rotate-mobile
Cronaca

«Veleni alla Miteni», prosegue la battaglia in tribunale

Nell'ambito del maxi processo per la contaminazione da Pfas attribuita alla industria chimica trissinese, il ricercatore Merler parla di «aumento del rischio» rilevato in uno studio sulla mortalità dei dipendenti. I quali sono parte offesa in un procedimento parallelo ancora nella fase iniziale

È stata rinviata al giorno 8 giugno l'udienza durante la quale il giudice per le indagini preliminari Roberto Venditti (il Gip) deciderà o meno se accogliere la istanza di archiviazione avanzata dal pubblico ministero Alessia La Placa in relazione all'inchiesta sui danni alla salute patiti da alcuni lavoratori della Miteni, l'industria chimica trissinese oggi fallita al centro di uno dei più colossali scandali ambientali della storia recente del Paese. Scandalo ambientale per il quale gli ex vertici del gruppo sono a processo per disastro ambientale. La novità è emersa giovedì 16 marzo proprio a margine del maxi processo in corso.

La bordata di Zanni

Da mesi la Cgil vicentina che si è costituita parte offesa nel procedimento e che assiste alcuni lavoratori, contesta in radice «la richiesta d'archiviazione per ragioni di merito ed anche per una ragione più generale» fa sapere il segretario generale della Cgil berica Giampaolo Zanni. Il quale giovedì davanti alle due aule (in una si teneva il processo già in corso davanti la Corte d'assise, nell'altra la udienza Gip a porte chiuse) ha puntualizzato così il suo punto di vista: «Nel merito contestiamo una sostanziale incompletezza e lacunosità della consulenza tecnica di cui si è avvalso il pubblico ministero».

Quattro stoccate

Appresso una ulteriore considerazione: «Rileviamo infatti quattro aspetti dirimenti: uno, la mancata presa in considerazione, o erronea interpretazione, di numerosi studi scientifici di assoluto rilievo» sugli effetti avversi dei Pfas, i temibili derivati del fluoro prodotti da Miteni ed oggi al centro del maxi scandalo ambientale. Due, l'assenza di «approfondimento della problematica dei tumori renali e della presenza nei lavoratori ex Rimar-Miteni di valori di Pfas nel sangue che non hanno uguali in tutto il mondo; tre, la carenza sostanziale delle conclusioni dei consulenti rispetto alla problematica dell'ipertensione arteriosa e di altre patologie correlate alla esposizione alle sostanze Pfas; quattro la inadeguata valutazione della correlazione tra due tumori insorti” in un lavoratore e la sua esposizione alle sostanze Pfas». Queste almeno sono le argomentazioni con cui Zanni contesta la richiesta di archiviazione propugnata da La Placa. La quale sulla base delle perizie agli atti non avrebbe riscontrato un rapporto causa-effetto fra le patologie o i decessi e la presenza dei Pfas negli organismi dei soggetti che avrebbero patito il danno. Adesso la palla passa in mano al Gip.

Parlano gli avvocati

«Il quale - fa sapere Edoardo Bortolotto, legale di parte offesa di alcuni lavoratori che si erano costituiti nel comitato Colmi - potrebbe decidere di dare corso alla istanza del pubblico ministero. Potrebbe decidere di ordinare al pm altre indagini, potrebbe decidere di riservarsi altro tempo per valutare il da farsi o potrebbe decidere di rinviare a giudizio gli indagati. Che sono a vario titolo manager legati o alla gestione o alla proprietà della Miteni. Più segnatamente si tratta di Brian Anthony Mc Glyn, Luigi Guarracino, Mario Fabris, Mauro Cognolato, Davide Drusian, Mauro Mistrorigo, Patrick Fritz Hendrik Schnitzer, Achim Georg Hannes Riemann, Alexander Nicolaas Smit, Luigi Mortillaro, Hideo Henomoto, Yuji Suetsune, Naoyuki Kimura, Junichi Komamura, Fabio Esposito, Flavio Pizzolato, Carlo Maria Gloria, Francesco Cenzi, Giovanni Costa. In capo agli indagati erano state coltivate le accuse di omicidio colposo in danno a Luigi Gastone Gori, Bortolo Massignan e Pasqualino Zenere. Lesioni colpose invece è il capo d'accusa per il danno patito da diciotto operai. Le difese giovedì a margine dell'udienza si sono dette certe «della estraneità dei propri assistiti agli addebiti mossi nei loro confronti» e contestualmente hanno spiegato che comunque hanno chiesto al Gip «di poter valutare con dovizia di dettaglio» quanto evidenziato dalle parti «in sede d'udienza» ma anche precedentemente. Così almeno giovedì ha precisato l'avvocato Novelio Furin del foro di Vicenza che patrocina il dottor Drusian.

