todesco della Rete degli Studenti Medi aggiunge: «È senza alcun dubbio importante l’aiuto e la partecipazione della cittadinanza attiva al progetto oltre che quella della scuola per poter avvicinare anche i giovani ad una tematica che spesso non è discussa e affrontata. Per aiutare in modo solidale chi ancora non viene tutelato ed è costretto alla continua ricerca della sopravvivenza. Dobbiamo di certo renderci conto che anche il minimo contributo può contribuire ad un impegno più grande che fa la differenza per molte persone», conclude Todesco.

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