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Cronaca

Ben 315 parti civili e 15 imputati: è partito il processo per l'inquinamento da Pfas in Veneto

Nella mattinata del 1° luglio si è riunita a Vicenza la Corte d’Assise che giudicherà i manager di Miteni spa, Mitsubishi Corporation e Icig, ritenuti responsabili dell’inquinamento ambientale provocato dal presunto sversamento incontrollato di sostanze perfluoroalchiliche, nelle province di Padova, Vicenza e Verona dal 2000 in poi

Dopo 5 anni di indagini e oltre un anno di udienze preliminari è iniziata la fase dibattimentale del processo Pfas, al quale prendono parte ben 315 parti civili. La mattina di giovedì 1° luglio si è riunita a Vicenza la Corte d’Assise che giudicherà i 15 manager delle società Miteni spa (fallita), Mitsubishi Corporation e Icig, considerati responsabili dell’inquinamento ambientale provocato dal presunto sversamento incontrollato di sostanze perfluoroalchiliche, nelle province di Padova, Vicenza e Verona dal 2000 in poi. Il processo viene considerato uno dei più importanti del paese, anche per la vastità dell'area interessata: gli imputati sono accusati a vario titolo di avvelenamento acque, disastro ambientale innominato, gestione di rifiuti non autorizzata, inquinamento ambientale e reati fallimentari.

Lunedì il difensore del fallimento Miteni ne ha chiesto l’estromissione come responsabile civile, ritendendo la totale carenza di giurisdizione del tribunale penale per questo tipo di tematica, a favore del tribunale fallimentare. Mitsubishi e Icig invece hanno chiesto l’estromissione come responsabili civili perché nel corso delle indagini sarebbero state raccolte delle prove per loro pregiudizievoli senza la loro partecipazione.

Inoltre molte parti civili hanno richiesto che la domanda di risarcimento dei danni venga estesa anche ai fatti contestati per i nuovi contaminanti C6O4 e GenX; queste richieste verranno esaminate dalle difese, che si esprimeranno proponendo eventuali richieste di rigetto. Costituite, già in fase di udienza preliminare, anche le quattro società idriche Acque del Chiampo, Viacqua, Acquevenete e Acque Veronesi, rappresentate dagli avvocati Marco Tonellotto, Angelo Merlin, Vittore d’Acquarone e Giulia Bertaiola. «Siamo giunti a questo punto dopo un lungo lavoro di ricognizione che ci ha permesso di ricostruire l’impegno profuso dalle società idriche nel ripristino della salubrità dell’acqua – spiega l’avvocato Angelo Merlin – siamo fiduciosi che presto si arriverà alla definizione della verità». Duecentoventinove le parti civili accolte nella fase preliminare, una novantina di nuove posizioni sono ora al vaglio della Corte. La prossima udienza si terrà il 16 settembre.

Come riporta Marco Milioni su VicenzaToday, oltre a cronisti da tutta Italia, c'erano pure un inviato della tv qatariota Al Jazeera e molti esponenti della rete ecologista veneta. L'aula non è stata in grado di ospitare tutto il pubblico, al punto che il presidente del Tribunale Alberto Rizzo d'intesa col giudice Antonella Crea ha predisposto un maxi schermo in una altra aula penale. Il giudice peraltro avrebbe fatto inferocire parecchi tra cronisti e cameraman presenti quando non ha permesso le riprese al momento del giuramento dei magistrati onorari che comporranno la Corte d'Assise. Il processo, che a detta di tutte le parti si presenta «complesso e non certo agevole», è molto seguito dagli addetti ai lavori anche perché è uno tra i primi fra quelli di un certo peso, al quale si arriverà a sentenza dopo la entrata in vigore delle nuove norme sugli ecoreati.
Milioni inoltre sottolinea che sotto il profilo ambientale la situazione continua a rimanere tesa. Sulla scrivania del nuovo procuratore capo (si tratta del dottore Lino Giorgio Bruno) ci sarebbero due dossier esplosivi. Il primo riguarda un altro filone di inchiesta rispetto all'affaire Miteni: ossia quello che riguarda eventuali responsabilità in capo alle agenzie regionali, alla Provincia di Vicenza e al Comune di Trissino per eventuali mancanze sul piano della vigilanza. In questo caso, ove riscontrati, i profili penali riguarderebbero la competenza della procura berica per quanto concerne l'Arpav vicentina, palazzo Nievo nonché appunto il Comune di Trissino. Di converso, eventuali illeciti in capo ad altri organi centrali regionali sarebbero di spettanza della procura di Venezia. La questione di fondo è che nello specifico alcuni gruppi ecologisti come Greenpeace nonché La Terra dei Pfas alcuni anni fa hanno indirizzato alcuni circostanziati esposti al riguardo. Ma di eventuali procedimenti pendenti non si è saputo più nulla.

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