Questione di diritto penale

L'uscita del penalista ha un suo perché anche in ragione del fatto che Bortolotto in più di una occasione avrebbe chiesto di riformulare i capi d'accusa giacché gli illeciti andrebbero inquadrati non nella fattispecie colposa ma nella fattispecie dolosa. Che è ben più grave e che si prescrive in un tempo più lungo. E in questo senso la partita è complessa come è di tutto rispetto il peso del procedimento. La dottoressa La Placa infatti si è trasferita in altra sede e non è detto che il pubblico ministero assegnato all'udienza, giovedì era il dottor Paolo Fietta, la pensi esattamente come la collega. Ancora, da quanto trapela a Borgo Berga il procuratore capo Lino Giorgio Bruno al procedimento approdato davanti al Gip non avrebbe ancora assegnato un pubblico ministero in veste definitiva. Segno che, almeno in linea teorica, vista la delicatezza della vicenda decida di tenere per sé il fascicolo, o di farsi affiancare da un altro magistrato. Quando infatti si era saputo che il pubblico ministero era intenzionato a chiedere l'archiviazione la Cgil aveva reagito con una durezza inusitata. La sigla sindacale peraltro giovedì ha pubblicato sul canale YouTube della federazione regionale un documentario sull'affaire Miteni in cui ha dato voce al segretario generale nazionale Maurizio Landini.

Il teste in aula

Ad ogni buon conto parallelamente il dibattimento del processo ambientale va avanti. Giovedì in sede di contro-esame la corte presieduta dal giudice Antonella Crea ha sentito il medico Enzo Merler. Il quale ha lungamente parlato dello studio sulla mortalità condotto per conto della Regione Veneto su un gruppo di ex lavoratori Miteni. Rispetto ai quali ha parlato di «aumento del rischio» per chi ha sofferto di cirrosi epatica, tumori del sangue e diabete. Il tema (giovedì se n'è occupata pure la Rai) da tempo ha parecchia risonanza sui media del Nordest giovedì a margine della seduta è tornato ad intrecciarsi con quello della presenza dei Pfas in tutto il Vecchio continente. La mappa interattiva con i siti ad alta valenza critica pubblicata dal quotidiano transalpino Le Monde sta infatti scatenando reazioni in tutta Europa. Anche se il caso «dei veleni alla Miteni» rimane, almeno secondo il fronte ambientalista il più grave: anche perché «nel Veneto centrale ha colpito Veronese, Vicentino e Padovano».

La discarica Maza

E tant'è che durante gli ultimi giorni, almeno nel Nordest del Paese hanno fatto scalpore le rivelazioni della testata Il Trentino nuovo Il quale in un servizio del 12 marzo firmato da Andrea Tomasi mette nero su bianco lo stato della discarica Maza ad Arco proprio in relazione alla presenza in concentrazioni assai rilevanti di Pfas in quel sito. E tant'è che durante le ultime ore il tam tam tra la rete ambientalista è divenuto incessante. Come mai in quella discarica i livelli sono così alti rispetto agli altri valori evidenziati nel resto del Trentino? Quelle sostanze erano in quella discarica in forma autoctona o ci sono finite? Esiste per caso un nesso tra la presenza di quegli inquinanti nella città del Sarca oppure c'è un nesso con le lavorazioni industriali che tra chimica e concia per anni hanno fatto la fortuna dell'Ovest vicentino?

Non si tratta di questioni di lana caprina anche perché «dai boatos circolati» nella galassia ecologista pare che sull'affaire Arco la procura trentina abbia aperto un fascicolo esplorativo (in gergo è noto come «Modello 45 per atti non costituenti notizie di reato») per mettere a fuoco con più precisione le numerose novità che dai primi giorni del mese hanno fatto capolino sui media nazionali e del Triveneto.

In Evidenza

Potrebbe interessarti

«Veleni alla Miteni», prosegue la battaglia in tribunale

VeronaSera è in caricamento