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Lunedì, 29 Aprile 2024
Cronaca San Michele / Via San Michele

Eseguita l'autopsia sul corpo di Giulia, mentre per Filippo nel carcere di Montorio un interrogatorio di nove ore

Un lungo confronto nella casa circondariale di Verona tra il giovane accusato dell'omicidio dell'ex fidanzata ed il pm di Venezia che coordina l'inchiesta

Nella giornata di venerdì 1 dicembre si è svolto nel carcere di Verona Montorio il confronto tra il ventunenne Filippo Turetta, indagato per l'omicidio dell'ex fidanzata Giulia Cecchettin risalente allo scorso 11 novembre, e il pm di Venezia Andrea Petroni. A quest'ultimo spetta il coordinamento dell'inchiesta dei carabinieri, nonché il compito della contestazione delle varie prove sin qui raccolte. Le accuse nei confronti del giovane, al momento, sono di «omicidio volontario aggravato dalla relazione affettiva terminata» e «sequestro di persona». Resta invece ancora da comprendere se potrebbero essergli contestate anche alcune aggravanti, quali la «premeditazione» e la «crudeltà». 

Nel frattempo, sempre durante la giornata di ieri, i medici legali a Padova hanno eseguito l'autopsia sul corpo della vittima. Secondo quanto avrebbe appreso l'Ansa da fonti qualificate, all'esito dell'esame autoptico si sarebbe giunti ad una verosimile datazione dell'ora e luogo della morte di Giulia, ovvero intorno alle ore 23.40 di sabato 11 novembre nei pressi dell'area industriale di Fossò, ad una manciata di chilometri dalla sua abitazione. La stessa autopsia avrebbe rivelato che a Giulia sarebbero state inferte nell'occasione diverse coltellate, si parla di una ventina, così come sarebbe emerso che la giovane sarebbe già stata priva di vita quando il suo corpo è stato lasciato nei pressi del lago di Barcis, ad un centinaio circa di chilometri di distanza da Fossò.

Nel corso del lungo interrogatorio avvenuto in carcere, stando sempre alle indiscrezioni raccolte dall'Ansa, Filippo avrebbe fornito alcune risposte, non senza lasciarsi andare a qualche silenzio oppure «non ricordo». Una delle frasi che in queste ore gli viene attribuita suona all'incirca così: «Mi è scattato qualcosa in testa», avrebbe detto il ragazzo rispondendo alle domande del pm Petroni.

Un incontro quello avvenuto nel carcere di Montorio molto lungo, durato all'incirca dalle 11 del mattino fino alle 20 della sera di venerdì 1 dicembre. Potrebbe ovviamente non essere l'unico momento di confronto, forse serviranno altre domande ed ulteriore tempo per fare luce sulla vicenda e ricostruire ancora più nei dettagli la dinamica dell'episodio. Nel frattempo, durante i prossimi giorni, per Filippo dovrebbe essere disposto il trasferimento nella cosiddetta sezione "protetti" del carcere. 

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